mercoledì 30 maggio 2012

Ba' Ghetto in via Livorno a Roma

Ci risiamo: compriamo deal su Groupon e scopriamo nuovi posti. E questa volta devo dire che è stata una bella scoperta. Piccolo, piccolissimo locale a due passi da piazza Bologna, dove in realtà eravamo andati un bel po' di tempo fa, quando era un altro ristorante, ma sempre ebraico.
La particolarità? E' che qui è tutto rigorosamente kasher! Quindi approvato dalla regola ebraica, che prevede non solo il "no" assoluto al maiale, ma anche un'altra serie infinite di regole, come per esempio non mischiare la carne di qualsiasi animale con il latte e quindi i latticini.
Il nuovo ristorante propone una cucina a metà fra la mediorientale e la giudaco-romanesca, in un ambiente molto gradevole. C'è da dire che si tratta di una succursale dell'omonimo Ba' Ghetto che sta appunto al Ghetto, quindi in centro.
Noi abbiamo assaggiato il carciofo alla giudia, frittissimo ma buonissimo (vi dico che normalmente non mangio carciofi), poi un'amatriciana kasher e un paio di secondi. Per quanto riguarda l'amatriciana la particolarità era l'uso di carne secca di manzo al posto della pancetta e l'assenza di pecorino (ve l'ho detto che non si mischiano i latticini con la carne). Diversa, ma molto buona. I secondi invece erano delle animelle con i carciofi (sic, non amo i carciofi, ma erano saporite) e il baccalà alla giudia che era fenomenale. Abbiamo concluso con un paio di dolcini mediorientale e con un gradevolissimo thè alla menta che ha favorito la discesa di tutta la cena.
Non li ho assaggiati, ma ho visto passare e ho sentito parlare di hamburger kasher, di shawarma e di hummus e altre salse mediorientali. Sicuramente torneremo per assaggiarle.

martedì 29 maggio 2012

Eataly a Roma: anticipazioni in esclusiva

Farinetti e co. ai nastri di partenza a Roma. Manca meno di un mese all'apertura ufficiale della nuova sede di Eataly nell'enorme spazio del terminal Ostiense. Fonti ufficiali parlano del 21 giugno prossimo. Ma intanto volete sapere che cosa si troverà in questo megaspazio polifunzionale tutto dedicato al cibo?
Tanta roba! E' questo il riassunto. Credo che i polipi affamati come noi troveranno pane per i loro denti.
Ma facciamo il riassunto di quello che ci dovrebbe essere.
All'ingresso, un po' come a Torino, ci sarà il megamercato ortofrutticolo. Intorno a pomodori e melanzane ci saranno i prodotti di panetteria (rigorosamente farina bio macinata a pietra), pizzeria e piadinera. Quindi pasticceria e gelateria, starring Luca Montersino e Ugo Alciati.
Saliamo al primo piano. Qui in pratica c'è un megapub a disposizione di tutti gli amanti dell'happy hour. Birrificio artigianale (Birra del Borgo, Baladin e Dogfish Head), salumeria, formaggeria, cuopperia (i fritti di Pasquale Torrente del Convento di Cetara) e il pastificio con le sfogline che tirano la pasta in diretta.
Ancora su, al secondo piano, dove si trovano macelleria e pescheria, con relativi ristoranti in abbinamento. In pratica tutto ciò che viene venduto viene anche cucinato. E qui c'è quello che nelle mie aspettative diventerà la mia prossima Mecca: l'Osteria Romana. A rotazione nelle cucine di questo ristorante si troveranno le specialità dei migliori chef dei Castelli. Vi ho già parlato della cornucopia di amatriciana dell'Oste della Bon'ora? Beh, quella sarà una delle cose che si potranno trovare, perché fra i big coinvolti in questa iniziativa ci sono proprio Massimo Pulicati e la moglie Maria Luisa (Oste della Bon'Ora), Cacciani dell'omonimo ristorante di Frascati e Anna Dente dell'Osteria di San Cesario.
Last but not least, all'ultimo piano ci sarà il Ristorante Italia, dove si alterneranno le specialità delle regioni italiane, e la mega sala eventi.
Il tutto ovviamente innaffiato di vino proveniente da quella che si propone di essere l'enoteca più grande d'Europa, dalla birra artigianale di cui sopra e dal caffè di Illy e Vergnano (quest'ultimo promette una macchina per la tostatura in diretta).
E poi ovviamente il supermercato per i gastrofissatoni come noi... Non vediamo l'ora!

Per info e opportunità di lavoro potete dare un'occhiata al sito ufficiale di Eataly, di cui trovate il link di seguito:
http://www.eataly.it/

venerdì 25 maggio 2012

Antico Forno Roscioli: w la focaccia!

W la focaccia dell'Antico Forno Roscioli! E' bastato un morso per innamorarsi perdutamente di questo posto, famosissimo a Roma e non certo per una forma di isteria di massa! Dicono che tutti i giorni a ora di pranzo ci sia il delirio. Dicono che non ci si possa sedere e che la fila arrivi a piazza Vittorio. Dicono. Perché io ci sono andata comodamente di sabato pomeriggio, godendo di un fantastico servizio praticamente dedicato a noi, qualche piccola sorpresa gradita e grande soddisfazione.
Abbiamo ordinato la focaccia (peccato solo non fosse calda, ma era buonissima) con prosciutto e mozzarella di bufala. Di mozzarella, come sapete, me ne intendo: era freschissima. E il prosciutto affettato appositamente per la nostra focaccia. Le abbiamo divorate e poi ci hanno anche offerto il dolce: due krapfen, una alla marmellata e una al cioccolato. Queste erano meno spettacolari, ma sicuramente si apprezza la gentilezza!
Leggermente costoso, ma come dicevo tutti gli ingredienti erano freschissimi e gli affettati erano tagliati appositamente per noi. E questo vale la spesa e l'impresa...

Hamasei, giapponese in centro a Roma

Mancavo da diversi anni da questo ristorante giapponese, pur essendo ghiotta di sushi, sashimi e tempure... Il mio primo giudizio era che fosse un locale costosetto e diciamo che in questo non è cambiato. Sicuramente dalla prima volta è stato rinnovato l'arredamento, che ha un aspetto sempre più elegante. Altrettanto elegante anche il servizio, anche se non ci è piaciuto che ci abbiano avvertiti che la cucina chiudeva alle 22.30 non quando hanno preso la prenotazione per le 22,00, ma solo dopo che ci siamo seduti. 
Comunque passiamo al cibo, sempre piuttosto buono, ma devo dire la verità: me lo ricordavo meglio! Non so se è la mia memoria che mi inganna o la qualità che è peggiorata... In ogni caso la tempura era molto buona, di giusta consistenza e dalla frittura asciutta, mentre il sushi aveva qualche difettuccio. Il riso, a mio avviso, non era della giusta consistenza, tanto che prendendo i sushini con le bacchette si spezzavano spesso in due. Il pesce era buono, ma niente wow! Poi abbiamo preso il gelato e abbiamo concluso la serata.
Insomma, qualche piccola pecca nella mia ultima visita, ma questo non vuol dire che non sia un buon ristorante giapponese...

martedì 15 maggio 2012

Tenuta Vannulo a Paestum

Weekend in salsa campana, o meglio, a base di latte di bufala... Sono stata in quel di Battipaglia, luogo natìo del mio fidanzato, e non mi sono fatta mancare un paio di soste gourmet! La prima era per una fantastica colazione da campioni, presso la mitica Tenuta Vannulo. Dalla Costiera Amalfitana a quella Cilentana, Vannulo è una specie di leggenda locale che parla di bufale e mozzarella.
Qui si viene per acquistare non solo le mozzarelle, ma anche i formaggi e il voluttuosissimo burro (ah, cos'è il burro di bufala su un crostino di pane con un'alice di Cetara!): ma è meglio prenotare perché bastano un paio di pullman, che nel weekend non mancano mai, per finire tutte le scorte.
Ma soprattutto si viene per fermarsi al bar, dove tutto ciò che prevede il latte è a base di latte di bufala, of course! Cappuccino incluso! A parte questo, assolutamente da assaggiare le brioche, accompagnate dal leggerissimo yogurt di bufala, oppure dal gelato e dalla panna. Personalmente, ho assaggiato la brioche con gelato di pistacchio e panna. Sul tavolo c'era anche lo yogurt bianco con la marmellata di arance fatta in casa. E sul bancone invitava la cheesecake, ovviamente anche questa a base di bufala...
Detto questo, dopo essersi ingollati la brioche è d'uopo una passeggiata nella tenuta. Da un lato, per chi vuol fare una sosta shopping si possono acquistare perfino prodotti di pelletteria (sempre di bufala!).
Dall'altro lato, imperdibile, ci sono le stalle dove, soprattutto, si possono conoscere le bufale!!! Che sono bellissime... Dolci, con gli occhietti neri neri sempre un po' lacrimosi e il ciuffo frisè...
C'è da dire che la visita intorno alla stalla non lascia affatto l'amaro in bocca. Pur essendo destinate a una vita in cattività, le bufale sembrano stare benissimo nelle loro stalle. Hanno tanto spazio e tanto fieno da mangiare. Passano la giornata ruminandosi, dormendo e strofinandosi qui e lì e sono così educate che sanno anche dove andare a farsi mungere quando le mammelle sono piene! La fattoria è infatti completamente meccanizzata e autogestita dalle bufale stesse: sono loro a decidere non solo quando "conferire" il loro latte, ma anche quando lavarsi sotto le gettonatissime spazzole. Somigliano a quelle degli autolavaggi e le bufale se le contendono per una rilassante doccetta con massaggio!!!
P.s. Per chi volesse fare una passeggiata virtuale ecco il link del sito di Vannulo:
http://www.vannulo.it/

domenica 6 maggio 2012

Ristorante All'oro a Roma

Erano anni che mi ripromettevo di assaggiare questo ristorante e soprattutto la cucina di Riccardo Di Giacinto, giovanissimo chef molto amato nell'ambiente - a ragione - in quanto giovane promessa (già mantenuta) nonché grande professionista dalla ottima tecnica.
Cominciamo dal locale, in piena zona Parioli, piccolo sia nell'ingresso che nella sala. Si e no saranno 30 coperti e devo dire, purtroppo, che non erano del tutto pieni (buon per noi che però siamo riusciti a prenotare, pur telefonando solo poche ore prima). La sala è ben arredata, in stile minimal chic, con prevalenza di toni chiari. Un po' di bottiglie qua e là, che fanno parte della notevole lista dei vini che presenta questo ristorante. Fra l'altro si apprezza la scelta dei cosiddetti "vini singoli": ultime bottiglie in "offerta", che consentono di bere prelibatezze a prezzi non mostruosi.
Quindi il servizio, molto ben curato e affidato a tre persone, di cui la moglie dello chef, Ramona, un simpatico quanto furbo cameriere e un sommelier dall'aria molto affidabile.
Finalmente arriviamo al cibo. Abbiamo accettato la proposta del cameriere furbetto: un menù degustazione praticamente a scelta dello chef, solo con qualche paletto posto da noi, che abbiamo escluso alcuni piatti.
Così ci sono arrivati in tavola praticamente tutti i cavalli di battaglia di Di Giacinto, a cominciare dal tiramisù di baccalà e lardo di cinta senese, che è una specie di zuppetta interessantissima con un baccalà sbriciolato sotto la bianca crema. Questo era un buon piatto, gradevolissimo, ma fin qui non si evinceva a un primo assaggio la grande tecnica dello chef. E' nei primi, infatti, che si capisce chi si ha davanti: i raviolini di mascarpone con ragout d'anatra e riduzione di vino rosso sono da urlo. Con la pasta ripiena qui la raccomandazione è sempre "non apriteli, mettete tutto in bocca", perché è proprio sul palato che si scatena la sorpresa. In questo caso la sorpresa della crema di mascarpone, che non è fuori, ma dentro il raviolo. Ancora più sorprendente il vero piatto forte di Di Giacinto: i cappelletti in brodo, ma il brodo non è fuori, bensì dentro i cappelletti. La regola anche qui è "tutto in bocca", quindi si addenta ed esplode il sapore e la consistenza del brodo.
Per secondo abbiamo assaggiato il maialino con purea di patate e acciughe: delicatissimo. Mi è venuta in mente la pubblicità anni Ottanta del tonno che si tagliava con un grissino!
A proposito di grissino, avevo dimenticato di dire che a inizio pasto ci è stato servito un piatto di prosciutto e dell'ottimo olio da pucciare con il buon pane, grissini e crostini, tutti fatti in casa. E poi un antipastino di benvenuto che era una magnifica parmigianina.
Torniamo alla progressione naturale, dopo il secondo è venuto il dolce. In questo caso lo chef ci ha fatto assaggiare due tipi: la crostatina di ricotta e pere servita con il semifreddo alla cannella oppure la variazione di cioccolato, dal bianco al nero fondente. E ancora per concludere dei petit fours, fra cui un macarons al lime, un microbignè al melone, una tartelletta ai frutti di bosco e un tartufino al cioccolato.
Il conto non è certamente lieve (il menù degustazione è a 68 euro a testa), ma basta essere un po' avvezzi alla buona cucina per ammettere come sia del tutto motivato il prezzo: la tecnica di cui dicevo prima equivale a professionalità, quindi merita di essere pagata.

Ps. se volete dare un'occhiata al sito del ristorante, basta cliccare sul link di seguito:
http://www.ristorantealloro.it/fisso/index_home.html

venerdì 4 maggio 2012

Enoteca Piazza Onofri a Bevagna

Eccoci in Umbria per passare un simpatico ponte del 1 Maggio, fra castelli, ville e case di campagna... Ovviamente senza farci mancare niente in termini gastronomici. Cercando fra guide e consigli di Tripadvisor, abbiamo trovato questa simpatica enoteca nel centro storico della splendida Bevagna (da andarci a giugno, quando ci sono le Gaite).
Ambiente informale, ingresso con bancone da bar, tavoli di legno. Il contesto è da osteria, ma la carta è di ben altro calibro. Da un lato le selezioni di salumi e formaggi, italici e non solo, con incursioni qua e là per l'Europa, dallo Jamon Iberico al brie francese. Dall'altro piatti della tradizione rivisitati e impreziositi. E' così che nascono le mezze maniche all'amatriciana con guanciale di cinta senese e pecorino di fossa, dove quest'ultimo dava un'accelerazione di sapidità al piatto, ma senza guastare. Notevole il piccione alla ghiotta, che ha meritato un'attesa non proprio brevissima: pressocché al sangue e accompagnato da un buon purè di patate. Buone anche le patate al forno, che per noi sono sempre una cartina tornasole della buona mano della cucina.
Ovviamente la carta dei vini è notevole, come deve essere in una enoteca. Noi abbiamo assaggiato un Rosso di Montefalco (Adanti).
Per dare un'occhiata al locale, che peraltro è anche locanda, basta cliccare di seguito:
http://www.enotecaonofri.it

mercoledì 2 maggio 2012

L'Oste della Bon'ora a Grottaferrata

Alla ricerca della carbonara perfetta, o della amatriciana... Ecco una sosta che, senza ombra di dubbio va in questa direzione. Non senza altre sorprese.
Siamo a Grottaferrata, alla corte dell'Oste Massimo, ovvero l'Oste della Bon'ora (non solo il nome del ristorante, ma anche il "titolo" che con cui si auto-presenta l'oste). Soprattutto a pranzo, un'oasi di pace fra  basse villette come quella che ospita questo ristorante, con un piccolo dehors e uno spazio adibito a parcheggio.
L'oste vi porterà il suo menù - recentemente "ristrutturato" prendendo spunto da quello di un bistrot francese - che presenta in poche pagine un po' della sua filosofia, i piatti, i menù degustazione liberi (in pratica il business prevede che chi accetta la sfida di mangiare tutto, dall'antipasto al dolce, viene premiato con un vistoso sconto, 35 o 39 euro a prezzo fisso) e - quello che ci è piaciuto più di tutto - la lista dei fornitori, dal macellaro al coppiettaro.
Qui è tutto fresco, di tradizione e affidato appunto alla sapienza di un rodato rapporto con fornitori di fiducia. Senza dimenticare la mano della cuoca Maria Luisa, moglie dell'oste, che ne asseconda alla perfezione la gestione "eclettica" della sala.
Non vi sconvolgete, infatti, se l'oste si tira una sedia da un altro tavolo e si accomoda accanto a voi: questo fa parte del personaggio, che non può fare a meno di stabilire un feeling con i suoi clienti. Ma non pensate che sia invadente. Anzi. Gli fa solo piacere scambiare due chiacchiere, parlare del più e del meno, raccontare le sue storie e le sue esperienze (dal passato da attivista politico alla fila al Comune, per fare qualche esempio).
Ma passiamo al cibo. Noi abbiamo cominciato con due cavalli di battaglia del posto: una zuppetta di zucchine con pancetta croccante, che era calda ma freschissima. Nel senso che era una zuppa calda, ma si sentiva la freschezza delle zucchine che sapevano di zucchina! Poi abbiamo sentito anche il "carcotto", invenzione del luogo, un carpaccio cotto di vitello che sembra un po' una porchettina.
Quindi siamo passati ai primi, che sono il vero "best of" di questo posto. Soprattutto i classici valgono da soli il viaggio. L'amatriciana è servita in una meravigliosa cornucopia di parmigiano, rigorosamente con pasta fatta in casa dalla cottura perfetta e un sughetto leggero (relativamente). La carbonara invece - udite udite - è abbinata a ravioli di ricotta, anch'essi fatti in casa. Ok, non ne beneficerà la dieta, ma vi assicuro che il risultato è decisamente fantastico. Poi abbiamo assaggiato anche gli gnocchi conditi con la trippa, che erano ugualmente buoni e sempre cotti a puntino, ma con una personalità meno spiccata dei primi due piatti.
E ancora i secondi. Io ho assaggiato lo spezzatino, servito in una deliziosa cocottina rossa che lo manteneva caldo fino all'ultimo boccone. Poi abbiamo provato anche il bollito alla picchiapò (un filo di sale di troppo, però). E per non farci mancare nulla anche le patatine fritte fatte in casa.
In conclusione, la crema inglese della Maria Luisa servita con le fragole. Il tutto, come si diceva, a 39 euro a cranio.
Altre note che non possono essere omesse.
1) La musica è un altro buon motivo per andare in questo posto. L'assortimento di vinili dell'Oste è da far impallidire i collezionisti più esperti. E vi dico solo che alle ore 14 risuonavano i Pink Floyd a tutto volume...
2) Nel bagno un piccolo assortimento di "utilities", specialmente per le signore. Dal collant al gambaletto (si potrebbero sfilare e sarebbe un frustrante incidente), dai fazzoletti al profumo: l'oste ha pensato anche a questo!
3) Noi siamo rimasti a parlare amorevolmente con l'oste fino alle 18... E' davvero una persona piacevole!
Ps. se volete visitare il sito dell'Oste ecco il link:
http://www.lostedellabonora.com/