giovedì 2 settembre 2010

La Chiusa delle More a Peschici (il ristorante)


E' da quando cucino che sogno un piccolo ristorante, su una terrazza affacciata sul mare. Pochi coperti e menù fisso realizzato in base alla fantasia della giornata e alle disponibilità del mercato. Beh, purtroppo la cuoca in questione non sono io (nel tempo ci attrezzeremo...), ma ho trovato un posto che riassume esattamente i miei desideri. Si chiama la Chiusa delle more e si trova a Peschici o meglio in località Calena. Per la precisione si tratta di un bed&breakfast di ottimo livello, che si presenta molto bene e che, ovviamente, prevede anche la mezza pensione. Per chi non pernotta, però, basta una telefonata (la prenotazione è d'obbligo).

Ad animare bed&breakfast e ristorante, un riscoperto amico di mio padre nonché un soggetto davvero particolare, brioso e attento ai clienti. In cucina, sua moglie che mescola la cucina pugliese, quella siciliana (pare che abbia delle origini sicule) e un po' di estro.

La formula è molto semplice: si comincia tutti alla stessa ora e il menù è fisso. Un giorno carne, un giorno pesce. Noi siamo capitati nel giorno carne (e ci ripromettiamo di tornare presto nel giorno pesce).

Per iniziare una serie di antipasti:

- mozzarella di bufala (freschissima) servita con pomodori secchi a listarelle: semplice e intelligente;

- purea di fave e cicoria servito con crostini di pane sottilissimi bruscato: veramente a regola d'arte;

- una parmigianina monoporzione composta di due fette di melanzana dorata e fritta, mozzarella al centro e sugo fuori: ottimo e ben presentato;

- un tortino di peperoni in pasta di pane: non avevo capito che fossero peperoni tanto che era delicato il ripieno, però avrei messo una pasta più delicata della pasta di pane (magari la brisee);

- pomodori ammuddricati, cioè gratinati con la mollica di pane: questi di provenienza sicula, davvero buoni;

- anelli di cipolla in pastella fritti: frittura leggera e asciutta, davvero ottimi.

E questi erano solo gli antipasti che già erano sufficienti per chiudere la cena e chiedere il conto. Ma non finisce qui. Si continua con un primo e un secondo. Come primo ci è capitata una pasta tipo troccoli (grossi spaghetti alla chitarra) con una crema di ricotta e zucchine. In questo caso devo dire che il sapore non era male, ma la pasta un po' duretta, probabilmente anche perché siamo stati i primi ad essere serviti. Poi una specie di involtini di carne anche questi "ammuddricati": somigliavano molto agli involtini alla messinese, ma a dir la verità meno delicati.

Per concludere una freschissima coppetta di frutta tagliata a pezzi e condita solo con una spolverata di zucchero a velo. Infine, una fetta di crostata fresca alla crema accompagnata da un bicchierino di nocino o limoncino o grappa.

Il tutto per un totale di 38 euro a cranio: forse un po' troppo per un menù fisso, ma devo dire che merita.

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