domenica 3 luglio 2011

Ristorante Quintessa a Castel Gandolfo


Un gruppo di amici che si incontra a Roma e decide di andare al lago per fare un piccolo pic-nic. No, non è mica così semplice. Ovviamente abbiamo scelto il ristorante di turno e ci siamo concessi un pranzetto con vista lago a Castel Gandolfo. Il locale in questione, che si chiama la Quintessa, si presenta molto fashion e, devo dire, carino. Il leit motiv del ristorante sono le valigie, sparse qua e là (anche in bagno) e i manichini da sarta. Non ho capito il nesso, ma facevano carino. Noi ci siamo seduti fuori, anche se purtroppo rimaneva uno spazio semi-chiuso e faceva caldo anche se fuori si stava bene perché c'era un bel venticello. A rovinare l'atmosfera, i lavori per allargare il dehors, con rumori di sottofondo non proprio invitanti.
Quindi il menù: e qui c'è la sorpresa. Non un menù da Castelli Romani, ma una prevalenza di pesce (di mare, non di lago) che pare arrivi da Anzio. Indecisi sull'antipasto, abbiamo chiesto se si poteva fare un misto e siamo stati accontentati con il cosiddetto "antipasto Quintessa", arricchito da un paio di porzioni di supplì. Erano vari assaggi, di cui:
- un tagliere di salumi e formaggi non particolarmente rimarchevole per la scelta;
- una mozzarella di bufala intervallata da prosciutto cotto (la cosa migliore);
- una millantata parmigianina di melanzane, che non era male, ma di parmigiana aveva poco;
- un rotolino di speck e taleggio caldo;
- un'insalatina di rucola, pachini, gamberi e fragole (servita con una glassa di aceto balsamico in bottiglia di plastica tipo ketchup, Modena Igp, preparata nello stabilimento tal dei tali di Afragola-Napoli!!!)
- infine i supplì di cui sopra, con una frittura asciutta, ma abbastanza insipidi.
Quindi i primi, che sulla tavola erano abbastanza variegati. Io ho assaggiato la pasta alle vongole con caviale di melanzane che era salata e piuttosto piccante, poi le tagliatelle fatte in casa con il ragù di coniglio, che non erano per niente male e il paellotto d'orzo con frutti di mare e crostacei,. peccato che di crostacei non ci fosse traccia. Quest'ultimo era un piatto simpatico, ma lontano da un'idea di paella perché molto slegato.
Quindi abbiamo saltato i secondi e siamo passati direttamente ai dolci. Io ho preso le ottime fragoline di Nemi con gelato, mentre sul tavolo c'erano anche un semifreddo al limoncello che sembrava piuttosto un sorbetto, un tiramisù alla Nutella che di Nutella aveva solo un grosso baffo spiaccicato da sopra e una torta della nonna che era stata rivisitata in forma di gelato, ma pare fosse buona.
Giudizio complessivo piuttosto deludente, al netto di un conto da 35 euro a cranio senza prendere i secondi. Nulla era cattivo, ma nulla indimenticabile. Sapori piuttosto insulsi, con qualche caduta di stile (la glassa di aceto balsamico) e qualche errore di realizzazione (la pasta alle vongole salata), prezzi sproporzionati e un menù assolutamente fuori contesto rispetto al posto in cui si trova.
Resta un bel locale, con un servizio relativamente attento e un gran bel contesto. Peccato che a nostro giudizio tutto questo non basti. Pur lasciando ai posteri l'ardua sentenza, vi linkiamo il sito del ristorante per farvi un'idea

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