sabato 10 luglio 2010

Nerbone a Firenze vuol dire lampredotto

Una breve gita in Toscana che si è rivelata una scoperta. Per prima cosa, sosta a Firenze per aspettare gli amici che ci dovevano "raccattare" e portare all'agriturismo a Greve in Chianti. Nell'attesa, perché non concedersi uno spuntino? E soprattutto, dove trovare un buon panino col lampredotto? E se un tempo si chiedeva l'aiuto del pubblico, oggi viene in aiuto la tecnologia. Breve ricerca su internet con i potenti mezzi della tecnica a nostra disposizione e subito il responso: il NERBONE.
Arriviamo quindi al Mercato di San Lorenzo, dove ha sede il Nerbone, e ci stupiamo per la simpatica location che abbiamo trovato: un vecchio mercato rionale interamente dedicato al cibo. Dai negozi che vendono prodotti tipici (un po' ammiccanti per turisti) alle bancarelle più dedicate alla gente del posto (fruttaroli, pescivendoli...). E poi il Nerbone, che è una specie di fast-food alla toscana. Pochi tavoli e un bancone dove si confezionano panini espressi rigorosamente con la "ciccia", cioè la carne, sia essa bollita o in porchetta o arrosto. E qui il panino col lampredotto è d'obbligo, anche se il paninetto con l'arrosto ben unto da tutti e due i lati nell'olio di cottura non è niente male... Ma non mancano i primi e i secondi, le insalate e, perché no, i tozzetti da mangiare col vinsanto.
Ma non è finita... Dopo il nostro soggiorno a Greve, per due giorni in un agriturismo dove si è davvero isolati dal mondo e che non a caso si chiama Rifugium, ci siamo concessi una sosta gastronomica prima di affrontare il viaggio. E dove siamo andati? Naturalmente dal Nerbone, l'originale sulla piazza principale di Greve in Chianti, sotto gli occhi di Giovanni da Verrazzano.
Qui il lampredotto e il bollito non si servono col panino, ma in terrine di coccio fumanti. Certo non proprio estive... A parte questo, bastavano già i copiosi antipasti: dal taglierone di salumi a quello di formaggi, dal fantastico crostino di fegatini di pollo a quello di poppa (avete capito bene, di poppa, cioè di mammella di mucca). Da urlo in particolare la finocchiona, talmente morbida che le fette si sfaldavano, e un pecorino nero rivestito di carbone vegetale. Ottima anche la pappa al pomodoro, peccato che fosse bollente anche quella. Per finire un assaggio di crema al mascarpone condita con gocce di mosto cotto: un abbinamento davvero gradevole e da ripetere.
Come è da ripetere l'avventura nel Chianti. Non a caso è uno dei luoghi più apprezzati in tutto il mondo, fresco anche d'estate e verde da bruciare gli occhi.

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