Qualsiasi cosa tocchi, il trio Gabriele Bonci, Teo Musso e Leonardo di Vincenzo (già Open Baladin) ha la capacità di farlo diventare oro. Staremo a vedere se sarà lo stesso destino anche di questo nuovo locale, il No.Au. aperto a due passi dal Chiostro del Bramante e da Piazza Navona, sulle ceneri del Societe Lutece.
Il format è tanta birra (Baladin e Birra del Borgo, più qualche altra selezione di artigianali italiane), qualche concessione al vino e poca cucina, secondo lo spirito di "cucina che non ha bisogno di una cucina". Eh, sì, perché una cucina non c'è. Solo un forno a microonde, un fornetto e un ferro da stiro, che serve a "stirare" la seppietta piuttosto che l'alice (temperatura cotone, dicono!). Naturalmente lo stiraggio avviene mettendo il pesce in questione fra due fogli di carta da forno, per salvare l'igiene.
Poi panini con tartare, quindi carne cruda, al centro. Salumi, formaggi, le "fatate" che sono le patatine fritte alla paprika che vengono dall'Open Baladin. Ah, il forno a microonde, fra le varie cose serve a fare la zuppa di pesce... E così via.
Tutto un po' folle, tutto un po' da capire. Ma nella sostanza il locale è carino, grazie alla ristrutturazione improntata sul concetto di recupero, curata da Giovanni Trimani (parente artista del clan dei vinaioli). Il concept è interessante, ma molto per una clientela radical chic. La domanda è: ci sono abbastanza radical chic a Roma? Ci auguriamo di sì!
Ps. per dare un'occhiata alla più recente recensione del Polipo sull'Open Baladin cliccate sul link di seguito:
http://ilpolipoaffamato.blogspot.it/2012/04/open-baladin-roma-il-nuovo-norcino.html
Il format è tanta birra (Baladin e Birra del Borgo, più qualche altra selezione di artigianali italiane), qualche concessione al vino e poca cucina, secondo lo spirito di "cucina che non ha bisogno di una cucina". Eh, sì, perché una cucina non c'è. Solo un forno a microonde, un fornetto e un ferro da stiro, che serve a "stirare" la seppietta piuttosto che l'alice (temperatura cotone, dicono!). Naturalmente lo stiraggio avviene mettendo il pesce in questione fra due fogli di carta da forno, per salvare l'igiene.
Poi panini con tartare, quindi carne cruda, al centro. Salumi, formaggi, le "fatate" che sono le patatine fritte alla paprika che vengono dall'Open Baladin. Ah, il forno a microonde, fra le varie cose serve a fare la zuppa di pesce... E così via.
Tutto un po' folle, tutto un po' da capire. Ma nella sostanza il locale è carino, grazie alla ristrutturazione improntata sul concetto di recupero, curata da Giovanni Trimani (parente artista del clan dei vinaioli). Il concept è interessante, ma molto per una clientela radical chic. La domanda è: ci sono abbastanza radical chic a Roma? Ci auguriamo di sì!
Ps. per dare un'occhiata alla più recente recensione del Polipo sull'Open Baladin cliccate sul link di seguito:
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