martedì 21 settembre 2010

Ristoro all'Oasi della Birra


Un grande ritorno dopo tanto tempo di assenza. Mi mancavano i mega-taglieri dell'Oasi della Birra, così abbiamo deciso di tornare sul luogo del delitto, in questo angolo nel cuore di Testaccio (su un lato della piazza del Mercato). Pochi cambiamenti rispetto al solito, a parte una nuova sala che abbiamo visto solo da fuori, ma noi, abitudinari, abbiamo scelto di star giù, fra blocchi di pietra e ragnatele, in un ambientino da segrete del castello.

Il menù è sempre monumentale, specialmente nella scelta delle birre e dei salumi/formaggi che compongono i taglieri. Abbiamo notato un leggero aumento nei prezzi e ridimensionamento dei taglieri, ma c'è da dire che parliamo di pochi centesimi in più e di poche fette in meno... è la crisi!

Per chi non l'avesse mai frequentato, l'Oasi della birra è un'enoteca/birroteca/gastronomia, con tanto di scaffali pieni di vini, birre e barattoli di ogni ben di Dio. Qui si cucina poco e infatti le cose migliori sono quelle che non richiedono molto impegno. Su tutto, i taglieri che ho già nominato più volte: di salumi, di prosciutti, di formaggi, oppure assortiti come la fantasia vuole. Si possono ordinare da 6 o da 8 pezzi (rispettivamente 16 e 19 euro) e non è vietato assortire dai vari elenchi. Il mio consiglio è che un tagliere da 8 va bene per 2 persone, quindi 2 taglieri per quattro e via dicendo... Poi dipende dalla fame... Comunque, non vi aspettate il classico tagliere con salamino da supermercato: qui nella scelta infinita c'è davvero tutto (o quasi) lo scibile del salame e del formaggio. I nostri preferiti sono sempre il petto d'oca o d'anatra, ma abbiamo scoperto in quest'ultima visita anche il prosciutto di canguro - sì, avete letto bene, canguro - e abbiamo rivalutato la coppa di zibello (che non è un animale strano, ma una specie di ottimo culatello). Notevoli anche i salamini di cinghialotto e ottima anche la mortadella al tartufo. Giampiero, poi, va pazzo per i formaggi belgi bagnati di birra d'abbazia: la cosa più puzzolente che esista al mondo! Al confronto una fabbrica di gorgonzola è una folata di aria fresca! A proposito di gorgonzoli, ci sono anche molti ottimi erborinati (ottimo il gorgonzola al vinsanto), formaggi francesi di vario genere, puzzoni italiani (come appunto il Puzzone di Moena) and so on.

A parte questo, qualche cibo cotto c'è: da segnalare lo squaglio, cioè un piatto con tanto buon pecorino sardo sciolto con una generosa colata di miele sopra. In inverno, meritano anche le polente e le zuppe, mentre ho assaggiato raramente ma non ho un buon ricordo della pasta, nè delle bruschette che secondo me rimangono troppo "industriali".

C'è anche qualche dolce, in particolare dei crostatoni un po' pesanti, ma non male di sapore.

Non ho detto dell'assortimento di birre (ma anche i vini sono tantissimi). In quest'ultima visita abbiamo ritrovato la Triple belga che avevamo bevuto a Bruxelles. Anche il prezzo era interessante: la 0,33 costava 5 euro cad. e a Roma l'abbiamo vista (calda) anche a prezzi più alti.

Molti scelgono l'Oasi della Birra anche solo per un aperitivo... ma non sanno che cosa si perdono!

lunedì 13 settembre 2010

Memorie d'estate... Crovatico

Sarà stata la giornata decisamente calda, sarà stata la giornata impegnativa che meritava una sosta gourmet, sarà stata la noia guardando Miss Italia... Insomma, mi è tornata in mente l'estate e i buoni posti dove si va a mangiare a Vieste. Quest'anno sono andata diverse volte nel bel villaggio del Crovatico (pochi chilometri dopo Vieste, in direzione Peschici), dove è finalmente tornato ai fornelli il bravo chef Elia. Amico di mio zio, è anche un provetto pescatore e, se siete fortunati, troverete in cucina qualcuna delle sue prede.
Ovviamente, la cucina al Crovatico è prevalentemente di pesce. Trattandosi di un campeggio, non può mancare anche il pizzaiolo per una formula più low cost, ma questa si può rivelare una buona occasione per unire ai buoni piatti di pesce preparati da Elia una bella schiacciata.
In particolare con l'antipasto mari e monti: sempre un ottimo inizio. Nel mare si trovano sempre il misto di affumicati, le alici marinate, il polipo a insalata, la pepata di cozze... Nei monti, invece, ci sono sempre le zucchine fritte, le verdurine grigliate... Tutte prelibatezze da mangiare con una fetta di schiacciata. Una precisazione: l'antipasto è talmente grande che la dose giusta è uno ogni due persone. Prenderlo da soli significa che è finita la cena...
Invece val la pena di continuare! Soprattutto i primi (difficilmente sono andata oltre) che meritano davvero. In particolare mi sono innamorata delle orecchiette alle cime di rape e scampi.
Difficilmente, come dicevo, sono arrivata ai secondi. Sicuramente sono sempre buoni i pesci grigliati.
Come buona conclusione, invece, i biscottini con il moscatello locale.

sabato 11 settembre 2010

La Scuderia, sorpresa a Genzano


Volevamo concederci una giornata spensierata e mangereccia a li castelli... ma non avevamo voglia della solita fraschetta. Eravamo in due, mentre la fraschetta è più da gruppo di amici, convivialità e vino della casa a gogò. Quindi ci siamo affidati alle solite bibbie dei ristoranti e abbiamo scovato un indirizzo sicuro, che dopo aver frequentato posso dichiarare sicurissimo!

Si chiama la Scuderia e sta nel centro storico di Genzano, davanti al Palazzo Sforza Cesarini e a due passi da quei meravigliosi belvederi da cui si domina tutto il lago di Nemi.

L'ambiente è molto rustico e la conduzione è familiare. Il menù è di stampo tendenzialmente laziale, ma c'è qualche deviazione, sempre nel solco della tradizione italiana.

Abbiamo deciso di affidarci alla loro proposta del menù degustazione. Pensavamo che fossero assaggini, ma al contrario erano tutte porzioni complete e decisamente abbondanti. Per fortuna, abbiamo avuto la buona idea di prenderne uno solo in due e, come riempitivo, un altro antipasto e un altro primo. Ovviamente, come da nostra abitudine, abbiamo "steccato" tutti i piatti, come si dice a Roma e siamo usciti ugualmente satolli!!!

Per cominciare, tre antipasti: uno era la frittura di verdure (a cui si aggiungevano due fiori di zucca alla romana) che avevamo scelto noi, gli altri due erano nel menù degustazione: una caciottina condita con pomodorino e spezie e cotta; un guanciale croccante all'aceto balsamico e pinoli. Il fritto era buono e croccante, peccato per l'eccesso d'olio soprattutto di alcuni tipi di verdure più spugnose come la melanzana. La caciottina era saporita, ma ancora non ho ben capito che tipo di formaggio fosse. Il guanciale era da urlo: croccantissimo, ben bilanciato con il sapore dolciastro dell'aceto balsamico, ovviamente salato come un buon guanciale deve essere, ma per noi semplicemente perfetto, specialmente se accompagnato con l'ottimo pane Igp di Genzano.

Arriviamo ai primi: qui la premessa è d'obbligo. All'entrata si possono vedere in anteprima le paste all'uovo che verrano gettate in pentola. Pasta decisamente fatta in casa, bella porosa e giustamente spessa. Entrambi i nostri piatti erano fatti con le fettuccine, ma anche le pappardelle avevano un aspetto niente male... Dal menù c'erano, quindi, le fettuccine col ragù di carne. Era un ragù fresco, fatto con pomodorini spellati a vivo. Diciamo che ci saremmo aspettati un ragù più corposo, ma probabilmente questa è anche una - giusta - scelta per un menù estivo. L'altro primo era invece in bianco: ancora le fettuccine ma questa volta condite con i funghi porcini che avevamo visto in vetrina... non potevamo resistere! A onor del vero i porcini in questione non erano sapidissimi, ma questo ci ha fatto pensare a un "boletus" più genuino e meno aromatizzato (come invece sono quelli surgelati), così non ne abbiamo fatto certo un dramma. Anzi, abbiamo apprezzato la delicatezza complessiva del piatto, in cui si sentiva anche distintamente un buon olio d'oliva che condiva la pasta.

Eccoci quindi al secondo, già provati per le dimensioni delle precedenti porzioni (soprattutto della pasta, che è una vera cofana, come si dice a Roma)... Costolette di abbacchio panate e fritte: divine!!! In questo caso la frittura era asciuttissima e il risultato era croccantissimo. Nel menù avevo notato anche la presenza, fra i contorni, delle patatine fritte "tagliate al momento", ma avendo già preso due portate di fritto ho rimandato l'assaggio a una prossima visita!

Infine un tiramisù, molto saporito, peccato solo per la crema un po' troppo liquida.

E se il pasto non si poteva certo dire leggiadro, il conto invece ci è parso relativamente leggero. Meno di 30 euro a testa questo locale ce li vale decisamente, anche considerando che a una prossima visita faremo tesoro di questa esperienza e prenderemo, probabilmente, qualche portata in meno. Da segnalare che il menù degustazione (a 35 euro) comprende anche acqua e 1/2 bottiglia di vino e, secondo me, per chi ha una fame normale si potrebbe tranquillamente dividere in due senza prendere altro.

giovedì 9 settembre 2010

Miyabi 2... un tocco di Vietnam!


Ormai i ricordi dell'estate a Vieste si affievoliscono (ma non escludo di fare qualche altro "salto nel tempo"), quindi torniamo a Roma, per raccontare più da vicino quello che offre la ristorazione della Capitale.

Il primo approccio è passato da un ristorante etnico, che si professa giappo-vietnamita. Si chiama Miyabi 2 e si trova nel cuore di Trastevere: una zona un po' turistica ma sia per i prezzi che per quello che ci abbiamo mangiato, questo ristorante ci è sembrato abbastanza fuori dal coro. Ha anche il nastro dove scorrono sushi e sashimi, ma poiché il giappo lo mangiamo spesso, abbiamo deciso di approfittare della seconda anima del ristorante, quella vietnamita.

Per questo abbiamo scelto uno dei menù a disposizione, che prevedeva cinque portate da dividere in due per 25 euro a cranio. Noi pagavamo con due coupon di CityDeal, esattamente del valore di 25 euro (al costo di 12 ciascuno), quindi abbiamo anche pagato la metà, con somma soddisfazione.

Devo dire, però, che da quando mi avvalgo delle offerte di CityDeal, che mi hanno portato in vari ristoranti di Roma, è la prima volta che mi sento di dire che ci tornerò volentieri anche a prezzo pieno.

Il simpatico omino orientale (non saprei dire se vietnamita o cinese) che ci ha accolti e ha preso l'ordinazione ha spiegato che alcune pietanze del menù non c'erano, così abbiamo fatto qualche scambio, sotto suo suggerimento e abbiamo "ricomposto" il menù, anche se un po' alla cieca.

Temevo pietanze troppo speziate, invece i sapori erano tutti delicati, solo degli spaghetti di soia erano un po' troppo piccanti per i miei gusti e quindi li ho lasciati. Al contrario, mi hanno colpito molto le melanzane al basilico, molto molto fritte, ma profumatissime. Poi c'erano dei gamberoni serviti in un piccolo wok, probabilmente ex surgelati, ma molto saporiti. Simpatica la proposta di una cupoletta di riso scondito, servito con una zuppetta ai gamberi con cui irrorare il riso. E poi il piatto forte: gli spiedini. In tutto sono otto, quattro a testa, di quattro varietà diverse: seppia, gamberi, carne bianca che sarà pollo e carne rossa che sarà manzo. Secondo me i più buoni di tutti erano quelli di pollo, ma anche quelli di seppia, come si dice a Roma, "spignevano".

Fine del menù, ma il tradizionale garbo orientale non si ferma qui, ma va avanti con un'offerta spontanea di frutta a pezzi (anguria e melone), peraltro molto buona.

Insomma, premesso che non conosco la vera cucina vietnamita, devo dire che questo ristorante mi è piaciuto molto. Ideale anche per una bella passeggiata a Trastevere...

martedì 7 settembre 2010

Masseria... e basta!

Continuano le rivisitazioni delle esplorazioni gastronomiche dell'estate passata sul Gargano. L'operazione memoria mi riporta a un simpatico locale inaugurato da poco, nato dalla (buona) volontà di un gruppo di ragazzi che hanno iniziato come allevatori, mestiere di famiglia, e si ritrovano ristoratori. I risultati sono tutt'altro che malvagi. A pochi chilometri da Vieste, sulla litoranea per Peschici, subito dopo il Crovatico c'è un grosso cartello di legno con su scritto: MASSERIA. E basta!
Non ha altri nomi.
Vi chiederanno: "sapete come funziona?". Funziona che portano tutto loro. Il potere di voto si limita all'accettare o meno i primi e i secondi, oppure fermarsi ai già copiosi antipasti. Formaggi di produzione propria (l'assicurazione sono le vacche che pascolano a tutte le ore in mezzo alle macchine degli avventori parcheggiate, ma hanno molto più spazio per vivere allo stato brado e crescere felici e indisturbate); salumi; fritti, come le patatine a sfoglia e le zucchine; bruschette; caciocavallo alla brace... Qualche sera si trova la porchetta e se siete molto fortunati anche la ricottina calda calda appena preparata (ogni 3 giorni per non stressare troppo le vacche!). La vera sorpresa sono state delle orecchiette con il sugo delle melanzane ripiene (che a Vieste chiamano in amicizia "bombe a mano"): ne avevamo ordinato un assaggio e ce ne ha portato una cofana, accompagnate da una mezza bomba a mano che per decenza abbiamo diviso in 3. Anche la carne è di produzione propria: non vi aspettate il filettino morbido morbido, ma la carne è buona e saporita, soprattutto le salsicce e l'agnello. Porteranno poi anche un dolce e una grappa che è quasi alcol puro per far scendere tutta la cena in un sorso spaccabudella!
Satolli e contenti (è un po' rustico ma si mangia bene), si va via con un conto che, almeno quello, è leggero: 20-25 euro a testa e passa la paura!

giovedì 2 settembre 2010

La Chiusa delle More a Peschici (il ristorante)


E' da quando cucino che sogno un piccolo ristorante, su una terrazza affacciata sul mare. Pochi coperti e menù fisso realizzato in base alla fantasia della giornata e alle disponibilità del mercato. Beh, purtroppo la cuoca in questione non sono io (nel tempo ci attrezzeremo...), ma ho trovato un posto che riassume esattamente i miei desideri. Si chiama la Chiusa delle more e si trova a Peschici o meglio in località Calena. Per la precisione si tratta di un bed&breakfast di ottimo livello, che si presenta molto bene e che, ovviamente, prevede anche la mezza pensione. Per chi non pernotta, però, basta una telefonata (la prenotazione è d'obbligo).

Ad animare bed&breakfast e ristorante, un riscoperto amico di mio padre nonché un soggetto davvero particolare, brioso e attento ai clienti. In cucina, sua moglie che mescola la cucina pugliese, quella siciliana (pare che abbia delle origini sicule) e un po' di estro.

La formula è molto semplice: si comincia tutti alla stessa ora e il menù è fisso. Un giorno carne, un giorno pesce. Noi siamo capitati nel giorno carne (e ci ripromettiamo di tornare presto nel giorno pesce).

Per iniziare una serie di antipasti:

- mozzarella di bufala (freschissima) servita con pomodori secchi a listarelle: semplice e intelligente;

- purea di fave e cicoria servito con crostini di pane sottilissimi bruscato: veramente a regola d'arte;

- una parmigianina monoporzione composta di due fette di melanzana dorata e fritta, mozzarella al centro e sugo fuori: ottimo e ben presentato;

- un tortino di peperoni in pasta di pane: non avevo capito che fossero peperoni tanto che era delicato il ripieno, però avrei messo una pasta più delicata della pasta di pane (magari la brisee);

- pomodori ammuddricati, cioè gratinati con la mollica di pane: questi di provenienza sicula, davvero buoni;

- anelli di cipolla in pastella fritti: frittura leggera e asciutta, davvero ottimi.

E questi erano solo gli antipasti che già erano sufficienti per chiudere la cena e chiedere il conto. Ma non finisce qui. Si continua con un primo e un secondo. Come primo ci è capitata una pasta tipo troccoli (grossi spaghetti alla chitarra) con una crema di ricotta e zucchine. In questo caso devo dire che il sapore non era male, ma la pasta un po' duretta, probabilmente anche perché siamo stati i primi ad essere serviti. Poi una specie di involtini di carne anche questi "ammuddricati": somigliavano molto agli involtini alla messinese, ma a dir la verità meno delicati.

Per concludere una freschissima coppetta di frutta tagliata a pezzi e condita solo con una spolverata di zucchero a velo. Infine, una fetta di crostata fresca alla crema accompagnata da un bicchierino di nocino o limoncino o grappa.

Il tutto per un totale di 38 euro a cranio: forse un po' troppo per un menù fisso, ma devo dire che merita.