lunedì 6 giugno 2011

Osteria della Stazione a Marino


Non lasciatevi fuorviare: l'Osteria della Stazione non è davanti alla stazione di Marino. Appena un po' più su, dopo aver affrontato una notevole scalinata da free-climber. L'alternativa consigliata è scendere dal centro e affrontare la risalita almeno a stomaco pieno.
Che si scenda o che si salga, l'esperienza gastronomica ripaga appieno lo sforzo. Il locale è molto bello e caldo. E' un'antica cantina rimodernata, con volte e travi a vista. I tavoli sono sufficientemente grandi e ben distanziati, solo un po' stretta la seduta (in due le sedie non si riesce a infilarle sotto il tavolo).
Il menù è decantato a voce e la prima cosa che vi verrà consigliata è di affidarvi a loro per l'antipasto. Fatelo. Per prima cosa arriva il piattone di salumi e formaggi laziali. Fra questi una finocchiona che si scioglieva in bocca, mozzarella di bufala affumicata che però era passata purtroppo per il frigorifero (netiquette) e qualche caciotta gradevole. Quindi cominciano i freddi: la mousse di ricotta con miele e noci, la bruschettina scomposta servita in un cucchiaio (buona ma sembrava più che altro una panzanella, visto che il pane si era "sponzato", cioè ammollato) e il deprecabile involtino di bresaola e gorgonzola affogato di glassa di aceto balsamico. Quindi i caldi: simpatico l'ovetto di quaglia fritto con il tartufo, molto buono lo sformatino di zucchine, noci e mandorle, da bis le polpettine con i funghi servite nel coccetto. Credo di essermi ricordata tutto. Comunque, involtini affogati nell'aceto balsamico a parte, l'antipasto da solo vale il viaggio!
Però anche il primo merita l'assaggio. Garbatamente ci hanno proposto un assaggino del loro cavallo di battaglia: gli spaghetti cacio e pepe e fiori di zucca. Da urlo!
Meno indovinati i secondi, anche se non malvagi. Abbiamo assaggiato una tacchinella all'arancia molto delicata ma secondo me poco coerente con il resto del menù e delle polpette caciotta romana e cognac che francamente risultavano un po' pesanti. Entrambi erano serviti con patatine novelle piccole piccole e davvero gustose.
Ai dolci non ci sono arrivata, ma ci hanno portato le ciambelline al vino tipiche dei Castelli.
In abbinamento abbiamo assaggiato un buon Cesanese del Piglio. I ricarichi dei vini mi sono sembrati onesti, anche perché vengono proposti rigorosamente solo vini del territorio. Buona la ricerca anche delle birre artigianali, che sono valse a questo locale l'inserimento nelle Tavole della birra del Gambero Rosso.
Per avere un'idea più completa di quel che si mangia e si beve qui cliccate sul link di seguito:

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