sabato 20 agosto 2011

Osteria al Duomo, Vieste

A prima vista diremmo che ci manca solo il mandolino. Le scalette su cui si stendono i tavoli del Duomo sono decisamente pittoresche, mentre i tavoli all'interno sono collocati in una ex stalla riqualificata dall'aspetto un po' di grotta (il vantaggio è che c'è l'aria condizionata). In questo ristorante ci torniamo sempre volentieri e specialmente i miei genitori sono pressocché addicted. Si mangia bene, si spende non poco ma il giusto con ricarichi onestissimi anche sulla carta dei vini: ci sono ancora bottiglie bevibili sotto i dieci euro.
Qui si mangia per lo più il pesce - fresco - il più possibile elaborato in maniera fantasiosa e creativa. Certo non mancano le certezze come la frittura di pesce, ma fa piacere vedere che ci sia ancora qualcuno che non usa i calamari della busta, che offre un fritto asciutto e arricchito da pesciolini di paranza e da verdurine tagliate quasi a julienne. Già questo per me merita un bonus. Quindi le porzioni: è vero che si spende, ma è vero anche che le porzioni sono sufficienti per dividere un menù. Fanno eccezione gli antipasti, che però non superano gli 8 euro. Appunto fra gli antipasti ci piacciono tanto il carpaccio di spigola con i funghi porcini (però lo leviamo questo aceto balsamico?) e la ricotta avvolta nei fili d'angelo e fritta: entrambi piatti che abbiamo mangiato anche nella visita di ieri.
Fra i primi c'è chi si lascia attirare dai classici spaghetti ai frutti di mare oppure dalle orecchiette con sugo e cacioricotta. A noi piacciono le linguine con la cicala su purea di fave. Fra i secondi, appunto, la frittura. Abbiamo assaggiato anche il piatto di crostacei e molluschi gratinati, ma i molluschi non erano pervenuti. Si componeva di due gamberi e due scampi comunque molto buoni. I dolci non sono il massimo, però si accompagnano degnamente con uno dei vini o liquori da dessert presenti in carta.
Sul loro sito potrete scoprire qualcosa di più sulla "storia" di questo locale:

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