domenica 19 giugno 2011

Vino e Cucina, ovvero da Giovanni a Velletri

Adesso che abbiamo la macchinina (detta Nina) chi ci ferma più... Fra le nostre peregrinazioni, dopo un pomeriggio di metà giugno passato a fare shopping, non potevamo non concludere degnamente la giornata cercando di trovare il modo di non entrare più nei vestiti appena acquistati.
Detto fatto, una veloce consultazione su Tripadvisor, e abbiamo trovato questo piccolo gioiellino di trattoria romana, o meglio velletrana.
Dall'aspetto, non sembra molto meglio di una trattoria di altri tempi. E anche l'accoglienza iniziale è un po' così, ma appena arriva la titolare, Virginia, si cambia musica.
Lei, con una leggera somiglianza a Lucia Annunziata (in versione donna aggraziata) ci consiglia e ci spiega cosa prevede il menù. Lo decanta quasi a macchinetta, facile perdere qualche passaggio, ma Virginia ha pazienza e rispiega tutto.
Per cominciare, neanche ci eravamo seduti che ci è arrivato un bel cestino di pane di Lariano e schiacciata romana. Quindi ci hanno chiesto se volevamo i fritti: un fiore di zucca che faceva provincia, molto buono, solo leggermente freddo. Più calde e croccantissime, invece, le sfoglie di patata in pastella: da bis.
Ma intanto stavamo già contrattando sui primi. Avremmo voluto assaggiare la specialità della casa, che è una pasta con pomodori verdi e tanto parmigiano: "per chi piace il parmigiano è davvero molto buona". Ci riserviamo di farlo alla prossima visita, ma questa volta non siamo riusciti a resistere ad altri due inviti: i rigatoni con la pajata appena fatta e le fettuccine fatte in casa con i porcini. Appena appena piccanti, ma riuscivo a reggere la quantità di peperoncino anche io. Le fettuccine avevano una consistenza fenomenale. Bastava un assaggio per sentire che erano fatte in casa. E poi erano davvero piene piene di porcini. Anche la pajata era buonissima, anche se in questo caso il tipo di pasta erano dei banali rigatoni (che però sono la morte loro!).
Io volevo dichiarare forfait, però anche i secondi andavano assaggiati, per dovere di completezza. Virginia ci è venuta incontro proponendoci due mezze porzioni. Una di baccalà, che, avevamo letto essere una loro specialità: leggermente tenace il pesce, ma l'intingolo di pomodori, pinoli e uvetta era buonissimo. Quindi lo spezzatino, che per i miei gusti era un po' troppo piccante, comunque la qualità della carne era ottima, magra e tenerissima. Di contorno, due cipolle cotte al forno che erano due bombe a mano (dolcissime!).
Per finire un tiramisù diviso in due, che ci ha dato il colpo di grazia...
Volete sapere quanto è costato mangiare tutto questo ben di Dio??? 54 euro in due!! Ebbene sì, a Roma non ci mangi neanche una pizza con 27 euro a cranio, compreso un mezzo vino della casa che era un merlot in purezza per niente male (3 euro il mezzo!).

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