lunedì 4 aprile 2011

Il Bottaccione di Gubbio: una bella "osteria di fuoriporta"


Gita fuori porta domenicale: obiettivo numero uno MANGIARE!
Così siamo andati a Gubbio e abbiamo incaricato la mia amica autoctona, Rosa, di trovare un posto adatto all'occasione. Colta da ansia da prestazione al pensiero di trovare un ristorante adatto a un Polipo Affamato come me, Rosa ha provato a prenotare in mille posti e si è fatta consigliare da altri connazionali eugubini. Fra ristoranti già in overbooking e consigli più disparati, siamo arrivati all'Osteria del Bottaccione, un posto carino nel mezzo di una suggestiva gola fra due montagne.
Si tratta di una gradevole osteria fuoriporta dall'aspetto molto rustico, ma dai sapori molto genuini.
Appena arrivati, abbiamo trovato sul tavolo l'antipasto freddo già pronto: salumi, formaggi con marmellatine fatte da loro, bruschette (quella con patè di fegatini era buonissima, con un gradevolissimo retrogusto d'arancia) e sottaceti home made. Poi sono arrivati dalla cucina i caldi: frittata di asparagi di campo, brustengo (una palla di pane fritta) con pancetta e crescia calda (è la perugina torta al testo, ma qui viene servita in forma di una specie di pagnottella piatta).
Quindi abbiamo chiesto i primi, che sono arrivati in due belle sperlunghe piene piene di pasta. La prima era una pasta tipo tagliatelle con ragù alla Umbra, molto simile alla norcina (panna e salsiccia, ma invece della salsiccia c'era carne macinata di vitello e maiale), ma molto più profumata grazie a una serie di erbette di campo fresche. La seconda erano dei cappellacci, cioè dei raviolono, ripieni di una spuma di baccalà e conditi con un sughino fresco di pomodoro e origano. Entrambe le paste erano buonissime perché rigorosamente fatte a mano, con sfoglia spessa e consistente, decisamente rustica.
Già molto provati dalle portate precedenti, ai secondi ci siamo arrivati arrancando, ma non potevamo non concederci un assaggio. Da un lato un vitello in spezzatino condito con salsa allo zafferano che aveva la qualità di essere morbidissimo. Dall'altro il fricò di pollo e coniglio, che è una specie di cacciatora alla umbra, con sughino di pomodoro rosso, davvero saporita. Con la crescia riportata calda calda, poi era una goduria fare la scarpetta nel sughino. Quindi un po' di contorno di verdura bollita (credo fossero spinaci, ma tanto in Umbria si chiama genericamente "erba").
Infine i dolci, anche questi della casa. Io ho assaggiato dei biscottoni al vinsanto pieni di frutta secca assortita. Molto secchi, ma gradevoli. Poi delle tartellette di pasta frolla con crema giallissima e fragole fresche. Infine, per chiudere in bellezza, un bicchiere di crema di limoncello offerta dalla casa. Anche questa rigorosamente home made!
Il tutto per quanto??? Solo 23 euro a testa: un vero affare e una giornata da ripetere. Solo, la prossima volta, ci ricordiamo di prenotare prima e ci riserviamo un bel posticino fuori nella veranda!
Il sito è in eugubino stretto, ma è assolutamente da vedere per la sua simpatia:

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