mercoledì 13 gennaio 2010

L'eleganza delle parole della Burbery...


"Per quanto indietro possa spingermi con la memoria, mi è sempre piaciuto mangiare. Non saprei dire con esattezza cosa mi abbia provocato le prime estasi culinarie, anche se l'identità della mia prima cuoca prediletta - mia nonna - non lascia molti dubbi al riguardo".
La Burbery procede con una serie di esempi di cucina di una nonna francese. Ma la mia è napoletana, sposata a un viestano e per questo contaminata da una cucina pugliese e di mare.
Tuttavia, sono le sue reminiscenze napoletane quelle che, sono sicura, mi hanno provocato le prime estasi culinarie.
Ancora oggi, a 83 anni suonati, la nonna Vittoria stupisce con le sue lasagne. Non condite con la besciamella, bensì con un delicato ripieno di carne e ricotta.
Gli stufati stracotti e sugosi, le patatine cotte in padelle d'altri tempi e per questo incredibilmente saporite, i peperoni insaporiti con le acciughe e i capperi...
Più lontana la memoria di piatti più complessi che la nonna ha smesso di cucinare. In particolare i fritti: mia nonna è sempre stata una eccezionale friggitrice.
A Natale si fanno tuttora le pizze fritte, anche se adesso tocca a me fare la massa e friggere le palline di impasto, per poi condirle con l'oleoso sugo della nonna.
Mi ricordo, però, quando ero piccola che anche nei giorni d'estate più torridi richiedevo i suoi arancini, le mozzarelle in carrozza, le crocchè che si rompevano per quanto erano morbide. Mia nonna non si tirava mai indietro. Gli arancini erano ben diversi dalla tradizione siciliana e pure da quella dei supplì romani: non sono mai riuscita ad assaggiarne di uguali. Anche le mozzarelle in carrozza come le faceva la nonna non le ho mai ritrovate.
Una promessa: devo chiederle come li faceva. Devo provare a riscoprire questi antichi ricordi.

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