Ho trovato la mia Mecca giapponese a Roma. E qui mi fermo. Non voglio più provare finti giapponesi, che si rivelano cinesi. Non voglio testare nuovi ristoranti con improbabili deal. Nè tantomeno farmi abbindolare dagli all you can eat che stanno invadendo la capitale. Il vero giapponese a Roma l'ho trovato: è Sushisen.
Già ci ero stata un po' di tempo fa. E devo dire che mi aveva fatto un'ottima impressione. Ma questa volta ne sono veramente entusiasta. Sarà perché siamo arrivati presto presto - h.20,00 - e abbiamo conquistato un posto a bordo-rullo con vista sul sushi-master, quello più anziano, che con la sua meticolosità e pazienza ci ha conquistati. Me lo volevo portare a casa...
Abbiamo visto interi rotolini di sushi di ogni genere nascere e crescere. Poi essere posizionati sul rullo e diventare una delle nostre prede. E abbiamo sviluppato la nostra personalissima tecnica: guardare e aspettare. Un vero e proprio corso di confezionamento sushi gratis (quasi quasi volevamo pagare l'extra!), mentre dalla cucina arrivavano i piatti cotti, quali tempure, korroke e altre meraviglie, specialmente fritte. E noi lì a controllare la situazione e aspettare pazientemente che il rullo portasse davanti a noi il piattino scelto con cura maniacale.
Non saprei ridire i nomi, ma posso affermare con certezza di aver visto confezionare una meraviglia di rotolini di frittata e riso, con dentro anguilla affumicata alla giapponese: magnifici. Quindi un roll californiano, con ripieno di una pappetta di pesce saporitissima ed esternamente impreziosito da salmone. Ma il nostro preferito in assoluto (ne abbiamo mangiati 4-5 piattini) era il roll con l'esterno tempurato e surimi e gamberi all'interno. Impossibile mangiarlo in un boccone, ma il gioco era mangiarlo spappolato nella salsa di soia... Poi la polpettazza di carne: non le davamo 2 lire e invece era meravigliosamente morbida, con il suo ripieno a metà fra carne e un impasto di patete e non so quale salsa giapponese, un gusto agrodolce indescrivibilmente buono. Ah, e i triangolini di pasta fillo fritti e ripieni di noodles dove li mettiamo? Ovviamente nel nostro stomaco, che ha infine frullato tutto e dopo una ventina di piattini in due si è finalmente placato... Con il cameriere che al conteggio finale ci ha chiesto "sono tutti vostri?".
Già ci ero stata un po' di tempo fa. E devo dire che mi aveva fatto un'ottima impressione. Ma questa volta ne sono veramente entusiasta. Sarà perché siamo arrivati presto presto - h.20,00 - e abbiamo conquistato un posto a bordo-rullo con vista sul sushi-master, quello più anziano, che con la sua meticolosità e pazienza ci ha conquistati. Me lo volevo portare a casa...
Abbiamo visto interi rotolini di sushi di ogni genere nascere e crescere. Poi essere posizionati sul rullo e diventare una delle nostre prede. E abbiamo sviluppato la nostra personalissima tecnica: guardare e aspettare. Un vero e proprio corso di confezionamento sushi gratis (quasi quasi volevamo pagare l'extra!), mentre dalla cucina arrivavano i piatti cotti, quali tempure, korroke e altre meraviglie, specialmente fritte. E noi lì a controllare la situazione e aspettare pazientemente che il rullo portasse davanti a noi il piattino scelto con cura maniacale.
Non saprei ridire i nomi, ma posso affermare con certezza di aver visto confezionare una meraviglia di rotolini di frittata e riso, con dentro anguilla affumicata alla giapponese: magnifici. Quindi un roll californiano, con ripieno di una pappetta di pesce saporitissima ed esternamente impreziosito da salmone. Ma il nostro preferito in assoluto (ne abbiamo mangiati 4-5 piattini) era il roll con l'esterno tempurato e surimi e gamberi all'interno. Impossibile mangiarlo in un boccone, ma il gioco era mangiarlo spappolato nella salsa di soia... Poi la polpettazza di carne: non le davamo 2 lire e invece era meravigliosamente morbida, con il suo ripieno a metà fra carne e un impasto di patete e non so quale salsa giapponese, un gusto agrodolce indescrivibilmente buono. Ah, e i triangolini di pasta fillo fritti e ripieni di noodles dove li mettiamo? Ovviamente nel nostro stomaco, che ha infine frullato tutto e dopo una ventina di piattini in due si è finalmente placato... Con il cameriere che al conteggio finale ci ha chiesto "sono tutti vostri?".
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