mercoledì 28 dicembre 2011

Il Capriccio di Vieste non fa capricci...

Mangiare nei ristoranti di mare d'inverno dà sempre più soddisfazione che d'estate, almeno nei posti di mare. E' vero che un buon cuoco lo è sempre, ma le materie prime e la mancanza di affanni dell'inverno sono sempre forieri di grandi esperienze. Ho sempre detto che Leonardo Vescera è un gran professionista e si conferma ancora con un piacevolissimo pranzo di Santo Stefano che si è integrato in maniera meravigliosa con una progressione mangiatoria 24-25-26 che non vi sto a raccontare...
Torniamo al Capriccio. Innanzitutto la location: il locale non mi ha mai fatto impazzire, a parte il fantastico dehor estivo sul molo, in mezzo alle barche, che però non è certo proponibile a dicembre. Sicuramente la killer application sono però le ampie vetrate e con una giornata di sole e di cielo tersissimo era un piacere mangiare quasi in mezzo al mare.
Quindi il mangiare. Abbiamo lasciato carta bianca a Leonardo e lui ci ha preparato una serie di assaggi di antipasto che ci hanno preparato ben bene al resto del pranzo. Prima uno strepitoso gambero spadellato freschissimo, quindi una tartare di dentice che a prima vista poteva sembrare un omogeneizzato ma all'assaggio risultava delicatissima, infine i gamberi in tempure con le verdurine croccanti che sono un vero cavallo di battaglia.
I primi erano invece due: delle orecchiette con cavolfiore, cozze, gamberi e colatura d'alici (geniali); poi delle tagliatelle fatte dalle sue manine dorate con un ragù di cernia con qualche pomodorino (meno innovativo, ma molto ben riuscito).
Infine come secondo è arrivato un dentice freschissimo (Leonardo ci ha detto chi l'aveva pescato e mancava solo che ci mostrasse la carta d'identità) accompagnato da purea di fave con un ciuffetto di cicoria ripassata.
Ovviamente potevamo farci mancare i dolci? No, e anzi qui abbiamo avuto ampia scelta. Io ho preso un savarin bagnato con abbondante rum invecchiato (Leonardo li colleziona); poi sulla tavola c'era anche il tiramisù rivisitato; un fagottino di pasta fillo con uvetta, pinoli e crema al calvados; un tortino caldo di cioccolato fondente; una strepitosa mousse di cioccolato bianco servita con crema ai fichi d'india. Spettacolo!
Per concludere un passitino di Pantelleria non si nega a nessuno... un caffè e via!

Ps. per trovare informazioni e farvi un'idea, vi consiglio di visitare il sito del Capriccio al link di seguito:
http://www.ilcapricciodivieste.it/

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