Piccola netiquette: fuori al locale c'era la lavagna con i menù scontati per il pranzo (18 euro per 1 antipasto e 1 primo, con acqua e caffè; 12 euro solo per 1 primo con acqua e caffè), eppure dentro non ci è stata affatto proposta questa scelta. In verità siamo stati anche noi a non chiederla, attirati dal classico antipasto a 5 portate alla pugliese che è il vero cavallo di battaglia della Capagira.
Si comincia come sempre dai latticini, freschissimi, che consistevano in un nodino a testa, una ricottina e una burratina da dividere. Quindi arriva il classico tortino di polipo e patate (freddo), che in pratica è un purè senza formaggio e con il polipo ben cotto e leggermente acetato. Ancora un assaggio di parmigiana, delicata. Poi le due novità del giorno: uno era il baccalà fritto, asciutto e leggero, l'altro era l'involtino di pesce spada affumicato ripieno di cipolla glassata e servito con zucchine all'aceto balsamico, questo era davvero una gran bella novità!
Quindi i due primi: un piatto era di tagliolini sottilissimi (sembravano quelli di Campo Filone) con ragù di rombo, l'altro erano dei cicatelli fatti in casa (tipo gnocchetti sardi, per chi non conoscesse le paste della tradizione pugliese) con frutti di mare. Entrambi erano complessivamente buoni, sia per la corretta cottura della pasta, che per la freschezza del pesce. Peccato, per entrambi, per la nota eccessivamente sapida. Insomma, leggermente salatucci... Purtroppo con il pesce capita: non bisognerebbe salarlo affatto perché, alla fine, viene o non viene dal mare?
Niente secondi né dolci perché eravamo già strapieni... In abbinamento una bottiglia di Candido Vigna Vinera che non era affatto male. Alla fine dei conti, 35 euro a testa (vino incluso) e comunque siamo stati più che soddisfatti e con piacere abbiamo notato che questo localino pugliese attira clientela anche a pranzo.
N.b. Non è la prima volta che scrivo sulla Capagira. Vi copincollo di seguito il link alla precedente esperienza:
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