martedì 9 marzo 2010

In Egitto non per mangiare... però...

Cari amici del Polipo Affamato, innanzitutto devo chiedere scusa per la prolungata assenza dal web.
Il motivo, come avrete immaginato, è dovuto a una vacanza. Quest'anno Egitto: una settimana a Sharm El Sheik tanto per fare l'italiana media e due giorni al Cairo per salvare la faccia della cultura. Con i miei genitori...

E questo vuol dire, all'estero, rinunciare alle velleità gastronomiche e accontentarmi dei buffet degli alberghi che, secondo la loro teoria, consentono di non rimanere digiuni.

A parte che per me il rischio di rimanere digiuna non esiste... Ma poi io detesto i buffet dei ristoranti (salvo rare eccezioni)!!!

Comunque, per prima cosa urge commentare la foto qui sopra: dicesi avanzo di tentativo di cannelloni e di lasagne di un buffet italiano del nostro albergo (il Sofitel, peraltro una catena francese). Quella cosa bianchiccia poi non ricordo cosa fosse. Ho rimosso. Ovviamente i suddetti cannelloni e lasagne non sono commentabili. Vi dico solo che si sentiva il sapore dell'immancabile cumino nel ripieno. Detto questo, devo sottolineare che ho subìto questa cena solo per quieto vivere.

La sera successiva, però, la situazione è migliorata, perché una passeggiata a Naama Bay (il centro commerciale di Sharm) per prenotare le escursioni ci ha portati a cenare in un buon ristorante egiziano consigliatoci da mia cugina: Abou El Seid.

Come potete vedere dalla foto: salsine con melanzane, yogurt, lenticchie, ceci... Poi i buoni involtini di vite, i felafel... Insomma, era tutto buono e saporito, neanche troppo speziato (e considerate che detesto il cumino!). Poi abbiamo preso un misto di carne, che comprendeva la kofta (polpettine di carne spiedinate e grigliate) e lo shish kebab, cioè sempre spiedini di carne grigliati. L'unica pecca, devo dire, era che il pane arabo non era cucinato espresso, come invece capitava perfino nella colazione del nostro albergo. Ovviamente una cena del genere, in un ristorante piuttosto elegante, costa abbastanza di meno di un buffet di un albergo 5 stelle e consente anche di prendersi lussi come vino e birra.

Dopo questa esperienza, però, non è stato possibile convincere i miei a continuare sulla linea egizianofila (nonostante un invitantissimo ristorante egiziano del nostro stesso albergo che si chiamava El Kebabgi da cui uscivano odori di griglia eccezionali), ma abbiamo continuato il tour dei buffet. Non vi dico lo sgomento dei miei genitori quando, dopo una difficile contrattazione con un tassista per arrivare allo Sheraton di Sharm (che sta abbastanza in mezzo al nulla) abbiamo scoperto che il tema del giorno del buffet era nientemeno che la cucina cinese! Inutile descrivere i tremendi tagliolini cinesi scotti...

Così nei miei ricordi gastronomici legati all'Egitto restano (in positivo) solo il buon pane arabo della colazione del mio albergo sia a Sharm che al Cairo. Poi, al Sofitel del Cairo, a colazione c'erano degli ottimi felafel. Così, alle 8 di mattina, prima di affrontare le piramidi, la mia colazione è stata un pezzo di pita scaldata nel toaster, un felafel e una cucchiaiata di salsa yogurt e menta (utilissimi i fermenti lattici dello yogurt in Egitto!).

Al Cairo, poi, abbiamo fatto i turisti sulla cena galleggiante della barca dell'Hotel Hyatt. Contrariamente alle mie aspettative erano pochi i turisti non arabi, però. Nel buffet c'erano perfino dei tentativi di sushi, commestibili, ma considerato che erano fatti col tonno delle scatolette... sono capace anche io! Da segnalare, però, una profusione di dolci arabi davvero ottimi, benchè dolcissimi, visto che l'ingrediente cardine è il miele.

In generale, panificazione e pasticceria sono i punti forti degli egiziani, anche nei tentativi esterofili. Pane e dolci dei buffet erano sempre buonissimi. Infatti, non oso fare analisi per le prossime due settimane: avrò la glicemia alle stelle!

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