Anni fa questo locale ti accoglieva con una tela di Jacopo Fo e come soprannome aveva Ubu Re. Diciamo che i riferimenti all'ultimo Premio Nobel nazionale non mancavano. Oggi il nome Ubu Re è sparito, la tela di Jacopo pure, ma l'ambientino radical chic è rimasto. Unica pecca, a mio modesto parere, le pareti rosa porcello che ti fanno sentire un po' nella casa di Barbie. Fanno da contraltare le tante teche piene di bottiglie di vino e la cura nell'aver utilizzato la stessa stoffa per imbottire le sedie e per fare le sottotovaglie, sovrastate da una candida mise en place. Rosa porcello a parte, l'ambiente è carino e accogliente, ma soprattutto qui si mangia sempre bene.
Eravamo in tre e abbiamo assaggiato tutto, dall'antipasto al dolce...
Per cominciare io ho preso il Coniglio disossato e ripieno di verdurina e oliva. Piatto molto delicato, anche se non mi è ben chiaro per quale motivo fosse un antipasto (poteva essere un secondo a pieno titolo). I miei invece hanno assaggiato il carciofo, buono e ben presentato. I carciofi erano serviti a "rosa" e conditi con una panure di pane, mandorle ed erbette (menta e credo maggiorana). Ad accompagnare il tutto, dell'ottimo pane fatto in casa aromatizzato con salvia, cipolle, semini di sesamo...
Quindi i primi, che meritano una premessa: la pasta è rigorosamente fatta in casa. Io ho preso degli ottimi strangozzi al cacao con cinghiale e funghi porcini: molto particolari. A mio parere erano favolosi, ma c'è da dire che il cinghiale era poco presente e che c'era un gusto molto agrodolce che a qualcuno potrebbe non piacere. Ma non è il mio caso. Mia madre ha invece preso delle tagliatelle al sagrantino con guanciale. Erano carinissime, tutte rosa, e molto saporite, solo leggermente piccanti.
Arriviamo, faticosamente, ai secondi. Non ho assaggiato quelli degli altri, ma posso dire che il mio era molto buono. Si trattava di stinco di maiale disossato molto ben cotto, sembrava stufato. Era servito con un coreografico cannolo di pane ripieno di cipolle rosse di Cannara che però erano leggermente croccanti e aromatizzate con una spezia che non mi faceva impazzire, ma che non ho riconosciuto (forse cumino?).
Dulcis in fundo, naturalmente... Qui ci vuole un ricordo dal passato. In tempi non sospetti il Gambero preparava il tortino con cuore caldo di cioccolato che oggi si trova in tutti i ristoranti d'Italia. Non solo: chi lo voleva doveva essere psicologicamente preparato e ordinarlo con largo anticipo. Oggi il tortino è sparito dal menù, suppongo perché diventato troppo inflazionato. Per i cioccodipendenti, però, non manca la soddisfazione con il tortino freddo ai due cioccolati. E' una piccola terrina bianconera, di una mousse delicatissima. Per mia madre, invece, il parfait al torrone, una specie di semifreddo, sempre molto buono.
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