domenica 21 aprile 2013

Romeo pausa pranzo archi-gourmet

Non è la prima volta che vado da Romeo, il nuovo ristorante nato dalla partnership fra Cristina Bowerman e i fratelli Roscioli. Ci sono stata per intervistarli, poi ancora per un aperitivo e infine ci sono tornata per un pranzo (dopo aver provato invano a prenotare qualche volta per cena, sempre tutto pieno!). Di giorno l'ambiente è da loft urbano, con le finestrone che a loro volta si affacciano sulle finestre di Prati. La luce entra da tutte le parti e in più viene garantita dai "vermi" che escono dal soffitto, alcuni dei quali sono dei neon sapientemente indirizzati verso i tavoli.
L'apparecchiatura è semplice, con la tovaglietta di ardesia brandizzata e grande attenzione per le stoviglie, a cominciare dai bicchieri Spigelau, continuando con piatti che arrivano addirittura dagli Emirati Arabi!
Ma andiamo al menù. Qui le proposte sono ampie, grazie alla doppia anima del locale. Antipasti, primi e secondi sono ad appannaggio della chef cerignolana (e ci tengo a sottolinearlo,visto che è uno dei vanti della provincia di Foggia, anche se l'ha abbandonata milioni di anni fa!), mentre l'ampia selezione di formaggi e di salumi sono attinti dal repertorio di forniture d'eccellenza dei Roscioli, che ovviamente ci mettono anche il pane e la focaccia. Ah, senza dimenticare la Carbonara, unica concessione della Bowerman alla tradizione tout court. Per il resto grande fantasia e ricercatezza nei piatti, anche se questi sono solo un assaggio di ciò che si può trovare da Glass, suo regno esclusivo a Trastevere.
Per non esagerare, abbiamo scelto di assaggiare solo la Carbonara e il famoso hamburger Umami di Cristina, oltre a una selezione di caprini italo-francesi chiesti nell'attesa della pasta (cottura 20 minuti per gli spaghettoni Cavalieri di Maglie!). Un cenno all'hamburger Umami, che dovrebbe essere un sapore inesplorato, nuovo, orientale: beh, non sono sicura di aver individuato questo nuovo sapore, tuttavia posso dire che il panino era molto buono, con la carne cotta al punto giusto, con una crosticina croccante in superficie, una sfoglia di nori riprendeva il ricordo orientale e delle scaglie di formaggio completavano il tutto, condito con una maionese fatta in casa molto saporita.
In altre occasioni ho avuto modo di mangiare quello favoloso di foie gras, che per quanto mi sia piaciuto l'Umami, rimane il mio favorito. Provati anche i tuberi (fra gli antipasti) e gli spaghetti aglio, olio e panettone (non più in carta, è passato Natale!). Per non parlare della magnifica focaccia del forno: quando l'ho intervista il buon Pierluigi Roscioli mi tentò con una fettina di focaccia calda con dentro la mortadella più buona del mondo che si scioglieva...
Ancora non ho avuto il modo di assaggiare i dolci, ma prometto che al prossimo giro lascio un posticino...

venerdì 12 aprile 2013

O sole e Napule a via Aosta: pizzeria napoletana a un passo da Re di Roma

La prima cosa che ho pensato quando ho scoperto la nuova apertura della pizzeria O sole e Napule a via Aosta è stata: "è un dramma". Il motivo? La nuova pizzeria, aperta dalla stessa proprietà della vecchia di via Olevano Romano, dove vado già troppo spesso, è pericolosamente vicina a casa mia... E fa pure l'asporto!!! Ed è aperto pure a pranzo...
Questo è stato il crollo totale delle mie certezze sulla forza di volontà anti-pizza, che mi porta a mangiare questo alimento così complesso e gustoso non più di una volta a settimana, per ovvi motivi di linea già irrimediabilmente compromessa.
La pizza di O sole e Napule ha una serie di terribili difetti che rendono difficile non cedervi: è molto buona (ovviamente per chi ama la pizza napoletana), costa poco (4,50 una margherita), ha una serie notevole di alternative fra cui il magnifico panuozzo gragnanese, una pagnottella di pasta di pizza aperta come un panino e farcita inverosimilmente (ieri abbiamo preso quella friarielli, provola affumicata e porchetta a fettine).
Per complicare ulteriormente la situazione, sono degni di nota anche i fritti, fra cui il misto napoletano, con un'apoteosi di supplì, frittatine napoletane, pizze fritte e scagliozzi... E novità dell'ultimo locale, anche gli angioletti, che però ti fanno andare all'inferno nel girone dei golosi: delle striscioline di pasta di pane fritte, asciutte e croccantissime.
Conclusione, non solo mi ha aperto praticamente sotto casa, ma in questa nuova sede pizza e fritti a me sono sembrati ancora più buoni. Il sospetto è che tutto derivi dai numeri più ragionevoli di Centocelle: se lì ci stanno ben oltre le 100 persone, qui a stento ce ne entrano 50. Il pizzaiolo così non impazzisce e il servizio è anche decisamente più attento e cortese. Ingredienti che non bisogna sottovalutare nella soddisfazione a fine pasto...

lunedì 8 aprile 2013

Antichi Sapori ad Andria: nell'orto di Pietro Zito

Sono anni che tento la disperata impresa di una prenotazione impossibile da Antichi Sapori ad Andria (o meglio a Montegrosso. E finalmente ci siamo riusciti! Siamo andati in un giorno infrasettimanale a pranzo e ho capito perché non è facile trovare posto... La sala è piccolissima!
Fra l'altro l'ambientazione mi ha decisamente stupita, con quel suo sentore di baita di montagna che non ti aspetti. Anche se poi vedi i vari strumenti contadini appesi al muro, fra cui i setacci per la selezione dei cereali, e capisci dove ti trovi.
Inutile dire che la goduria si manifesta già con il pane di loro produzione e con i taralli (che si vendono al pacco a soli 3 euro!) dalla friabilità incredibile. Poi si dà inizio alla lunga teoria degli antipasti: la zuppettina di zucca servita al bicchiere, la bietola nera arrotolata sulla ricotta (speciale!) e accompagnata con una purea di carote di Polignano presidio Slow Food, i salumi e formaggi locali, la bruschettina calda servita per assaggiare il loro olio (anch'esso venduto a parte) e poi ancora altro che colpevolmente non ho segnato, ma era tutto buonissimo.
Superato lo scoglio degli antipasti siamo passati ai primi, dove i troccoli (pasta lunga) gareggiavano contro i cavatelli di grano arso. I primi con sugo di pomodorini al filo, i secondi con i cardoncelli. Beh, difficile dire quale fosse più buono: si può solo confessare la scarpetta! Come secondo, a pochi giorni da Pasqua, non potevamo che accettare l'offerta di assaggiare la loro tiella di agnello con le patate. Una cosa meravigliosa! A completare, nel passaggio fra primi e secondi, il cosiddetto "spingituro", cioè le cruditè di verdure fra cui la suddetta carota di Polignano che era una cosa spettacolare. E poi l'insalatina fresca dell'orto, con tanto di borragine cruda.
Per completare una serie di assaggi di dolci, fra cui una torta alla ricotta memorabile, accompagnati dal nocino e dal limoncello fatti da loro.
Il conto è più che onesto e il pranzo si è concluso ancora più felicemente con una passeggiata generale verso l'orto degli Antichi Sapori, accompagnati da Pietro Zito in persona e da suo padre, che poi ha dato da mangiare anche alle galline. Un mazzetto di aromi per tutti (indescrivibile l'odore dell'origano fresco!) e via per una nuova avventura...