sabato 19 dicembre 2009

La cucina di Filippo La Mantia al Majestic


Sono stata invitata a una festa di Natale e la location era davvero d'eccezione. Hotel Majestic: splendido 5 stelle di via Veneto. Mi sentivo un po' Carrie Bradshaw, con il mio tubino nero e la collana di Ferragamo appena comprata (degna di ricevere complimenti a gogò).


A cucinare per il buffet in piedi il mitico Filippo La Mantia: oste siciliano in terra laziale.


Ovviamente, trattandosi di buffet, non manca qualche appunto da fare, ma la sensazione generale era davvero ottima, con l'aggiunta di un servizio impeccabile.


Sulla tavola imbandita leccornie siciliane in bell'ordine (e guai a toccare i cucchiai: il piatto lo creavano rigorosamente i camerieri).
- ARANCINI: versione piccola della classica arancina siciliana, gustosissimi e leggeri.
- PANELLE: purtroppo vanno mangiate bollenti, io le ho assaggiate già fredde e di sapore erano buone, ma di consistenza avevano perso la loro verve.
- CAPONATA: da 10! Delicatissima, di sole melenzane con pomodori, dalla consistenza di una mousse e con i pinoli croccanti a fare da contrasto al palato.
- INSALATA DI POLPO: a dire la verità il polpo era un po' duro, però l'insalata era saporita.
- COUS COUS: o meglio Taboulè, perché era freddo. Anche questo da 10, delicatissimo e ben condito, nonostante o grazie al fatto che La Mantia per presa di posizione non usi né aglio né cipolla.
- PASTA ALLA NORMA: ottima, dal sugo saporitissimo, con le melenzane ben riconoscibili e la ricotta dura abbondante e salata al punto giusto. Peccato solo la cottura della pasta, ma quello succede sempre nei buffet: questa mi è capitata scotta, l'altra dura, ma dipende se la si prende appena arrivata al tavolo o dopo un po' che continua a cuocersi nella ciotola.
- PASTA AL PESTO DI AGRUMI: in questo caso la pasta era decisamente dura, ma il condimento era fantastico, mi duole solo non aver capito come si faccia! L'arancio era ben riconoscibile, il sugo aveva la consistenza di una crema (forse di melenzane?) di colore grigio, e il tutto contrastava con il croccante di mandorle tostate. Magnifico.
Pensate che sia abbastanza? No, affatto, c'erano pure i dolci. Li elenco tutti, ma ne ho assaggiati solo 2 e solo di quelli commenterò. Degli altri c'è da dire solo che si presentavano invitantissimi e solo la coscienza non me li ha fatti assaggiare tutti.
- CASSATINE: naturalmente!
- CANNOLI: ne ho mangiato uno, che non era affatto male. Croccante al punto giusto, peccato solo che la ricotta non fosse proprio abbondante.
- TORTINE DI LIMONE
- TORTINE DI CIOCCOLATO: fondentissime come piace a me, una vera goduria.
- MINI CREME BRULE'
- CREMA DI NOCCIOLE
- GELO AI FRUTTI DI BOSCO (un bicchierino)
Insomma, a parte qualche piccolo appunto, da Filippo La Mantia tocca tornare. Magari di domenica al brunch: 37 euri (bevande incluse) e la paura passa... ma la ciccia resta!


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