Alla ricerca della carbonara perfetta, o della amatriciana... Ecco una sosta che, senza ombra di dubbio va in questa direzione. Non senza altre sorprese.
Siamo a Grottaferrata, alla corte dell'Oste Massimo, ovvero l'Oste della Bon'ora (non solo il nome del ristorante, ma anche il "titolo" che con cui si auto-presenta l'oste). Soprattutto a pranzo, un'oasi di pace fra basse villette come quella che ospita questo ristorante, con un piccolo dehors e uno spazio adibito a parcheggio.
L'oste vi porterà il suo menù - recentemente "ristrutturato" prendendo spunto da quello di un bistrot francese - che presenta in poche pagine un po' della sua filosofia, i piatti, i menù degustazione liberi (in pratica il business prevede che chi accetta la sfida di mangiare tutto, dall'antipasto al dolce, viene premiato con un vistoso sconto, 35 o 39 euro a prezzo fisso) e - quello che ci è piaciuto più di tutto - la lista dei fornitori, dal macellaro al coppiettaro.
Qui è tutto fresco, di tradizione e affidato appunto alla sapienza di un rodato rapporto con fornitori di fiducia. Senza dimenticare la mano della cuoca Maria Luisa, moglie dell'oste, che ne asseconda alla perfezione la gestione "eclettica" della sala.
Non vi sconvolgete, infatti, se l'oste si tira una sedia da un altro tavolo e si accomoda accanto a voi: questo fa parte del personaggio, che non può fare a meno di stabilire un feeling con i suoi clienti. Ma non pensate che sia invadente. Anzi. Gli fa solo piacere scambiare due chiacchiere, parlare del più e del meno, raccontare le sue storie e le sue esperienze (dal passato da attivista politico alla fila al Comune, per fare qualche esempio).
Ma passiamo al cibo. Noi abbiamo cominciato con due cavalli di battaglia del posto: una zuppetta di zucchine con pancetta croccante, che era calda ma freschissima. Nel senso che era una zuppa calda, ma si sentiva la freschezza delle zucchine che sapevano di zucchina! Poi abbiamo sentito anche il "carcotto", invenzione del luogo, un carpaccio cotto di vitello che sembra un po' una porchettina.
Quindi siamo passati ai primi, che sono il vero "best of" di questo posto. Soprattutto i classici valgono da soli il viaggio. L'amatriciana è servita in una meravigliosa cornucopia di parmigiano, rigorosamente con pasta fatta in casa dalla cottura perfetta e un sughetto leggero (relativamente). La carbonara invece - udite udite - è abbinata a ravioli di ricotta, anch'essi fatti in casa. Ok, non ne beneficerà la dieta, ma vi assicuro che il risultato è decisamente fantastico. Poi abbiamo assaggiato anche gli gnocchi conditi con la trippa, che erano ugualmente buoni e sempre cotti a puntino, ma con una personalità meno spiccata dei primi due piatti.
E ancora i secondi. Io ho assaggiato lo spezzatino, servito in una deliziosa cocottina rossa che lo manteneva caldo fino all'ultimo boccone. Poi abbiamo provato anche il bollito alla picchiapò (un filo di sale di troppo, però). E per non farci mancare nulla anche le patatine fritte fatte in casa.
In conclusione, la crema inglese della Maria Luisa servita con le fragole. Il tutto, come si diceva, a 39 euro a cranio.
Altre note che non possono essere omesse.
1) La musica è un altro buon motivo per andare in questo posto. L'assortimento di vinili dell'Oste è da far impallidire i collezionisti più esperti. E vi dico solo che alle ore 14 risuonavano i Pink Floyd a tutto volume...
2) Nel bagno un piccolo assortimento di "utilities", specialmente per le signore. Dal collant al gambaletto (si potrebbero sfilare e sarebbe un frustrante incidente), dai fazzoletti al profumo: l'oste ha pensato anche a questo!
3) Noi siamo rimasti a parlare amorevolmente con l'oste fino alle 18... E' davvero una persona piacevole!
Ps. se volete visitare il sito dell'Oste ecco il link:
http://www.lostedellabonora.com/
Siamo a Grottaferrata, alla corte dell'Oste Massimo, ovvero l'Oste della Bon'ora (non solo il nome del ristorante, ma anche il "titolo" che con cui si auto-presenta l'oste). Soprattutto a pranzo, un'oasi di pace fra basse villette come quella che ospita questo ristorante, con un piccolo dehors e uno spazio adibito a parcheggio.
L'oste vi porterà il suo menù - recentemente "ristrutturato" prendendo spunto da quello di un bistrot francese - che presenta in poche pagine un po' della sua filosofia, i piatti, i menù degustazione liberi (in pratica il business prevede che chi accetta la sfida di mangiare tutto, dall'antipasto al dolce, viene premiato con un vistoso sconto, 35 o 39 euro a prezzo fisso) e - quello che ci è piaciuto più di tutto - la lista dei fornitori, dal macellaro al coppiettaro.
Qui è tutto fresco, di tradizione e affidato appunto alla sapienza di un rodato rapporto con fornitori di fiducia. Senza dimenticare la mano della cuoca Maria Luisa, moglie dell'oste, che ne asseconda alla perfezione la gestione "eclettica" della sala.
Non vi sconvolgete, infatti, se l'oste si tira una sedia da un altro tavolo e si accomoda accanto a voi: questo fa parte del personaggio, che non può fare a meno di stabilire un feeling con i suoi clienti. Ma non pensate che sia invadente. Anzi. Gli fa solo piacere scambiare due chiacchiere, parlare del più e del meno, raccontare le sue storie e le sue esperienze (dal passato da attivista politico alla fila al Comune, per fare qualche esempio).
Ma passiamo al cibo. Noi abbiamo cominciato con due cavalli di battaglia del posto: una zuppetta di zucchine con pancetta croccante, che era calda ma freschissima. Nel senso che era una zuppa calda, ma si sentiva la freschezza delle zucchine che sapevano di zucchina! Poi abbiamo sentito anche il "carcotto", invenzione del luogo, un carpaccio cotto di vitello che sembra un po' una porchettina.
Quindi siamo passati ai primi, che sono il vero "best of" di questo posto. Soprattutto i classici valgono da soli il viaggio. L'amatriciana è servita in una meravigliosa cornucopia di parmigiano, rigorosamente con pasta fatta in casa dalla cottura perfetta e un sughetto leggero (relativamente). La carbonara invece - udite udite - è abbinata a ravioli di ricotta, anch'essi fatti in casa. Ok, non ne beneficerà la dieta, ma vi assicuro che il risultato è decisamente fantastico. Poi abbiamo assaggiato anche gli gnocchi conditi con la trippa, che erano ugualmente buoni e sempre cotti a puntino, ma con una personalità meno spiccata dei primi due piatti.
E ancora i secondi. Io ho assaggiato lo spezzatino, servito in una deliziosa cocottina rossa che lo manteneva caldo fino all'ultimo boccone. Poi abbiamo provato anche il bollito alla picchiapò (un filo di sale di troppo, però). E per non farci mancare nulla anche le patatine fritte fatte in casa.
In conclusione, la crema inglese della Maria Luisa servita con le fragole. Il tutto, come si diceva, a 39 euro a cranio.
Altre note che non possono essere omesse.
1) La musica è un altro buon motivo per andare in questo posto. L'assortimento di vinili dell'Oste è da far impallidire i collezionisti più esperti. E vi dico solo che alle ore 14 risuonavano i Pink Floyd a tutto volume...
2) Nel bagno un piccolo assortimento di "utilities", specialmente per le signore. Dal collant al gambaletto (si potrebbero sfilare e sarebbe un frustrante incidente), dai fazzoletti al profumo: l'oste ha pensato anche a questo!
3) Noi siamo rimasti a parlare amorevolmente con l'oste fino alle 18... E' davvero una persona piacevole!
Ps. se volete visitare il sito dell'Oste ecco il link:
http://www.lostedellabonora.com/
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