In attesa della seconda puntata di "The Chef", ma il nuovo gastro-reality di La5 ha già svelato i suoi ingredienti. Partiamo dalla dura realtà: è una specie di incrocio fra "Masterchef" e "X-Factor". Del primo prende gli spunti gastronomici, del secondo l'idea dei coach, che in questo caso sono Chiara Maci, già nota come giudice di "Cuochi e Fiamme", e Alessio Algherini, giovane e aitante chef milanese per ora semi-sconosciuto. A giudicare le preparazioni degli aspiranti Chef del programma, mescolati fra professionisti e autodidatti, ci sono Filippo La Mantia (che intanto ha lasciato le cucine del Majestic, come recentemente appreso dai miei canali romani) e Davide Oldani (che mi domando quando sia l'ultima volta che l'hanno visto nelle sue cucine milanesi).
Detto questo, la prima puntata è stata tutta sui casting, con un gioco di appaiamenti per genere (il ciccione, le supergnocche, le casalinghe, i diversamente italiani, i professionisti...) fra i quali i due noti chef dovevano scegliere uno solo. Salvo poi ripescarne una all'ultimo momento, a causa dell'abbandono di un concorrente che aveva passato la selezione, peraltro simpatico cuochino di Monopoli, che è stato richiamato all'ordine dal ristorante per cui lavora, che ha posto l'aut aut: o torni o ti licenzio. Ha scelto di tornare e ha lasciato il posto libero, assegnato bulgaramente da La Mantia e Oldani.
Conclusioni: per ora non si è visto molto della dinamica. Tranne un improbabile sottospecie di pressure test nei pre-casting e una sfida a due per passare la selezione finale. Quello che ho potuto evincere, però, è che la qualità complessiva dei concorrenti fosse piuttosto scarsina. Rispetto a "Masterchef", che soprattutto nell'ultima edizione è partito con un manipolo di figli di Heinz Beck, già capaci di non distruggere una faraona o una rana pescatrice, qui siamo davanti a una serie di pasticcioni che a stento sanno cuocere un uovo sodo. Poche le eccezioni, quasi tutte fra i professionisti, e sicuramente alla lunga la differenza si farà sentire non poco. Anche a "Masterchef" ci sono sempre stati i primi della classe, ma in un panorama complessivo comunque valido. Vincevano sulla lacuna del singolo nel trattare un certo tipo di preparazione, ma non sulla capacità globale di tenere un mestolo in mano.
Vi confesso, però, che a meno che non si riscatti con le prossime puntate, per ora "The Chef" per me è solo un programma da vedere in attesa che inizi "The Taste", il gastroreality Usa che inizia immediatamente dopo e di cui vi scriverò di seguito.
Per leggere cosa ne penso di "The Taste" CLICCA QUI
Detto questo, la prima puntata è stata tutta sui casting, con un gioco di appaiamenti per genere (il ciccione, le supergnocche, le casalinghe, i diversamente italiani, i professionisti...) fra i quali i due noti chef dovevano scegliere uno solo. Salvo poi ripescarne una all'ultimo momento, a causa dell'abbandono di un concorrente che aveva passato la selezione, peraltro simpatico cuochino di Monopoli, che è stato richiamato all'ordine dal ristorante per cui lavora, che ha posto l'aut aut: o torni o ti licenzio. Ha scelto di tornare e ha lasciato il posto libero, assegnato bulgaramente da La Mantia e Oldani.
Conclusioni: per ora non si è visto molto della dinamica. Tranne un improbabile sottospecie di pressure test nei pre-casting e una sfida a due per passare la selezione finale. Quello che ho potuto evincere, però, è che la qualità complessiva dei concorrenti fosse piuttosto scarsina. Rispetto a "Masterchef", che soprattutto nell'ultima edizione è partito con un manipolo di figli di Heinz Beck, già capaci di non distruggere una faraona o una rana pescatrice, qui siamo davanti a una serie di pasticcioni che a stento sanno cuocere un uovo sodo. Poche le eccezioni, quasi tutte fra i professionisti, e sicuramente alla lunga la differenza si farà sentire non poco. Anche a "Masterchef" ci sono sempre stati i primi della classe, ma in un panorama complessivo comunque valido. Vincevano sulla lacuna del singolo nel trattare un certo tipo di preparazione, ma non sulla capacità globale di tenere un mestolo in mano.
Vi confesso, però, che a meno che non si riscatti con le prossime puntate, per ora "The Chef" per me è solo un programma da vedere in attesa che inizi "The Taste", il gastroreality Usa che inizia immediatamente dopo e di cui vi scriverò di seguito.
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