mercoledì 18 maggio 2011

Locanda del Molino a Cortona


Scena: gitarella romantica a Cortona. Dovevamo partire per prendere un caffè nella città di Lorenzo (Jovanotti) Cherubini e invece siamo arrivati praticamente all'ora dell'aperitivo. Abbiamo fatto un giro per i vicoli, visitato la cattedrale e snobbato il Museo Diocesano per il costo (5 euro) e quindi ci siamo accomodati ai tavolini di un bel bar per riposarci e consultare l'I-phone alla ricerca di un ristorante. Opzioni: una specie di wine bar in pieno centro che ci sapeva troppo di turistico, il Falconiere che è un ristorante elegante da oltre 80 euro a cranio e... finalmente troviamo ciò che fa al caso nostro: la Locanda del Molino. Che poi col Falconiere ci è anche parente, dal momento che è non solo una versione low cost (30-40 euro), ma anche una bella "locanda di charme", come essi stessi si definiscono. A dormire nelle camere della locanda ci penseremo un'altra volta, ma per ora siamo rimasti davvero colpiti dalla cucina del ristorante. Già l'ambiente e il servizio parlano molto chiaro: siamo in un posto elegante, ma molto attaccato alla tradizione. Un enorme tavolo centrale ospita i salumi, i cantuccini e le bottiglie di vino (della casa, dal momento che i proprietari di questo locale, i Baracchi, sono anche produttori di olio e vino). Tutto intorno tavoli comodi di legno scuro, con un sapiente gioco di luci che vuole ricordare le taverne di una volta: l'ambiente è complessivamente buio, ma ciascun tavolo è sufficientemente illuminato da un apposito faretto orientato su di esso.
Veniamo alla cucina: il menù è già di per sè un attacco alla dieta. Si comincia con l'antipasto del Molino, nonché con gli abbondanti taglieri di salumi e formaggi... Noi abbiamo preso il primo, che era composto di una decina di assaggini, dalla frittata alla quiche, dalla parmigiana al crostino di fegatini... Una serie di proposte basate prevalentemente su carne e verdura, da apprezzare perché tutte fatte in casa (oltre che tutte buonissime).
Quindi la pasta. Fra varie scelte di "zuppe tradizionali e paste tirate a mano" abbiamo ordinato le "tagliatelle più buone del mondo", accettando la sfida e ponendoci come giudici della veridicità dell'intento. Beh, non si può dire che siamo rimasti delusi: si trattava di ottime tagliatelle fatte in casa (che più che altro sembravano delle pappardelle) con un profumato ragù di coniglio. Niente male.
Ancora i secondi. Innocentemente, pensavamo si trattasse come solitamente è nei ristoranti, delle porzioni più piccole. Quindi ne abbiamo preso uno ciascuno, insieme a un contorno. Errore madornale! Le porzioni di questo ristorante sono complessivamente generose e quelle dei secondi lo sono particolarmente! In ogni caso, ci siamo fatti forza e abbiamo dato fondo anche a questi piatti. Giampiero aveva ordinato la trippa e ne ha mangiato una vera e propria "cofana". Non era aromatizzata alla menta come si fa nel Lazio, bensì molto di più al limone (però sempre con pomodoro). Io invece ho scelto i fritti: pollo, coniglio, agnello e verdurine impanate e fritte. Erano croccantissime e buonissime. Un fritto asciutto e, calorie a parte, per niente pesante. Di contorno ci siamo fatti attirare dalla patata e cipolla cotti nella cenere. Non che fosse fatta male, ma a me la patata non piace, tuttavia la cipolla era fantastica.
Per concludere, un bicchiere di vinsanto (sempre di produzione propria) a cranio e qualche cantuccio home made per accompagnare. Dimenticavo, di vino abbiamo bevuto un bicchiere a testa del loro blend shyraz-merlot: ci è sembrato davvero buono.
Il tutto ci è venuto circa 35 euro a cranio. Però c'è da dire una cosa: questo posto è ideale per una visita in compagnia di amici. Sei persone sarebbe il numero ideale: mettendo al centro tutte le più buone specialità di questo locale!
Qui si può anche dormire, se volete dare un'occhiata al posto ecco il link del sito:

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