domenica 12 dicembre 2010

Le Cirque ad Assisi, una serata globalizzata!

Disporre di una macchina a Perugia è un lusso non da tutti i giorni. Quindi bisognava festeggiare degnamente... L'idea, come al solito, è stata: 'Andiamo a mangiare fuori'. La scelta è caduta su un 'famoso' ristorante giapponese di Santa Maria degli Angeli (leggi Assisi), che effettivamente si presenta come un bel localino. Anche un po' troppo posh per il nostro animo trash (e qui scatterebbe, giustamente, un bello schiaffone da parte del buon Nanni Moretti per l'eccesso di inglesismi)...
Si tratta del "Le Cirque" che appena arrivati abbiamo scoperto essere della stessa società del Gus che sta in pieno centro a Perugia!!! Diciamo che il viaggio l'abbiamo fatto solo per l'ambiente! Camerieri in ghingheri, tavoli ben apparecchiati, giochi di colori minimal ma tanto di moda (nero, bianco, grigio, bordeaux), sedie scomodissime ma tanto di design...
Andiamo al menù, anzi ai menù, perché la prima domanda che viene posta dai camerieri in questo ristorante è: che menù vi porto? Le opzioni sono: il menù giapponese, quello del ristorante umbro-italiano, quello delle pizze. Perché, ebbene sì, questo è un modernissimo locale multi-scelta, molto globalizzato come la modernità impone.
A occhio il menù umbro-italiano è molto pretenzioso. Bisognerebbe assaggiare, però, per giudicare se può permetterselo o meno. Noi eravamo partiti con l'intenzione di mangiare giapponese e così abbiamo fatto (almeno all'inizio). In 5 abbiamo scelto di prendere un mega-piatto da 40 pezzi (quelle che a Roma sono le barche, o meglio le navi da crociera, che si trovano nei ristoranti giapponesi gestiti da giappo-cinesi). La cosa sfiziosa, devo dire, era che questo misto non conteneva solo i soliti cavalli di battaglia, ma anche qualche assaggio dei sushini più originali che il locale propone. C'erano quelli esternamente dorati e fritti in tempura che erano proprio buoni. E a noi sono piaciuti tantissimo anche quelli, che secondo me sono una loro invenzione, ricoperti di pasta phillo e ripieni di salmone e philadelphia (lo so che sono poco giapponesi, ma almeno erano consistenti...). Ancora un po' di sashimi e qualche maki classico e il piattone era fatto.
Poi abbiamo preso una tempura, ma su questo devo dire che siamo rimasti molto insoddisfatti. Chi non ne aveva mangiate di meglio diceva che era buona e in effetti non era cattiva, ma devo dire che non aveva la buona consistenza croccante e il frittto asciutto tipico delle tempure fatte per bene.
A questo punto, divorati il piattone e la tempura molliccia, abbiamo cominciato a guardarci: ' e ora?'. Non c'è niente da fare: il giapponese non riempie e per farlo ci vogliono o tanti soldi o qualcosa di più consistente. Io, a dir la verità, ho scelto di mantenere la linea giapponese, anche se ho preso un richiamino di quel sushi poco orientale con la pasta phillo all'esterno di cui sopra. I miei amici hanno optato per il salto di barricata... e hanno ordinato la pizza!!! Ovviamente la loro coscienza ha imposto una pizza in due. Ma sicuramente è solo dopo questa mezza pizza di riempimento che si sono detti pienamente soddisfatti. Per la cronaca, io non l'ho assaggiata, ma loro dicono che la pizza fosse buona. L'aspetto non era male.

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