lunedì 14 marzo 2011

Antica (?) Osteria l'Incannucciata

Il solito deal di Groupon ci ha spinti nei solitari lidi della Giustiniana, dove si trova l'Antica Osteria l'Incannucciata. Avevamo comprato il coupon con grandi aspettative, spinti anche dalle buone recensioni delle guide nazionali (Espresso e Gambero).

Il deal prevedeva un menù tradizione, che a quanto pare cambia in base alla stagione. Piccola premessa sul locale che non ci pare affatto antico, anche se è decisamente pittoresco: una casetta di pietra nel nulla che d'estate si apre in un giardino esterno.

Nella nostra esperienza il menù prevedeva la finta trippa alla romana, gricia, amatriciana, agnello al vincotto e zuppa inglese. Ma andiamo con ordine...
1) La non-trippa: si trattava di una frittatina tagliata a listarelle come se fosse trippa e condita con menta e sugo. Complessivamente buono, solo che la menta utilizzata era quella secca e non quella fresca. Sembra una stupidaggine, ma il risultato a livello di sapore è completamente diverso.
2) Spaghetti alla gricia: ci è parsa assolutamente non riuscita. Gli ingredienti erano slegati e quella classica e bella cremina di pecorino che la gricia dovrebbe avere mancava definitivamente.
3) Bombolotti all'amatriciana. In questo caso devo dire che non era affatto male. Come la prima, si trattava di pasta industriale e non c'era una gran ricerca in questo senso, ma la cottura era buona e il sugo molto saporito: degno di scarpetta (con il pane che non era male!).
4) Bocconcini di agnello con il mosto cotto e la verza. Anche in questo caso l'impressione globale era che gli ingredienti fossero slegati. La cottura e la qualità della carne era buona (bocconcini morbidi), ma il sapore non era particolarmente buono.
5) Zuppa inglese: questo era un tentativo maldestro di dolce. Si presentava come due dischi di pan di spagna, una buona crema nel mezzo e una spruzzata di Alchermes per fare colore. Il risultato era un dolce fresco, ma visibilmente arrangiato all'ultimo momento.

Da bere, abbiamo preso un'ottima birra artigianale, la Shangri-La. E apprezziamo che fosse in carta, anche se abbiamo notato un'incertezza nella scelta del bicchiere appropriato (perdonabile!).

Visione complessiva: tutto quello che abbiamo mangiato non era cattivo, ma niente era da "wow". Nessun rimpianto, anche perché grazie al deal abbiamo pagato a metà prezzo, tuttavia ci mettiamo nei panni di chi quel "menù tradizione" lo ha pagato a prezzo pieno (40 euro) e probabilmente è uscito molto deluso.

A questo fanno da contrasto non solo le recensioni (non possono essere impazziti tutti i recensori), ma anche il parere degli altri - pochi - presenti, fra cui dei colleghi che casualmente abbiamo trovato a un altro tavolo. Loro però avevano scelto non il menù, ma dalla carta...

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