domenica 26 febbraio 2012

Brunch da La Mantia... 50 euro, ma ogni tanto ci vuole!

Arriva la domenica e che si fa? Si va al brunch!!! Stavolta abbiamo seguito un istinto primordiale che ci diceva che dovevamo rischiare e spendere ben 50 euro a cranio per godere delle goloserie siciliane di Filippo La Mantia. Certamente un azzardo, visto che non ci eravamo mai stati (neanche quando ne costava "solo" 40), però un azzardo molto studiato, fra guide che ne parlano bene, amici entusiasti e grandi commenti soprattutto sul capopasticcere Andrea De Bellis (attenzione a questo ragazzo, ha già aperto un catering tutto suo e secondo me presto farà il passo di mettersi in proprio). Quindi, siccome il brunch ha anche una notevole sezione riservata ai dolci, era una buona occasione per capire di che stavamo a parlare...
Dopo questo lungo preambolo, passiamo al contesto: l'hotel Majestic. Siamo in piena Via Veneto, fra Dolce Vita che fu e camerieri in livrea che ci sono ancora. E' un grande 5 stelle romano, dove non mancano le frotte di russi con le mazzette di soldi, e dove però c'è un leggero retrogusto di decadente, un po' come una nota barricata in un vino rosso un po' invecchiato. Non necessariamente una cosa negativa.
Colpisce all'ingresso del 1° piano, dove sta il ristorante, la targa con l'indicazione che porta al: RISTORANTE FILIPPO LA MANTIA CUOCO E OSTE. Ma "cuoco e oste" ce l'ha scritto sulla carta d'identità alla voce "segni particolari"?
Lui, Filippo, fra l'anticamera e la sala (non in cucina, lì ce lo trovi la sera), "in borghese", che faceva funzioni di manager e front man. Salutava tutti, elargiva sorrisi, consigliava le cotolette di manzo ("mi deve credere, signora, un burro") e si fermava a qualche tavolo a raccontare le sue avventure di chef ormai lanciatissimo: "una coppia di russi che aveva mangiato da me mi ha chiamato per andare a cucinare a Montecarlo per la festa di lei: in 14 persone hanno speso 330mila euro solo di lista dei vini". Ecc. ecc.
Ma passiamo al momento che tutti aspettavate: il cibo! Beh, prima di tutto faccio un bilancio: lo so che 50 euro sono tanti, però la verità è che, come diceva il saggio, "semel in anno licet insanire" e concedersi una pausa gourmet di questo livello vale più di 2-3 cene in posti mediocri. Mi vien da dire che i soldi sono spesi bene per una serie di motivi:
- l'abbondanza;
- la varietà;
- la qualità e il costo delle materie prime utilizzate (non insalate e paste riempitive, ma carne e pesce senza lesinare);
- la presenza di un ampio e magnifico buffet di dolci;
- un calice di vino incluso;
- il contesto 5 stars;
- per i mesi caldi aggiungerei anche la bella terrazza assolata, peccato che non abbia una gran vista.

Detto questo, andiamo nel dettaglio di ciò che ho mangiato, anche se temo che questo post verrà una specie di lenzuolo... Ho cominciato con un po' di sfizioserie fra cui il delicatissimo carpaccio di polpo, un meno saporito carpaccio di manzo e soprattutto la supercelebrata e fenomenale caponata di La Mantia. La particolarità, come molti sanno, è che come tutti i piatti di La Mantia, è priva di aglio o cipolla.
Quindi un passaggio ai primi, fra cui il sicilianissimo timballo di anelletti ben realizzato come l'altrettanto siciliana Norma. Ancora di ispirazione della Trinacria la pasta con un pesto verde pistacchio (conteneva appunto pistacchi, ma non abbiamo individuato cos'altro). A riempire anche qualche verdura gratinata con la besciamella (calvolfiori, asparagi, finocchi).
Ancora i secondi, per non farci mancare niente. Abbiamo assaggiato l'ottima frittura di anelli di calamaro, freschissima, poi un baccalà al sugo e le cotolette morbide come il burro di cui sopra.
Ed ecco il momento clou: i dolci!!! Se mi chiedessero quale è stata la cosa più buona che ho mangiato direi la terrina di pistacchio: FA-VO-LO-SA! Molto buona anche la cheese-cake, notevole il tiramisù, naturalmente di grande impatto la cassata siciliana...
Beh, a questo punto alzo la bandiera bianca e passo al bicarbonato... Dopo una mangiata del genere!

Ps. qualche info in più e perfino qualche ricetta si trova sul sito di Filippo La Mantia:
http://www.filippolamantia.com/

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