lunedì 18 novembre 2013

La Barrique: vino e cucina a Monti

Siamo in via del Boschetto. A un passo da via Nazionale, ma ancora nell'atmosfera magica del rione Monti. Una piccola enoteca dove tutto parla di vino, a eccezione della cucina, che invece si inserisce in maniera creativa nel territorio.
Prima di leggere il menù mi sono incantata nel leggere la sconfinata lista dei vini... e ho letto solo i rossi! Pregio o difetto di questa lista è che i vini sono ordinati per vitigno. Il pregio è che si tratta di una scelta di alta cultura enologica. Il difetto è che molti si troveranno spiazzati, specialmente i meno esperti di vino, che categorizzano pochi vini abbinati a qualche regione. La regione più presente il Piemonte, d'altra parte parliamo di una delle eccellenze dell'Italia enologica. Scarsissima, se non nulla, invece la presenza del Lazio. Ma qui siamo sull'eccesso opposto dell'eccellenza enologica!
Scelto il nostro frappato siciliano, che però ci ha leggermente delusi, ci lanciamo sul cibo. E meno male che non avevamo molta fame... Ci barcameniamo fra crostini con patè di animelle, insalata di bollito, crostoni con bufala e cicoria (presi dai primi in verità). I crostini con le animelle ci sembrano un po' grassi, ma sono molto saporiti e, se non sapesse di che si tratta, li mangerebbe anche un bambino. Sull'insalata di bollito non mi posso esprimere, perché non l'ho assaggiata, mentre sugli altri crostoni non posso che dire che si tratta di un'idea tanto semplice quanto buona, in una porzione decisamente abbondante.
Molto abbondante anche la porzione di primo, l'unica sul tavolo. Si trattava di una pappardella con ragù bianco "di cortile", che per gli amici non era nient'altro che pollo. Pur non essendo certamente un raffinato ragù di cacciagione, era tuttavia molto saporito. Peccato solo che la pasta fosse leggermente troppo cotta.
Per quanto riguarda i secondi, invece, un turbinio di baccalà (leggermente salato, ma è un rischio che si corre e comunque era bilanciato dalla salsa in agrodolce, giustamente sbilanciata verso il dolce), polpette (4 veri e propri palloni!) e il piatto più interessante, l'agnello con l'uovo. Ci aspettavamo una fricassea, invece è arrivato un simpatico quanto ben presentato piatto con agnello cotto probabilmente al forno, quindi sfilacciato e servito come un piccolo tortino, su una cremina di uovo e formaggio (peccato che questa fosse fredda, l'avrei scaldata) e dei fantastici topinambur di contorno (troppo pochi per quanto erano buoni!).
Non ci siamo lasciati scappare neanche un assaggio di dolce, fra cui i biscottini secchi che vengono simpaticamente serviti in un barattolo di latta vintage, e una torta di mele. Quest'ultima era stata scaldata, ma a dir la verità credo sarebbe stata altrettanto buona fredda.
Chiariamo: nessun piatto gourmet, nessun eccesso di tecnica, nessuna grande idea o accostamento ardito. Solo un sano incrocio di tradizione, cucina casalinga, qualche presentazione un po' più evoluta. Ma non deve essere per forza gourmet, l'importante è che sia tutto buono e che tutti siamo usciti contenti e soddisfatti, con la sensazione che torneremo!
Ps. i prezzi non sono bassissimi, ma neanche alti. Bisogna tenere conto anche che le porzioni sono molto generose, quindi con un 25-30 euro a testa si mangia e si beve bene. Con qualche euro in più ci si può concedere una bottiglia di miglior livello e, perché no, anche uno champagne! 

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