sabato 21 aprile 2012

Open Baladin a Roma, il nuovo Norcino

Avevo letto pochi giorni fa del nuovo panino Norcino elaborato dalla fervida mente di Gabriele Bonci per l'Open Baladin. Prontamente, ho deciso di assaggiarlo alla prima occasione. Beh, buono, come sono buoni gli hamburger al Baladin (grazie soprattutto a un'ottima carne) però niente wow! In pratica, come penserebbe un amante del più prosaico McDonald's è una specie di McBacon, con la pancetta. Unica variante è la presenza del pecorino e la salsa barbecue. Ok per la seconda (anche se di norcino ha poco), un po' scarsa la presenza del primo! Il tutto in un panino da ben 16 euro (poco sopra la media dei 14) che viene servito così, nudo crudo e nient'altro attorno... Due patatine no, eh?
A parte questo abbiamo assaggiato le ottime scrocchette cacio e pepe e ho realizzato quella che per me è una verità: più che per i buoni hamburger, al Baladin bisogna andarci per birra e frittoni. Purtroppo non mi hanno fatto prendere le Fatate (cioè le patatine a sfoglia)... però anche quelle sono una certezza!
Quanto alla birra, è la vera killer application di questo locale: c'è una selezione infinita, specialmente di birre artigianali italiane, e questo ci piace.
Sul locale c'è da dire una cosa che non sapevo: non c'è solo la sala che si incontra all'entrata, ma un dedalo di stanzette sia al piano di sopra che a quello di sotto... L'arredamento è da recupero chic, anche se sui divani andrei a fare un restyling più corposo.

lunedì 9 aprile 2012

Il Capriccio di Vieste: una conferma

Siamo tornati nuovamente al Capriccio, al cospetto del bravo chef Leonardo Vescera. Uno che, lungi dal fermarsi e adagiarsi sugli allori, prosegue la sua crescita imperterrito. Rimangono i suoi classici nella carta,  ma si aggiungono novità dell'ultima ora e indovinatissimi esperimenti delle feste.
Confesso che addirittura ci siamo stati due volte in due giorni, sempre a pranzo, godendo peraltro della bella vista sul porto di Vieste. Il primo giorno ce la siamo cavata con il delicatissimo tris di tonno (sashimi, tartare e filettino leggermente scottato); un magnifico gnocco ripieno di burrata e porcini e condito con una crema al tartufo; la zuppetta di burrata con i frutti di mare (seppie e cozze in particolare).
Il secondo giorno, a Pasqua, pranzo in famiglia con ripassino della tartare di tonno; due assaggi di primi che consistevano in un pacchero ai frutti di mare e uno gnocchetto al ragù di scorfano (e asparagi, ma io non li ho voluti); un medaglione di rana pescatrice (guardata in faccia prima che finisse in pentola!) servito con purea di fave e cicoriella ripassata; ancora i dolci con il tiramisù al bicchiere e la mousse di cioccolato bianco.
Insomma, in entrambe le occasioni un bel pranzetto, con gusti nuovi o vecchie conoscenze, ma comunque con grande soddisfazione! Unica piccola pecca, in particolare il giorno di Pasqua, i tempi un po' lunghi. Ma Leonardo ha trovato il modo migliore per giustificarsi: "i miei piatti sono tutti espressi, nulla è già pronto".

domenica 8 aprile 2012

Gaetano Costa a via Veneto, Roma

Metti un coupon per una sera gourmet. Metti una difficile trattativa per convincere chi so io a indossare la giacca. Metti le migliori intenzioni per una romantica cenetta... Ok, gli ingredienti ci sono, ma forse è qualche altro dettaglio che è mancato e, con calma, arriverò a spiegarvi!
Ma andiamo con ordine. Ingresso in un locale minimal moderno chic. Ineccepibile, tranne che sinceramente l'abbandono totale del tovagliato non è che mi trovi completamente d'accordo (ma sono mie fisime!). Servizio di quelli superattenti, con non un solo cameriere a nostra disposizione, ma almeno 4 che si alternavano a spiegare piatti, portare stuzzichini, versare acqua e vino ecc. ecc. Anche il cestino del pane merita una citazione: carino e assortito fra paninetti fatti in casa di noci, olive e chi più ne ha più ne metta.
Ma l'inghippo si è presentato insieme alla carta... Quello che non ci ha convinti (ecco ve lo sparo subito) è stato il rapporto nomi-piatti! Nel senso che ai piatti non corrispondeva l'aspettativa generata dai nomi altisonanti, lunghi e qualche volta non del tutto coerenti.
Come antipasto abbiamo assaggiato le capesante al gratin di fegato grasso d'oca con soppressata di robiola: meno tempo a finirlo che a pronunciare il nome! Quindi il gulash di tonno, che di gulash non aveva nulla (dov'era la zuppetta?): si trattava di un ottimo filetto appena scottato, ma il nome era completamente sballato! Ah dimenticavo, i piatti nell'attesa: un cucchiaio di non mi ricordo cosa (gradevole, ma evidentemente non indimenticabile); una cocottina di "fagioli e cozze", ma l'uso del plurale era del tutto improprio, quella cozza era single (!); subito dopo i primi un raviolo di burrata con tartufo da bis (ci piacerebbe che fosse inserito in carta).
A proposito di primi, sono questi i piatti che ci hanno convinti di meno. Per i cavatelli con porcini e bottarga di muggine una cottura un po' troppo al dente della pasta, oltre all'uso della polvere di bottarga piuttosto che della stessa grattugiata fresca; per i fiocchi di patate in tegamino con astice, dragoncello e provolone, un equilibrio dei sapori che non ci convinceva granché.
Ancora mare in uno dei due secondi assaggiati, i medaglioni di pescatrice alla mozzarella di bufala campana, che però ci sembrava un po' minimal nelle quantità e un po' spento nei sapori. Molto meglio, abbandonando il mare, il filetto di Fassona in crosta di pane carasau: simpatica la panatura e sapiente la cottura.
Al posto di uno dei dolci abbiamo scelto di assaggiare i formaggi, che però non ci sono stati descritti. Ad occhio erano dei buoni "esemplari" italiani, ma non ci è sembrato che ci fosse stata una ricerca così estrosa. Infine una cheesecake, buona, ma ci sembrava più che altro una tartelletta di pasta frolla! Ancora i petit fours offerti dalla casa, tutti a base di meringa, ma molto delicati.
E un conto che non è stato salatissimo grazie al coupon con cui abbiamo pre-acquistato la cena (50%, quindi 99 euro per mangiarne 200, con scelta libera dalla carta, e si apprezza questa scelta nonché l'attenzione assolutamente equivalente riservata a noi "clienti deal"). In più, altri 50 euro di bevande, fra cui sono stati conteggiati anche i bicchieri di "bollicine" che a inizio serata ci erano stati offerti: pensavamo fosse un omaggio della casa, invece ci sono costati 16 euro!
Conclusioni finali, per fare un bilancio: il locale è bello, il servizio ben rodato. A nostro parere ci manca solo un po' di attenzione in più nel menù, sia nella scelta dei piatti in carta, che in quella dei nomi. Ah, un'altra piccola notazione: lo chef Gaetano Costa era in sala, peraltro a farsi intervistare da una collega. In cucina non ci pare sia mai stato, né in sala ha mai "coccolato" i clienti, come un buon patron dovrebbe fare...

P.s. per dare un'occhiata al sito del ristorante e farvi un'idea, cliccate sul link di seguito:
http://www.gaetanocostarestaurant.com/

Auguri di Buona Pasqua

Anche il Polipo Affamato ci tiene a fare gli auguri di Pasqua... Sicuramente oggi sarà un giorno di grandi abbuffate, sia in casa che al ristorante. E il Polipo non si tira indietro!
Per ricordarvi come i suoi "connazionali foggiani" santificano la Pasqua, di seguito vi copio il link della ricetta tipica della Pasqua foggiana! Il protagonista è l'agnello (alternativa capretto), comunque il giovane ovino sacrificato anzitempo agli altari dell'abbuffata pasquale. Di fianco ho scelto una fotografia che lo rappresentasse, ma evitando di metterci l'originale, per non scatenare facili "che carino", seguiti da "poveretto"... Meglio la versione di zucchero, che tanto si usa nel Sud d'Italia.
Allora, TANTI AUGURI, e buon agnello con i cardoncelli!
http://ilpolipoaffamato.blogspot.it/2011/05/agnello-e-cardoncelli-ricetta-foggiana.html