Eccoci alla fine di un'altra domenica. Questa volta graziata da un sole magnifico, pur a febbraio inoltrato. Proprio questo sole non poteva non spingerci fuori di casa e, tanto per cambiare, la priorità era pranzare, così abbiamo scelto di trascorrere la nostra domenica al Porto Fluviale. Di giorno e con una giornata come quella di oggi, devo dire che l'architettura a vetrate piene di questo locale si fa apprezzare per la luminosità. Peccato solo che non ci sia una gran vista, ma non si può volere tutto dalla vita.
Comunque, arriviamo poco prima delle 2 e chiediamo un tavolo per due. La solerte stangona all'entrata ci dice "c'è da aspettare mezz'ora". Poi in realtà l'attesa è di meno di un quarto d'ora. Non abbiamo capito se è stata pietà verso il mio pancione da settimo mese o se sia policy aziendale di sovrastimare le attese tanto per non fare cattive figure e anzi essere apprezzati per il dimezzamento delle suddette stime. Una buona strategia, salvo che una stima eccessiva potrebbe deviare il cliente verso il nuovo dirimpettaio che si chiama La Dogana (ci avevamo fatto un mezzo pensierino anche noi!).
Certo, il tavolo per molti sarebbe stato un po' sacrificato, in quanto contiguo al tavolino del servizio dove si avvicendavano le cameriere (tutte donne o quasi!) per sparecchiare, segnare i conti sul pc, prendere posate e bicchieri e mescere l'acqua dalle fontane. Tuttavia, noi siamo appassionati di dinamiche risto-aziendali e ci è piaciuto avere una posizione così privilegiata per poter studiare un locale così grande e complesso.
Ci ha accolti una bravissima cameriera, che ci ha spiegato bene come funziona il brunch: 18 euri, con una bevanda a scelta inclusa a cranio (ma in più nel buffet c'erano i succhi) e possibilità illimitata di refill del cibo. Quando ha visto che ci alzavamo a turno ci ha rassicurati "ci siamo noi, al vostro tavolo non si avvicina nessuno: potete andare insieme".
Quindi ci siamo approcciati al buffet, piuttosto ricco, considerando anche il prezzo. Un tavolo con insalate e condimenti vari a parte, un altro con i succhi (arancia o Ace) e un altro ancora con i dolci. Al centro un'isola in cui si avvicendavano caldi e freddi. Fra i caldi, un paio di zuppe (cipolla o fagioli nel nostro caso), una gustosa lasagna di zucca e provola affumicata, meno piaciuti i tortellini al pomodoro. Poi una discreta scelta di latticini, i cui piatti venivano rimpiazzati con solerzia: abbiamo assaggiato burrata, provola affumicata fresca, ricotta, feta greca. Quindi una bella teoria di verdure, con prevalenza di zucchine, melanzane e patate. Deliziosa la spadellata di cavolo nero: da provare a rifare a casa! Quindi i vari secondi, fra cui un paio di carpacci, un'insalata di totani, dell'ottimo salmone, semplicemente cotto e da abbinare alle salse presenti, alici marinate (peccato non poterle neanche guardare!). Qualche etnicità con un cous cous molto curry-oso e degli spaghetti di soia con verdure e così via. Fra i dolci cannoncini ripieni vari (chantilly o crema al cioccolato), muffin, cannolini alla ricotta, babà molto bagnato e pannoso, tiramisù, barchette con nutella, ciambellone con gocce di cioccolato.
Ho sicuramente dimenticato qualcosa, ma comunque credo che la buona varietà sia ben chiara. Come dicevo, si apprezza la quantità di cibo a fronte di un prezzo contenuto. E quando dico quantità non mi riferisco solo a un furbo riempimento di carboidrati dei tavoli come fanno molti, che se la cavano con pizze e insalate di pasta. Qui c'è davvero tutto, dall'antipasto al dolce, passando soprattutto per i secondi di carne e di pesce, che fanno capire che un minimo di investimento da parte di chi propone il brunch c'è. Certo, non parliamo di ostriche e champagne, né di piatti super-gourmet, eppure la nostra esperienza è stata complessivamente molto positiva e questo brunch scala la nostra classifica di gradimento, specialmente in una giornata di sole come quella di oggi!
Comunque, arriviamo poco prima delle 2 e chiediamo un tavolo per due. La solerte stangona all'entrata ci dice "c'è da aspettare mezz'ora". Poi in realtà l'attesa è di meno di un quarto d'ora. Non abbiamo capito se è stata pietà verso il mio pancione da settimo mese o se sia policy aziendale di sovrastimare le attese tanto per non fare cattive figure e anzi essere apprezzati per il dimezzamento delle suddette stime. Una buona strategia, salvo che una stima eccessiva potrebbe deviare il cliente verso il nuovo dirimpettaio che si chiama La Dogana (ci avevamo fatto un mezzo pensierino anche noi!).
Certo, il tavolo per molti sarebbe stato un po' sacrificato, in quanto contiguo al tavolino del servizio dove si avvicendavano le cameriere (tutte donne o quasi!) per sparecchiare, segnare i conti sul pc, prendere posate e bicchieri e mescere l'acqua dalle fontane. Tuttavia, noi siamo appassionati di dinamiche risto-aziendali e ci è piaciuto avere una posizione così privilegiata per poter studiare un locale così grande e complesso.
Ci ha accolti una bravissima cameriera, che ci ha spiegato bene come funziona il brunch: 18 euri, con una bevanda a scelta inclusa a cranio (ma in più nel buffet c'erano i succhi) e possibilità illimitata di refill del cibo. Quando ha visto che ci alzavamo a turno ci ha rassicurati "ci siamo noi, al vostro tavolo non si avvicina nessuno: potete andare insieme".
Quindi ci siamo approcciati al buffet, piuttosto ricco, considerando anche il prezzo. Un tavolo con insalate e condimenti vari a parte, un altro con i succhi (arancia o Ace) e un altro ancora con i dolci. Al centro un'isola in cui si avvicendavano caldi e freddi. Fra i caldi, un paio di zuppe (cipolla o fagioli nel nostro caso), una gustosa lasagna di zucca e provola affumicata, meno piaciuti i tortellini al pomodoro. Poi una discreta scelta di latticini, i cui piatti venivano rimpiazzati con solerzia: abbiamo assaggiato burrata, provola affumicata fresca, ricotta, feta greca. Quindi una bella teoria di verdure, con prevalenza di zucchine, melanzane e patate. Deliziosa la spadellata di cavolo nero: da provare a rifare a casa! Quindi i vari secondi, fra cui un paio di carpacci, un'insalata di totani, dell'ottimo salmone, semplicemente cotto e da abbinare alle salse presenti, alici marinate (peccato non poterle neanche guardare!). Qualche etnicità con un cous cous molto curry-oso e degli spaghetti di soia con verdure e così via. Fra i dolci cannoncini ripieni vari (chantilly o crema al cioccolato), muffin, cannolini alla ricotta, babà molto bagnato e pannoso, tiramisù, barchette con nutella, ciambellone con gocce di cioccolato.
Ho sicuramente dimenticato qualcosa, ma comunque credo che la buona varietà sia ben chiara. Come dicevo, si apprezza la quantità di cibo a fronte di un prezzo contenuto. E quando dico quantità non mi riferisco solo a un furbo riempimento di carboidrati dei tavoli come fanno molti, che se la cavano con pizze e insalate di pasta. Qui c'è davvero tutto, dall'antipasto al dolce, passando soprattutto per i secondi di carne e di pesce, che fanno capire che un minimo di investimento da parte di chi propone il brunch c'è. Certo, non parliamo di ostriche e champagne, né di piatti super-gourmet, eppure la nostra esperienza è stata complessivamente molto positiva e questo brunch scala la nostra classifica di gradimento, specialmente in una giornata di sole come quella di oggi!
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