sabato 15 settembre 2012

Mejo de Betto e Mary: il ritorno

La serata trucida ogni tanto ci va, specialmente se viene a trovarti un amico che ti chiede "un posto rozzo". Ovviamente il primo pensiero, all'unisono, va a Betto&Mary, o meglio in questo caso ai figli. Istituzione di tutto ciò che è romano, hanno in sé quel sapore di cafone al punto giusto, misto all'odore di fritto che si diffonde in sala e si attacca ai vestiti. Quanto alla cucina, che dire, altalenante fra lo scontato, il surgelato e il ritrovato, in cui quest'ultimo si riferisce al ritrovamento di ricette della tradizione romana da tempo dimenticate. Qui è il regno del quinto quarto e chi è amante del genere una volta ogni tanto un salto ce lo deve fare. Fa niente che come antipasti ci siano delle verdure in pastella da mensa (però fritte asciutte e croccanti, c'è da dire), oppure che i cavolfiori fritti che a me tanto piacciono siano pressocché bruciati, ma solo qui si possono trovare prelibatezze come la pajata, la coratella, le animelle, la coda alla vaccinara e la trippa. Tutti fulgidi esempi del misto romano, che trionfa sulla tavola di chi apprezza i piatti poveri, ma belli. Si spende poco, ma abbiamo la sensazione che i prezzi siano leggermente aumentati. O sarà che ci siamo scolati sei birre? 

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