Siamo tornati nuovamente al Capriccio, al cospetto del bravo chef Leonardo Vescera. Uno che, lungi dal fermarsi e adagiarsi sugli allori, prosegue la sua crescita imperterrito. Rimangono i suoi classici nella carta, ma si aggiungono novità dell'ultima ora e indovinatissimi esperimenti delle feste.
Confesso che addirittura ci siamo stati due volte in due giorni, sempre a pranzo, godendo peraltro della bella vista sul porto di Vieste. Il primo giorno ce la siamo cavata con il delicatissimo tris di tonno (sashimi, tartare e filettino leggermente scottato); un magnifico gnocco ripieno di burrata e porcini e condito con una crema al tartufo; la zuppetta di burrata con i frutti di mare (seppie e cozze in particolare).
Il secondo giorno, a Pasqua, pranzo in famiglia con ripassino della tartare di tonno; due assaggi di primi che consistevano in un pacchero ai frutti di mare e uno gnocchetto al ragù di scorfano (e asparagi, ma io non li ho voluti); un medaglione di rana pescatrice (guardata in faccia prima che finisse in pentola!) servito con purea di fave e cicoriella ripassata; ancora i dolci con il tiramisù al bicchiere e la mousse di cioccolato bianco.
Insomma, in entrambe le occasioni un bel pranzetto, con gusti nuovi o vecchie conoscenze, ma comunque con grande soddisfazione! Unica piccola pecca, in particolare il giorno di Pasqua, i tempi un po' lunghi. Ma Leonardo ha trovato il modo migliore per giustificarsi: "i miei piatti sono tutti espressi, nulla è già pronto".
Confesso che addirittura ci siamo stati due volte in due giorni, sempre a pranzo, godendo peraltro della bella vista sul porto di Vieste. Il primo giorno ce la siamo cavata con il delicatissimo tris di tonno (sashimi, tartare e filettino leggermente scottato); un magnifico gnocco ripieno di burrata e porcini e condito con una crema al tartufo; la zuppetta di burrata con i frutti di mare (seppie e cozze in particolare).
Il secondo giorno, a Pasqua, pranzo in famiglia con ripassino della tartare di tonno; due assaggi di primi che consistevano in un pacchero ai frutti di mare e uno gnocchetto al ragù di scorfano (e asparagi, ma io non li ho voluti); un medaglione di rana pescatrice (guardata in faccia prima che finisse in pentola!) servito con purea di fave e cicoriella ripassata; ancora i dolci con il tiramisù al bicchiere e la mousse di cioccolato bianco.
Insomma, in entrambe le occasioni un bel pranzetto, con gusti nuovi o vecchie conoscenze, ma comunque con grande soddisfazione! Unica piccola pecca, in particolare il giorno di Pasqua, i tempi un po' lunghi. Ma Leonardo ha trovato il modo migliore per giustificarsi: "i miei piatti sono tutti espressi, nulla è già pronto".
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