lunedì 5 aprile 2010

Tour del Gargano... naturalmente a tavola!

Natale con i tuoi, Pasqua pure. Come sempre, le mie feste comandate si passano in famiglia e come sempre la destinazione è Vieste, per andare dalla mia nonnina. Come i lettori avranno forse già letto, lei è sempre stata una grande cuoca, ma adesso ha un po' abbandonato i fornelli, perché le forze di cucinare per più di dieci persone a una certa età cominciano a mancare.
Ovviamente noi non ci perdiamo d'animo e, lungi dall'idea di metterci a cucinare anche in vacanza, ne approfittiamo per scoprire le meraviglie del luogo!
Il tour, quindi, si è così configurato: partenza da Foggia il venerdì santo con prenotazione per il ristorante "Antiche Sere" di Lesina (tanto per allungare un po'), sosta per la notte a Vieste. Gita del sabato santo a Peschici, non solo per ammirare le bellezze del luogo, ma anche per mangiare, naturalmente, nel miglior ristorante in circolazione: "Porta di basso". Infine, la Pasqua, con riunione familiare che si è tenuta, tanto per cambiare, a tavola, alla corte di Leonardo Vescera e del suo "Capriccio". Per concludere, la Pasquetta l'abbiamo fatta dalla nonna, che non si può dire che si sia superata, ma che comunque è sempre una certezza!

Andiamo con ordine. LESINA: ANTICHE SERE
E' un ristorante con vista lago a conduzione familiare. Fanno anche la pizza, ma chiedete di mangiare il pesce. Per la precisione il lago si vede solo di giorno (noi siamo andati di notte) e d'estate quando ci sono i tavoli all'aperto. Noi siamo stati dentro e il lago l'abbiamo visto solo nel piatto. E sì, perché i piatti "di mare" sono preparati col pescato del lago, dall'immancabile anguilla, che fa un sughetto per gli spaghetti da scarpetta, al cefalotto e alla spigoletta. Buonissimi anche i maltagliati verdi conditi in bianco, con cefalo, funghi cardoncelli e cime di rapa. Da dieci la fritturina di paranza, che a me non fa impazzire con tutte quelle spine, ma era davvero freschissima. Simpatica la spigoletta in crosta di pane casereccio, bella croccantina. Per dolce una buona crostata di ricotta.

PESCHICI: PORTA DI BASSO
E chi se lo aspettava un ristorantino così raffinatino nel centro storico di Peschici? Innanzitutto un rarissimo, sul Gargano, servizio impeccabile, officiato da un capocameriere del posto molto simpatico, che ci ha raccontato anche un po' di fatti suoi, tanto per passare il tempo. Poi un localino ben piazzato, in un appartamento a picco sul mare, e ben arredato, senza fronzoli e con gusto. E poi si mangia bene. E poco. Beh, non è che sia una pecca, nel senso che le porzioni che una mia cara amica definirebbe "pediatriche" hanno un senso se si mangia l'intero menù degustazione. Certo, chi volesse rinunciare a qualche portata, forse dovrebbe ricorrere alla merenda (dopo pranzo) o allo spuntino di mezzanotte (dopo cena). Comunque, il menù degustazione costa 40 euro, dolce escluso, e direi che per mangiare pesce ben cucinato si può fare. Pane fatto in casa, pasta fatta in casa e pesce direttamente dalle barche che solcano il mare Adriatico antistante... Inutile descrivere quello che ho mangiato, tanto è difficile che vi ricapita: da quanto ho capito lo chef cambia tutti i giorni piatti!

VIESTE: IL CAPRICCIO
E' da quando abbiamo cominciato a frequentare questo locale che abbiamo capito che è una certezza. Qualche defaillance può sempre capitare, ma in linea di massima il cuoco Leonardo Vescera è uno dei migliori della provincia di Foggia. Mio zio aveva concordato un menù fisso, con varie portate. Le porzioni anche qui non sono enormi, quindi il pasto simil-matrimonio che abbiamo fatto (finito alle 4) non era di quelli debilitanti, che quando ti alzi vuoi il bicarbonato. Sono rimasta particolarmente colpita da uno degli antipasti: tortino di alici ripieno di cime di rape. Non credo sia impossibile da riprodurre, quindi ci proverò e se mi esce bene poi ve lo mostro! Poi il secondo, che era una bistecca di pesce spada su letto di fave passate e cicorie saltate. Ottima idea l'abbinamento, ma soprattutto da urlo la qualità e la cottura del pesce: non avevo mai mangiato un pesce spada così morbido, anzi mai pensato potesse essere di tale consistenza.

NONNA
Il giorno di Pasqua, temendo che dopo il pranzo non saremmo stati ancora sazi, la nonna aveva preparato quello che ha definito uno "snack" per cena: carne alla genovese! Nella sua mente, la sera di Pasqua avremmo dovuto anche preparare la pasta per condirla con la genovese... Il tutto, ovviamente, non è stato toccato e ci è arrivato a tavola a Pasquetta. Tagliatelle con: opzione 1 genovese; opzione 2 sugo di carne. Io ho optato per il secondo. Poi capretto con (poche) patate, carne rossa (quella del sugo), carne bianca (quella della genovese), piselli. La nonna, che non ha mai saputo fare i dolci, si è perfino inventata un dessert. Aveva una metà di torta preparata da una signora del palazzo, che però si era un po' indurita. Ha pensato bene di ammorbidirla (e alleggerirla) con caffè e crema pasticcera. Un genio!

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