"L'attesa del piacere è essa stessa piacere, diceva Lessing in un noto aforisma". Se poi ci aggiungi la sorpresa di
mangiar bene a poco prezzo, superando ogni più rosea aspettativa, beh vien da
dire che vale la pena di fare 150 km per un'emozione di questo genere. Dopo
questo lungo preambolo è bene spiegare meglio e aggiungere le famigerate 5 w:
- dove: a pochi chilometri da Altamura (che partendo da
Foggia sono appunto 150 km) all'Antica Masseria dell'Alta Murgia di cui finora
avevamo solo letto, ma non avevamo ancora riscontri diretti;
- quando: pochissimi giorni fa (l'emozione è ancora fresca),
per la precisione il 29 dicembre. Da specificare che la suddetta attesa non è
stata causata dal ristorante, ma solo dalla difficile combinazione della mia
presenza in Puglia e degli impegni familiar-natalizi;
- come: ovviamente partendo in macchina da Foggia, con i
miei genitori, fidati scudieri in molte esperienze gastronomiche;
- chi: qui c'è un grande protagonista - a parte io e la mia
famiglia, un mister X, che a dir la verità si vede solo in foto, ma di cui si sente la
presenza nei piatti e negli accostamenti, ma ve lo dico sul perché di chi si
tratta;
- perché: eccovi spiegato il mistero del mister X (scusate il gioco di parole) che mistero non è: l'Antica Masseria dell'Alta Murgia è una sala tolta dalle mani della mafia e
diventata in poco tempo un vero punto di riferimento enogastronomico della
Puglia, perché la sua gestione è stata affidata nientepopodimenoche a
Gianfranco Vissani, che ha riportato la masseria ad antico splendore, l'ha resa
un resort elegante dove si fanno anche i matrimoni (prenotazioni fino al 2015)
e ha creato un ristorante a prezzi davvero concorrenziali, con una carta
intelligentemente studiata fra innovazione e cucina e prodotti locali.
Ovviamente in cucina non c'è mica Vissani, ma sicuramente c'è qualcuno che da
lui ha capito come si fa.
Qualcuno dirà che allora se c'è lo zampino di Vissani c'è
poco da sorprendersi se si mangia bene. E sicuramente non si può negare questo,
ma la sorpresa è nel menù prima e di conseguenza nel conto: prezzi bassissimi. Si
può mangiare un menù degustazione di carne a 30 euro, uno di pesce a 35 (o 45
aggiungendo i crudi), oppure anche alla carta prendendo tutte le portate
dall'antipasto al dolce non si superano le 35 euro. Anche i vini hanno prezzi
onestissimi, con una buona cantina e ricarichi più che equilibrati,
specialmente sui vini locali, ben scelti e ben rappresentati. E non finisce
qui: incluso in questi prezzi bisogna aggiungere un servizio ineccepibile, con
tovagliato di stoffa, posate d'argento, bicchiere del vino che viene colmato
dal cameriere e piattino del pane che viene riempito con solerzia ogni
qualvolta la fettina di pane (rigorosamente di Altamura) viene spazzolata.
Ma andiamo alla nostra diretta esperienza gastronomica. E
qui viene il bello. I miei hanno deciso di assaggiare il menù di carne, mentre
io ho scelto di pescare qua e là dalla carta, non senza assaggiare quello che
arrivava ai miei. Tre gli antipasti che si sono avvicendati sul tavolo: dal
menù degustazione un rotolino di coniglio con cicoriella selvatica molto simpatico,
quindi un tris di fungo cardoncello da applausi, nelle tre versioni il fungo
era gratinato, al forno in quenelle e sformato su specchio di crema di
parmigiano (premio della critica a questo piatto). Fungo cardoncello anche per
me, che ho scelto una zuppetta con il suddetto fungo, i porri e il tonno: la
particolarità era che venisse servita una zuppa liquida come antipasto, ma la
cosa è stata molto gradita.
Passiamo ai primi, anche questi in tre varianti. Per i miei
una zuppa di cicerchie e fagioli molto aromatica, quindi un risotto molto
semplice ma saporito con dadini di zucca e salsiccia (salame) tagliata al
coltello in piccoli cubetti secondo noi aggiunti a crudo alla fine. Infine il
mio primo, anche questo da bis: ravioli di gamberi e astice su crema di
broccolo.
Quindi i secondi, uno di carne e uno di pesce. Quello di
carne era una meravigliosa costoletta di agnello panata e "formaggiata" servita
con broccoli al vapore e una salsina di fungo cardoncello (che non manca mai!);
interessantissimo anche quello di pesce che era un filetto di cernia su letto
di cicerchie: una specie di zuppa di legumi con sopra il pesce, anche in questo
caso particolarmente aromatica e ben equilibrata.
Infine i dolci, in cui si sono avvicendati dei calzoncelli
alle castagne molto locali, con degli esempi di piccola pasticceria di cui una
tartelletta alla crema, un quadratino di torta di ricotta e uno strepitoso
bignè alla nocciola. Entrambi erano serviti con una piccola macedonia di frutta
fresca che rinfrescava garbatamente la bocca. Infine il caffè, servito con fave
di cacao e un pezzettino di panettone, perché a Natale non può mica mancare.
Vino bianco (cui si aggiunge un bicchiere di spumante rosè a
cranio servito con l'appetizer) e tutti gli ammennicoli di cui sopra: 104 euro
in 3 persone!!!
Ps. per dare un'occhiata al menù basta collegarsi al sito dell'Antica Masseria dell'Alta Murgia al seguente link:
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