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venerdì 4 gennaio 2013

Gelateria Vice a Roma

Quando passi da fuori dici "Che cos'è?". E' una specie di nuvola in un piccolo bar... E poi scopri che è Vice, gelateria abbastanza nota negli ambienti gourmet della capitale. La killer application di questo posto, oltre alla presentazione esteriore, è l'essersi fatto conoscere per le proposte salate, oltre che dolci, sempre a base di gelato. Qui si può venire anche a fare l'aperitivo, che è piuttosto popolare. Noi, pur essendo quasi l'ora dell'aperitivo, ci siamo fatti conquistare dal più classico bancone dei gelati, assaggiando qualcuno dei gusti "cult", a base di ingredienti griffati. Il mio gelato era a base di pistacchio di Bronte, che devo dire era veramente buono, saporito e cremoso al punto giusto; l'altro gusto era il passito di Pantelleria (cobranding con Pellegrino) con uvetta e sbrisolona al cacao, il sapore c'era, ma questa cosa della sbrisolona... beh, a me non piaceva troppo questo effetto granuloso al palato. A concludere il tutto, un doppio spruzzo (la doppia panna è d'obbligo a Roma) di panna aromatizzata al Bayle's, proveniente da un sifone appositamente preparato. Molto gradevole!
L'altro gelato, che ovviamente non mi sono fatta mancare di assaggiare, era sempre con doppia panna, ma senza aromi, e con mandorla di Noto e vaniglia del Madagascar. Nel caso della mandorla, non mi esprimo perché a me non piace, comunque si noti l'effetto mandorla amara molto vicino al vero. Per la vaniglia devo dire che aveva l'inconfondibile aroma avvolgente e con quel lieve sentore di liquirizia della vaniglia del Madagascar. Magnifico! 
Conclusione: questa gelateria forse occhieggia un po' troppo ai gastrofighetti della capitale, ma in compenso i gelati non sono affatto male. Noi abbiamo assaggiato quelli di via Gregorio VII. Altre due sedi sono a Marconi e a corso Vittorio Emanuele (Largo di Torre Argentina). 

venerdì 12 ottobre 2012

Aperitivo da Pompi: basso costo...

Un veloce giro di telefonate e si indice una riunione plenaria di amici. Passare una serata insieme durante la settimana non è la norma. Per questo, e ricordando che qualcuno il giorno dopo si dovrà alzare per andare al lavoro, ci siamo dati appuntamento per l'aperitivo. E qual è l'aperitivo di quartiere? Senza arrivare al Pigneto o a San Lorenzo, il convento passa Pompi e decidiamo per quello.
Un po' di tran tran per recuperare un tavolo fuori (la regola è: lanciati sopra al tavolo e sarà tuo!), ci facciamo portare dei cocktail di qualità medio-bassa e successivamente veniamo invitati a servirci dal buffet. L'aperitivo è libero e a basso prezzo (8 euro è uno dei prezzi più bassi di Roma), tuttavia si paga quel che si mangia. Cioè una serie di paste che dovrebbero essere calde, ma sono fredde, trancetti di pizza, spicchietti di piadina, uova sode, qualche fritto ogni tanto, qualche insalata tipo di farro o di cous cous... Vabbè, non posso lamentarmi perché come al solito ho mangiato. Però la sensazione è di sciatteria. Con gli stessi ingredienti, senza spendere di più, si potrebbe offrire un buffet molto più dignitoso. Faccio un esempio: il cous cous era freddo con i ceci, ci vuole così tanto a mettere un po' di erbette per insaporirlo? La pasta, per lo più al pomodoro, servita fredda non ha senso: fate piuttosto delle insalate di pasta, bianche o con pomodorini. Saranno sicuramente più apprezzabili!
A parte questo, un cenno al tiramisù, che ha fatto la fortuna imperitura di Pompi. Non so se è cambiato il contenuto, ma sicuramente sono cambiati i contenitori. Nuovo packaging per i tiramisù, non più serviti appena tagliati nelle vaschettine di plastica, ma direttamente in confezioni chiuse di cartone, con fondo di plastica (I suppose) e colori diversi per ogni tipo di tiramisù (adesso c'è anche quello alla nocciola). Anche le confezioni più grandi sono state cambiate: sembrano quelle delle lasagne pronte da cuocere!
Da un lato si apprezza questo cambiamento, perché c'è un evidente guadagno in pulizia e in estetica. Dall'altro, però, la sensazione è sempre più di prodotto confezionato. Come dicevo, come le lasagne surgelate...
Altra novità sbandierata da Pompi è il brunch all'americana. Le foto parlano di pancake, uova, bacon ecc. ecc. Speriamo che l'offerta sia più attenta ed espressa di quella dell'aperitivo.

domenica 23 settembre 2012

Rosti al Pigneto: giardino con cucina

Un po' giardinetto di quartiere con annessi bambini festanti, un po' spazio radical-chic, un po' ristorante-griglieria-pizzeria. Soprattutto l'ultima cosa, nei progetti di chi ha creato questo spazio, ma anche nuovo punto di riferimento per il quartiere Pigneto. Dalle mamme che vogliono portare i bambini all'aria aperta mentre fanno colazione, agli autoctoni un po' di sinistra che vogliono sorseggiare un caffè leggendo il giornale (L'Unità o Il Fatto quotidiano?), passando per commensali di ogni genere che sceglieranno questo locale per le loro cene semplici, a base di hamburger, fritti, pizze e così via.
Gli spazi lo consentono, con 300 mq coperti e 600 all'esterno, suddivisi in patio coperto, zona giochi con altalena e pista per le bocce, piccolo orto cittadino e megagriglia all'aperto. Immagino la felicità degli inquilini del palazzo di fronte, con la musica alta benché gradevole e i bambini festanti di cui sopra... Comunque ci piace e ci sembra finalmente una versione un po' più adulta del Circolo degli Artisti. Obiettivo non più fare quattro salti con band emergenti, ma star seduti a mangiare con un occhio ai bambini. Diciamo che nel primo caso ci si va dai 20 ai 30, nel secondo dai 30 in su...
Poi chi ha fatto qualche soldino in più, indipendentemente dall'età, si evolve e va da Primo al Pigneto, della stessa famiglia di Rosti. Diciamo che Primo è il fratello maggiore, con più personalità e con maggiore serietà, a partire dalla carta e continuando con il servizio. Rosti è il fratello minore, con la freschezza della gioventù, che preferisce hamburger e pizza a un tortello di carciofo o una faraona arrosto.
Per ora la nostra esperienza gastronomica si ferma all'inaugurazione, con una megafesta dalle 10,00 alle 23,00, a base di panini erba e salsiccia, fritti vari, dolcetti di ogni genere. Succhi, vino e birra a volontà. Insomma, una piccola pacchia.
Ci rivedremo presto, per una cena, anche all'interno, nelle sale disegnate dallo stesso architetto, Liorni, che ha arredato Primo. Si segnalano, infatti, prezzi tutto sommato bassi, per una qualità non da poco, peraltro ci incuriosisce il format del brunch domenicale. Anche solo per questo il Polipo approva e promuove.

venerdì 6 luglio 2012

No.Au. nuovo locale di Bonci Musso e co.

Qualsiasi cosa tocchi, il trio Gabriele Bonci, Teo Musso e Leonardo di Vincenzo (già Open Baladin) ha la capacità di farlo diventare oro. Staremo a vedere se sarà lo stesso destino anche di questo nuovo locale, il No.Au. aperto a due passi dal Chiostro del Bramante e da Piazza Navona, sulle ceneri del Societe Lutece.
Il format è tanta birra (Baladin e Birra del Borgo, più qualche altra selezione di artigianali italiane), qualche concessione al vino e poca cucina, secondo lo spirito di "cucina che non ha bisogno di una cucina". Eh, sì, perché una cucina non c'è. Solo un forno a microonde, un fornetto e un ferro da stiro, che serve a "stirare" la seppietta piuttosto che l'alice (temperatura cotone, dicono!). Naturalmente lo stiraggio avviene mettendo il pesce in questione fra due fogli di carta da forno, per salvare l'igiene.
Poi panini con tartare, quindi carne cruda, al centro. Salumi, formaggi, le "fatate" che sono le patatine fritte alla paprika che vengono dall'Open Baladin. Ah, il forno a microonde, fra le varie cose serve a fare la zuppa di pesce... E così via.
Tutto un po' folle, tutto un po' da capire. Ma nella sostanza il locale è carino, grazie alla ristrutturazione improntata sul concetto di recupero, curata da Giovanni Trimani (parente artista del clan dei vinaioli). Il concept è interessante, ma molto per una clientela radical chic. La domanda è: ci sono abbastanza radical chic a Roma? Ci auguriamo di sì!

Ps. per dare un'occhiata alla più recente recensione del Polipo sull'Open Baladin cliccate sul link di seguito:
http://ilpolipoaffamato.blogspot.it/2012/04/open-baladin-roma-il-nuovo-norcino.html

domenica 1 luglio 2012

Eataly: cronaca di una visita senza acquisti

Eccoci finalmente alla nostra prima visita da Eataly. Dopo averne scritto variamente, anticipato informazioni e aspettato l'inaugurazione... Finalmente prendiamo la nostra auto e arriviamo baldanzosi al terminal Ostiense. Peccato che fosse un sabato sera, poco prima dell'ora di cena e che avessero avuto un'idea analoga centinaia e centinaia di altri romani. Peraltro molti di loro erano vestiti in tiro come se dovessero andare a una serata di gala... Non vi dico i tacchi dodici!
Dopo aver faticosamente trovato parcheggio - fino a ieri era gratis - ci avviciniamo all'entrata e veniamo subito investiti da una ondata di odoroso fritto di pesce. Sapevo che al primo piano ci fosse la friggitoria del Convento di Cetara, ma non pensavo avessero sparato i bocchettoni per il ricambio dell'aria sulla facciata!
Ma andiamo alla visita: il piano terra è stato il più deludente. Sapevo di trovarci il mercato dell'ortofrutta, ma speravo in una scelta più che altro di primizie e sfizi gastronomici. Invece questo mercato non differiva granché (a parte la tracciabilità, che pure non è poco) dal "reparto banane" di un qualsiasi ipermercato. Al piano terra poi c'è il resto della rivendita dell'oggettistica e della sezione dolce, ma devo dire che qualche prezzo (almeno per quei pochi prodotti che si trovano anche ai vari Auchan, Coop, Conad e Despar) mi è sembrato superiore alla grande distribuzione. Sempre al piano terra le piadine, che avevano un aspetto decisamente invitante, salvo poi dover fare una fila capace di dissuadere anche i più convinti amanti della piada!
Poco distanti, dolci e gelati. Meno fila, ma con l'odore di fritto che si spandeva sinceramente il nostro naso ci chiedeva di metter sotto i denti più qualcosa di salato...
A questo punto abbiamo deciso di seguire l'odore e arrivare al primo piano, dove sapevamo che ci attendeva la friggitoria. Qui con grande sorpresa abbiamo visto Pasquale Torrente in persona friggere pesci vari, ma ancora la fila ci ha dissuasi dall'impresa. Poco distante, la gradevole Osteria Romana: credevamo ci avremmo trovato il nostro amico Oste della Bon'Ora, ma c'era Anna Dente. Sicuramente all'altezza, ma non ci siamo fermati sempre per via della confusione.
Sempre al primo piano c'è il reparto che più ci ha colpiti favorevolmente: salumi e formaggi. Su quest'ultimo capitolo però avrei da ridire sulla prevalenza eccessiva dei prodotti piemontesi (vabbé che Farinetti è di Torino, però l'Italia è grande). Inoltre si segnala una notevole selezione di birre e la possibilità di sedersi alla birreria che fungerà anche da aula didattica.
Passiamo al secondo piano: qui si gioca la partita pesce vs carne. Uno contro l'altro, divisi da una scala mobile. In entrambi i casi si compra o si mangia sul posto. Però, in una situazione di fair play assoluto fra i contendenti, chi si siede dal lato carne può ordinare anche pesce e viceversa. Sempre al secondo piano c'è l'enoteca.
Terzo e ultimo piano. Qui c'è ben poco, se non il ristorante Italia, che è il vero spazio gourmet di Eataly. Peccato solo per i prezzi: per quanto possano aver creato un'eccellenza, sinceramente pagare 100 euro per mangiare in una specie di ipermercato mi sembra un attimo eccessivo. Prezzi come: parmigiana di melanzane, 20 euro. Non stiamo un po' esagerando?
Conclusione: qualche punta di delusione, mista a voglia di tornarci. La delusione è principalmente per l'atmosfera ed è sicuramente inasprita dall'eccessiva "caciara" che abbiamo trovato in questo sabato di fine giugno (tutti a pensare che c'era l'aria condizionata, eh?). La voglia di tornarci - ovviamente in una giornata infrasettimanale - è per fermarsi con calma a studiare meglio ciò che c'è sugli scaffali, scoprire cosa offrono i vari menù, scegliere con che cosa far cena, ordinarlo e mangiarlo seduti ai tavoli, ma senza orde di carrelli e carrozzini che ti investono la sedia... Insomma, l'appello Eataly se lo merita...

martedì 5 giugno 2012

Primo al Pigneto aperitivo e cena...

Sono sempre più convinta che questo locale sia davvero una bella realtà nel panorama romano. Perché è uno dei pochi che si possa definire bistrot e perché si mangia sempre bene, sia che si assaggi un aperitivo sia che ci si sieda a cena. 
Nel primo caso parliamo della formula bevanda+tapas a 10 euro. Un prezzo sicuramente proporzionato al servizio e alla qualità di ciò che viene offerto: una selezione di birre, cocktail e vini al bicchiere ben studiata, accompagnati da un piatto di assaggini davvero gustosi. Nella nostra esperienza il piatto consisteva in un assortimento di un'insalatina di pollo, verdure al vapore con mentuccia, un supplì, un pezzetto di sartù e, dulcis in fundo, una caponata da urlo! Vi devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita, dal momento che si trattava di un aperitivo sfizioso, sostanzioso e non eccessivamente costoso.
Un po' più costoso mangiare alla carta, a pranzo o a cena. In questo caso si devono preventivare almeno una cinquantina di euro a cranio. Ma devo dire che li ho sempre considerati ben spesi.
Nella nostra ultima esperienza, un paio di mesi fa, abbiamo assaggiato un fantastico antipasto di melanzana, tipo parmigiana, con la provola affumicata. Il nostro commento era: "buonissimo, è già finito?".
Beh, qui le porzioni non sono proprio enormi, ma se si mangiano tutte le portate dall'antipasto al dolce non si può dire che non si esca sazi.
Per rimanere nella tradizione, l'amatriciana non è niente male, ma meritano un assaggio anche i piatti un po' più estrosi. Fra i secondi, abbiamo assaggiato la faraona: davvero ottima!
Anche i dolci sono buonissimi, sempre ben presentati e con abbinamenti intelligenti.
Ah, dimenticavo, viene servito sempre pane fatto in casa, anche con l'aperitivo. Spettacolare!

martedì 29 maggio 2012

Eataly a Roma: anticipazioni in esclusiva

Farinetti e co. ai nastri di partenza a Roma. Manca meno di un mese all'apertura ufficiale della nuova sede di Eataly nell'enorme spazio del terminal Ostiense. Fonti ufficiali parlano del 21 giugno prossimo. Ma intanto volete sapere che cosa si troverà in questo megaspazio polifunzionale tutto dedicato al cibo?
Tanta roba! E' questo il riassunto. Credo che i polipi affamati come noi troveranno pane per i loro denti.
Ma facciamo il riassunto di quello che ci dovrebbe essere.
All'ingresso, un po' come a Torino, ci sarà il megamercato ortofrutticolo. Intorno a pomodori e melanzane ci saranno i prodotti di panetteria (rigorosamente farina bio macinata a pietra), pizzeria e piadinera. Quindi pasticceria e gelateria, starring Luca Montersino e Ugo Alciati.
Saliamo al primo piano. Qui in pratica c'è un megapub a disposizione di tutti gli amanti dell'happy hour. Birrificio artigianale (Birra del Borgo, Baladin e Dogfish Head), salumeria, formaggeria, cuopperia (i fritti di Pasquale Torrente del Convento di Cetara) e il pastificio con le sfogline che tirano la pasta in diretta.
Ancora su, al secondo piano, dove si trovano macelleria e pescheria, con relativi ristoranti in abbinamento. In pratica tutto ciò che viene venduto viene anche cucinato. E qui c'è quello che nelle mie aspettative diventerà la mia prossima Mecca: l'Osteria Romana. A rotazione nelle cucine di questo ristorante si troveranno le specialità dei migliori chef dei Castelli. Vi ho già parlato della cornucopia di amatriciana dell'Oste della Bon'ora? Beh, quella sarà una delle cose che si potranno trovare, perché fra i big coinvolti in questa iniziativa ci sono proprio Massimo Pulicati e la moglie Maria Luisa (Oste della Bon'Ora), Cacciani dell'omonimo ristorante di Frascati e Anna Dente dell'Osteria di San Cesario.
Last but not least, all'ultimo piano ci sarà il Ristorante Italia, dove si alterneranno le specialità delle regioni italiane, e la mega sala eventi.
Il tutto ovviamente innaffiato di vino proveniente da quella che si propone di essere l'enoteca più grande d'Europa, dalla birra artigianale di cui sopra e dal caffè di Illy e Vergnano (quest'ultimo promette una macchina per la tostatura in diretta).
E poi ovviamente il supermercato per i gastrofissatoni come noi... Non vediamo l'ora!

Per info e opportunità di lavoro potete dare un'occhiata al sito ufficiale di Eataly, di cui trovate il link di seguito:
http://www.eataly.it/

giovedì 16 febbraio 2012

Mexico all'Aventino


Spedita a fare un articolo, sono entrata in questo locale come giornalista e ho avuto la fortuna di essere "servita e riverita", oltre ad aver saputo la storia e i retroscena del locale.
Il ristorante è molto carino e ben arredato (bella forza, uno dei soci è architetto!), con molti elementi "made in Mexico", come i fantastici e fotografatissimi wc maiolicati (sì sì, proprio le tazze... quelle tazze!).
Ad accoglierci il simpaticissimo barman, Marco Fernandez. Non vi fate ingannare dal nome: Marco con il Messico c'entra ben poco, al massimo ha parenti napoletani... In compenso, ha sposato la causa della tequila e aver messo questo liquore praticamente in tutti i cocktail. Assolutamente da assaggiare il margarita (circa 20 versioni) e particolarmente curiosi gli smoked, preparati con un vero affumicatore. Ci è piaciuta molto anche una sua creazione di cui non ricordo il nome che conteneva vodka alla pera.
Pur trattandosi al 100% di ristorante etnico, l'appuntamento più conosciuto è l'aperitivo, che nel weekend è più ricco (e più affollato), dalle 18 alle 20,30. Ma il consiglio è piuttosto di arrivare con calma e sedersi, ordinare 1-2 cocktail a testa e qualcosa da mangiare, magari da dividere, come il misto di burritos (buono per mangiarci anche in 3).
C'è da dire che anche in cucina, purtroppo, non ci sono messicani, ma c'è una buona ricerca sulle ricette originali messicane. E, udite udite, non è tutto piccantissimo!!! Certo, il cibo è speziato, ma non ultrapiccante, fatta eccezione per i piatti con i peperoncini di fianco nel menù. D'altra parte, io in Messico ci sono stata e vi posso dire che è esattamente così: ci sono i cibi piccanti, ma è moooolto più piccante la cucina calabrese!
Buono il guacamole, simpatici i burritos e buone le patate al forno (che sono sempre anche nell'aperitivo). Per chi apprezza il piccante spinto, chiedete il Chilli o i fagioli cotti nella tequila... Atomici!

Ps. se volete dare un'occhiata al menù in anteprima... cliccate sul link di seguito:
http://www.mexicoallaventino.it/Ristorante-Messicano.it.htm#m

sabato 19 novembre 2011

Said: aperitivo alla Fabbrica del Cioccolato

Torniamo in questo locale dopo diversi anni e troviamo l'ambiente immutato dal punto di vista estetico (molto carino il locale con un sano recupero di vecchi elementi), ma molto cambiato come priorità. La sensazione è che adesso Said sia più votato al ristorante e al negozio, meno alla caffetteria e agli aperitivi.
Soprattutto su questo secondo fronte, motivo per cui eravamo andati lì, c'è stato un notevole cambiamento di format, che ci ha lasciati francamente un po' delusi. Ci ricordavamo i bei tempi in cui l'aperitivo era servito con un contorno di buffet in cui campeggiavano rustici, sfizi vari e insalate, ma soprattutto lei: la cofana di "nutella" fatta in casa da Said con relativo cestino di pane di accompagnamento. Tutto questo è stato sostituito da una guantiera di rustici (più o meno una ogni 2 persone) e altri sfizi per lo più molto buoni. Il tutto non ci fa affatto rimpiangere il vecchio buffet, ma ci manca molto la cofana di "nutella", anche perché oltretutto con la sua assenza viene a mancare una tipicità di Said, in quanto fabbrica di cioccolato. Suggerimento agli amici di Said: bene il vassoio di sfizi vari, ma magari perché non ripristinare la vecchia buona abitudine del cioccolato? Non dico una cofana, ma una coppettina con uno spalmino e un cestino di pane sarebbe cosa gradita. Senza dimenticare che così Said tornerebbe ad essere ricordato come una cioccolateria che fa gli aperitivi.

Ps. di seguito il link di un aperitivo che continua ad essere il nostro preferito:

sabato 1 ottobre 2011

Aperitivo da Gusto a Roma


Sono tornata da Gusto dopo tanto tempo per un aperitivo. Ho notato una leggera flessione non tanto nella qualità, ma nella quantità dell'offerta. C'è da dire, però, che eravamo in una serata infrasettimanale e a far l'aperitivo c'erano pochissimi tavoli. Logicamente, avranno pensato che non aveva senso assortire decine di stuzzichini diversi (come è di solito di sabato) a fronte di un numero limitato di clienti.
Cominciamo dal prezzo: 10 euro, comprensivo di buffet libero e cocktail o bicchiere di vino.
Al buffet ci si serve da soli e io detesto soprattutto i micropiattini che vengono messi a disposizione dei clienti. Capisco che vogliano evitare i piatti enormi e con l'ascensore al centro, però almeno un normalissimo piattino da antipasto sarebbe gradito. Durante la settimana non ci sono tanti problemi a rialzarsi e a riempire un nuovo piattino, ma il micropiatto nel weekend comporta file infinite, causate anche dal fatto che non fanno a tempo a lavarli i suddetti micropiatti che subito finiscono.
Detto questo: analizziamo l'offerta di cibo di questo aperitivo. In genere sono due i piatti forti: fritti e farinacei. Nel capitolo fritti si possono annoverare le patatine sfogliate che purtroppo l'altra sera non c'erano, le mozzarelline panate, le olive ascolane, i supplì e varie ed eventuali... Quindi per quanto riguarda i farinacei bisogna tenere presente che Gusto è anche pizzeria. In altri tempi si trovavano anche tranci di pizza calda appena usciti dal forno, adesso non è più così, ma l'altra sera c'erano delle ottime focacce, una con le melanzane e l'altra con le zucchine.
Poi di solito si trovano piadine ripiene e arrotolate, crostini, pizze rustiche a pezzi, ecc.ecc.
L'altra sera ho trovato anche una pasta al forno porzionata e servita in piccoli contenitori di carta. Era buona, peccato fosse gelida...
Per quanto riguarda l'offerta di bevande, alla mescita ci sono sempre molti vini, anche non banali, mentre i cocktail sono ridotti a pochi capisaldi.

lunedì 26 settembre 2011

Momart, aperitivo a Roma

Mancavamo da diversi anni, ma sono poche le novità nell'aperitivo del Momart, in zona Lanciani a Roma (a due passi dalla caserma della GDF). La costante è che si tratta di un aperitivo con un buon rapporto qualità-prezzo (nonostante un aumento da 7 a 10 euro del costo), grazie alla formula all-you-can-eat e una vasta scelta nelle bevande.
Il locale resta un gran bel posto, con tavoli fuori (adesso brandizzati Campari) dove è piacevole trattenersi se il tempo è bello, anche se con vista sul niente e adesso anche un po' affogati dall'incombente muro alzato dai lavori della metro B1. Dentro è molto moderno, minimalista e tendente al "fashion". Fa molto tendente al "fashion" anche la scelta di mettere la classica gnoccolona all'entrata, a prendere i nomi per la lista, che dopo le 20,00 si fa particolarmente lunga, e assegnare i tavoli.
Il servizio è abbastanza solerte, anche se non c'è molto da far servizio con un aperitivo a buffet, però si apprezza il fatto che i tavoli vengano sparecchiati frequentemente, meno che vengano prontamente svuotati non appena ci si accorge che i commensali hanno finito di mangiare: avvertimenti un po' troppo chiari per cercare di sgomberare al più presto. E avanti un altro!
A proposito di buffet, la vera killer application del Momart è la vasta quantità di pizza che viene preparata espressa ed esce calda calda dal forno a legna. Da un lato, quindi la zona pizze a spicchi, dall'altro un buffet continuamente riempito, anche se basato un po' troppo sui farinacei. Buoni i fritti (se li trovate, perché vanno a ruba in pochi secondi!) e i rustici di pasta sfoglia. Poi cous cous freddi, insalate di riso e di farro, paste fredde... Il tutto abbastanza trascurabile.
Come dicevo, anche la carta delle bevande merita. Moltissimi i cocktail, ma noi preferiamo le birre, con scelte non scontate: alla spina Du Demon e Menabrea, una piacevole sorpresa!