Finalmente una manifestazione che parli di cibo in maniera professionale e non solo in format da carbonari della carbonara. Vabbè, scusate il gioco di parole o calembour, che dir si voglia. E passiamo al sodo: Taste of Rome è una boccata di ossigeno per la ristorazione romana, che vede i migliori o quasi (ci manca solo the king Heinz Beck, ma gli altri ci sono) cimentarsi con piccole monoporzioni dei loro cavalli di battaglia. Certo, versioni semplificate e forse con qualche piccola imperfezione, ma che non perdono in gusto dei grandi piatti a poco prezzo.
Perché qui si paga in sesterzi (che poi è un modo retrò per dire euro), più o meno 5 o 6 euro per piatti, che mangiati a casa loro costerebbero dai 15 in su, ma anche 30 qualche volta... Quindi, gourmet della capitale, cogliete l'occasione, caricate la vostra carta di una cinquantina di euro e preparatevi ad assaggiare i migliori piatti di una decina di chef ultranoti della capitale, molti dei quali stellati. Riccardo Di Giacinto di All'Oro, Roy Caceres di Metamorfosi, Anthony Genovese del Pagliaccio, Agata di Agata&Romeo, Convivio Troiani, Arcangelo Dandini ecc. ecc. La parte enologica è invece curata soprattutto dalla famiglia Trimani.
Al contrario, però, se cercate una fiera dove pretendete di pagare un biglietto, per aprire le fauci e non chiuderle più, il tutto all inclusive... Beh, il Taste non è per voi. Ben lontano da una sagra, diverso anche da fiere tipo il Vinitaly. Di inclusive c'è poco o niente: gli unici che concedano assaggi aggràtis sono crodino (dopo avervi spillato l'indirizzo e-mail) e pochi altri produttori di creme e patè, olio ecc. che offrono dei minicrostini. Un'altra notazione - peraltro contestata da molti chef - il pomeriggio si chiude per qualche ora e quindi chi c'era dalla mattina viene invitato a uscire. E se vuol rientrare, nuovo biglietto!!! Un po' eccessivo, visto che 16 euro sono già tantini e poi bisogna prepararsi a nuove spese per mangiare e bere...
Infine, un cenno sulla location: l'Auditorium mi è piaciuto molto, se non fosse che arrivarci con i mezzi è un po' scomodino. Però, c'è da dire che gli chef stellati hanno anche una stella che li protegge: pare che fino a domenica non piova... Pensare che solo pochi giorni fa si parlava di nubifragi...
Perché qui si paga in sesterzi (che poi è un modo retrò per dire euro), più o meno 5 o 6 euro per piatti, che mangiati a casa loro costerebbero dai 15 in su, ma anche 30 qualche volta... Quindi, gourmet della capitale, cogliete l'occasione, caricate la vostra carta di una cinquantina di euro e preparatevi ad assaggiare i migliori piatti di una decina di chef ultranoti della capitale, molti dei quali stellati. Riccardo Di Giacinto di All'Oro, Roy Caceres di Metamorfosi, Anthony Genovese del Pagliaccio, Agata di Agata&Romeo, Convivio Troiani, Arcangelo Dandini ecc. ecc. La parte enologica è invece curata soprattutto dalla famiglia Trimani.
Al contrario, però, se cercate una fiera dove pretendete di pagare un biglietto, per aprire le fauci e non chiuderle più, il tutto all inclusive... Beh, il Taste non è per voi. Ben lontano da una sagra, diverso anche da fiere tipo il Vinitaly. Di inclusive c'è poco o niente: gli unici che concedano assaggi aggràtis sono crodino (dopo avervi spillato l'indirizzo e-mail) e pochi altri produttori di creme e patè, olio ecc. che offrono dei minicrostini. Un'altra notazione - peraltro contestata da molti chef - il pomeriggio si chiude per qualche ora e quindi chi c'era dalla mattina viene invitato a uscire. E se vuol rientrare, nuovo biglietto!!! Un po' eccessivo, visto che 16 euro sono già tantini e poi bisogna prepararsi a nuove spese per mangiare e bere...
Infine, un cenno sulla location: l'Auditorium mi è piaciuto molto, se non fosse che arrivarci con i mezzi è un po' scomodino. Però, c'è da dire che gli chef stellati hanno anche una stella che li protegge: pare che fino a domenica non piova... Pensare che solo pochi giorni fa si parlava di nubifragi...
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