A parte la critica alla fenomenologia delle guide ai ristoranti, parliamo di questo locale un po' radical-chic, che mescola moderno e modernariato, tradizione e innovazione, km0 e ricerca del meglio (perché non si deve andare lontano per trovare le buone, anzi ottime, materie prime).
Ci è piaciuto molto il menù a forma di taccuino, dove si trova il prezzo di tutto: cibo, vini e arredi. Ci è piaciuta anche la formula menù: l'importante è che tutto il tavolo sia d'accordo a spararsi 3-4 portate, poi ognuno può scegliere ciò che preferisce. Ci sono piaciuti meno solo i prezzi: un po' cari per una trattoria, per quanto gastro-chic (ma ci salvano i menù). E forse ci è sembrato un po' troppo risicato il menù, che contiene si e no 15 piatti, per tutte le portate. Però va detto che si tratta per lo più di piatti talmente universali da non scontentare nessuno.
Passiamo al cibo e premetto che vi risparmio un "buono" o un "ottimo" per ciascun piatto: datelo per assodato!!!
Eravamo in 4 e abbiamo preso il menù da 3 portate + dolce (42 euri a cranio). Come dicevo ognuno ordina per sè, però giustamente il solerte cameriere ci ha pregati di non ordinare 4 cose diverse per ogni portata (e, antipasti a parte, l'abbiamo accontentato).
Antipasti: abbiamo assaggiato il Maccarello affumicato al ciliegio (che era un carpaccino fenomenale, accompagnato da cimette di cavolo cimone croccanti); il primosale di bufala alla piastra con verdura croccante e salsa di pomodori verdi piccanti (molto apprezzato, ma si avverte che non solo i pomodori sono piccanti, anche se non troppo); la parmigiana di broccoletti con filetto di spatola che era da urlo e devo provare a riprodurre!!!
Primi: qui abbiamo scelto i due cavalli di battaglia della cucina romana (amatriciana e cacio e pepe) per scambiarli e confrontarli, nonché votarli. Alla fine il tavolo propendeva più per l'amatriciana (da ola), anche se ha destato molto stupore anche lo spaghetto ai 2 caci e 2 pepi, con una sapiente scelta di caci un po' meno sapidi del solito.
Secondi: anche qui due opzioni sul tavolo. Il famoso Cheeseburger di Urbana47 (servito con chips di patate, confettura di cipolla e maionese home made) e il rosti di patate con puntarelle. Devo dire che il secondo era forse il piatto meno indovinato perché il rosti era un po' troppo morbido, però era compensato da un'insalata di puntarelle delicatissima.
Infine i dolci e qui devo dire che ho rosicato per la scelta, non infelice, ma nulla al confronto... Una delle opzioni, quella che ho scelto io, era il classico maritozzo con la panna servito con un po' di granita di caffè. Buono, niente da dire, ma appena assaggiato il Mont Blanc (rivisitato al bicchiere) mi sono pentita della scelta. Se non altro perché anche solo un cucchiaio prelevato dal bicchiere portava in paradiso...
Insomma: questo locale ci è piaciuto davvero tanto e condividiamo la fama che si è conquistato in poco tempo. Ci ripromettiamo di tornare per il brunch, per assaggiare anche questa formula.
N.b. vi copincollo di seguito il link del post di Luciana Squadrilli (che sottoscrivo in pieno) su Via dei Gourmet:
N.b.b. Per chi vuol dare una sbirciata al menù e ai prezzi, seguite il link di seguito:
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