venerdì 10 dicembre 2010

Locanda dei golosi (o degli affamati?)


8 dicembre, giornata di festa. Quasi domenica, si direbbe. Quindi andava degnamente celebrata con una bella mangiata. E così è stato... anche troppo!
Dopo un paio di "no, non c'è posto" e "no, siamo chiusi", abbiamo ripiegato sull'agriturismo La locanda dei golosi, a Bosco, sulla via Eugubina. I miei amici c'erano già stati, ma mai di domenica (o festivi) e quindi non sapevano che in queste giornate la regola è menù a prezzo fisso: 26 euro per 2 antipasti, 2 primi, 2 secondi, 2 contorni, 1 dolce, 1 caffè e bibite ad libitum. La politica del posto è, insomma, quantità più che qualità, nonostante una discreta media sia comunque garantita.
Non si può dire, infatti, che si mangi male, ma più che altro che sembra di essere Hansel e Gretel nella casa di marzapane: dopo tutto quel cibo ci mancava solo la strega che ci controllava se eravamo ingrassati tastando il ditino!
Cominciamo con gli antipasti e con il primo piatto portato al tavolo. Uno per ciascuno, un classico antipasto umbro tutto maiale: prosciutto, salame, capocollo... Un pezzo di formaggio, un crostino alle olive e una mozzarellina aromatizzata con il tartufo. Fin qui tutto buono, niente eccellente. Poi è arrivato un piatto - comunitario - di fritti vegetali: zucchine, cipolle, carote e cavolfiori in pastella e delle chicche di patate fritte.
Quindi i primi. Da qui in poi, per fortuna, viene tutto servito dai camerieri che portano i vassoi al tavolo e servono direttamente nel piatto in base alla richiesta. Si può andare quindi dalla semplice cucchiaiata d'assaggio alla porzione generosa (che non viene negata!). Il primo primo (scusate la ridondanza) erano delle chicche di patate, gnocchi per gli amici, ripiene di funghi porcini e condite con panna. Un po' scolastico, ma alla fine non era male. Quindi dei tagliolini con il ragù, credo di salsiccia, saporiti ma leggermente scotti.
Passiamo ai secondi. Descritta come tagliata con rucola e parmigiano, la tagliata col radicchio che ci è arrivata ci ha un po' stupiti, ma a dir la verità sono stata bencontenta della variazione sul tema. Comunque devo dire che questo è stato il piatto migliore di tutto il pranzo. La carne era ben cotta - poco - e morbida e l'abbinamento col radicchio era buono. Quindi un - inutile - contorno di spinaci e il secondo secondo: maialino con patate. Le patate erano un po' troppo pastose, ma il maialino non era male.
Quindi il dolce e qui dobbiamo dire che era una furbata, ma non troppo riuscita e mal presentata. Una specie di pappone di panna zuccherata e condita con abbondanti scaglie di cioccolato. Era semplicemente buona, ma è ovvio che un piatto del genere stufa e poi sarebbe bastato servirla in un bicchiere per dare una parvenza di coreografia.
Vini serviti discreti: un bicchiere di prosecco, poi Lungarotti sia per bianco che per rosso.
Morale della favola. Qui non si mangia male e soprattutto si mangia tantissimo. Non c'è nulla che non mi sia piaciuto, tuttavia non c'è niente di memorabile a parte la pienezza finale. E' sicuramente il posto giusto per chi ha qualcosa da festeggiare, perché se la cava con poco facendo una discreta figura. Anche il locale, infatti, è piuttosto ben messo, con quest'aria da agriturismo in mezzo al verde (che però noi non ci siamo goduti a causa della pioggia) e un aspetto semplice e pulito.

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