Detto questo, mi trovavo un pacco intonso di farina Manitoba, che non è un tipo particolare di cereale, ma semplicemente farina di grano tenero che in gergo si dice "forte", cioè con una
particolare resistenza negli impasti, per cui è particolarmente adatto per brioche e babà. Quindi, ho deciso di fare un panbrioche salato. E' stato difficile trovare una ricetta adatta agli ingredienti che avevo in casa e al mio obiettivo finale... Fin quando non ho letto la ricetta sulla confezione!!!
600 g di farina Manitoba
75 g di zucchero (io ne ho messi 50 perché ho deciso di fare un salato e ho aggiunto 10-15 g di sale, volendo si può mettere anche un po' di pepe)
150 g di burro morbido (l'ho passato 15 secondi al microonde)
300 g di latte tiepido
1 panetto di lievito di birra
Per riempirlo ho messo un 200 g di formaggio tipo Gouda (ma va bene Emmenthal, Fontina...) e la stessa quantità di salame ungherese. Entrambi tagliati a piccoli cubetti (diciamo 1/2 cm a lato).
Inoltre, burro per ungere la teglia e un cucchiaio di farina in più.
Quindi la ricetta suggerisce: se si vuole dolce si possono unire uvetta e cioccolato, per chi lo preferisce salato formaggio e prosciutto, ma io ho preso come al solito l'iniziativa e ho preferito mettere salame ungherese.
Sulla confezione non vengono descritte molto dettagliatamente le fasi di lavorazione e qui per fortuna mi è venuta incontro un po' di esperienza. Ciotolone capiente, farina (meglio setacciata, ma è una formalità), zucchero, sale, quindi burro e uova e pian piano il latte nel quale avremo fatto sciogliere il lievito. Occhio che sia tiepido, né caldo né freddo. Io l'ho scaldato in microonde per una ventina di secondi per raggiungere la temperatura voluta. Il lievito poi si scioglie semplicemente girandolo con un cucchiaino.
Si può girare con un cucchiaio di legno l'impasto, ma poi bisogna sporcarsi le mani (occhio che si sporcano parecchio!!!) o in alternativa possedere una bella planetaria capiente. Prima di mettere le mani in pasta, però, preparate i cubetti di formaggio e salame e tenete a portata di mano una ciotola nella quale avrete girato i cubetti con un cucchiaio di farina: è un segreto della massaia che aiuta ad evitare che tutto il ripieno precipiti sul fondo della teglia. Prima impastate senza mettere i cubetti, in modo da sentire eventuali grumi con le mani, quindi all'ultimo momento aggiungete i cubetti.
Lievitazione: 2 fasi.
La prima, di circa mezz'ora, si fa nella stessa ciotola in cui avete impastato. Mi raccomando: bisogna coprire la ciotola con la pellicola trasparente in modo da evitare che l'aria secchi la superficie esterna dell'impasto. Un buon posto dove sistemare la ciotola a lievitare è il forno, spento naturalmente. D'estate basta e avanza questa accortezza. D'inverno, quando voglio far lievitare un impasto, io di solito faccio un altarino su una sedia che posiziono addossata a un termosifone acceso e se fa molto freddo copro la ciotola con una copertina, modello nonna!
Seconda fase. Prima di scomodare l'impasto preparate la teglia ungendo bene tutti i bordi in modo che non si attacchi. Io ho scelto una teglia a cerniera con il buco per fare le ciambelle. Una volta preparata la teglia, meglio se con le mani ancora unte di burro, potete spostare delicatamente l'impasto nella teglia. Non vi preoccupate troppo se si smonta un po' perché a questo punto inizia la vera lievitazione, che deve durare come minimo un'ora o due. Deve raddoppiare, il tempo che ci impiega lo stabilisce semplicemente la temperatura esterna (oggi c'erano 30 gradi, quindi aveva gioco facile). L'ho rimesso in forno spento, sempre coprendo la teglia con la pellicola, fin quando non ho deciso che era sufficientemente lievitato (aveva raggiunto il bordo della teglia) per accendere il forno.
Attenzione: il forno deve essere sempre preriscaldato, 180° già raggiunti. Quindi se la torta rustica sta riposando in forno, spostatela delicatamente per il tempo necessario per il preriscaldamento e quindi rimettetela in forno, nel ripiano centrale, per almeno 40 minuti. Anche in questo caso il tempo dipende da quanto è alto il panbrioche, comunque capite che è cotto dal colore che diventa brunito. Ma come sempre la prova del nove è l'inserimento dello stuzzicadenti.
Risultato? Una specie di panettone! Alto, sofficissimo e delicatissimo. Mi sono pentita solo di non aver suddiviso in due l'impasto per fare sia un salato che un dolce, ma questa volta è andata così... E direi che è andata molto bene!!!
N.b. un'altra ricetta che prevede la farina Manitoba la trovate negli archivi del Polipo. Si chiama Danubio ed è una ricetta napoletana, sempre salata, con ripieno a piacere, ma comunque formaggio e salumi. Di seguito il link.
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