Insomma, nel pieno centro della Bufalotta per mangiare nientemeno che il pesce. A dir la verità sul menù si trovano anche diverse proposte di terra, dalla bufala di Battipaglia (per rimanere in tema con la zona che ospita il ristorante) ai salumi, passando per carbonara e amatriciana cucinati con guanciale di Tolfa e tagliate di manzo di vario genere.
Ma il vero protagonista è il pesce, vera killer application di questo locale anche per i prezzi, che si coniugano con la qualità. Il pescato arriva giornalmente, la freschezza è sicura. Con cuore leggero si può mangiare quindi anche il crudo: un ottimo carpaccio assortito che i giapponesi chiamerebbero sashimi. Fra gli altri antipasti di mare (da prendere nel misto crudi/caldi/cotti) un'ottima insalata di polpo. Su molte recensioni ho trovato lamentele sulla consistenza del polpo, nella mia esperienza invece era talmente tenero che si scioglieva in bocca. Il condimento, inoltre, (olio, sedano, carotine e rosmarino) era da scarpetta selvaggia, anche perché il pane meritava decisamente, visto che è fatto in casa dallo chef, che evidentemente ci sa fare anche con la pasta lievitata. Poi un tortino saporitissimo con due gamberini sopra, ma non ho capito cosa contenesse, una specie di parmigianina, dei mini-pesci fritti e conditi alla scapece con l'aceto, alici marinati, uno scampo leggermente scottato e sarde fritte.
Fatte in casa pare che siano anche le paste. Noi abbiamo mangiato i paccheri con pesce spada e melenzane. Sulla fattura casalinga dei paccheri non ci metterei la mano sul fuoco. Erano leggermente al dente, ma a me piacciono così. Il condimento, inoltre, era abbondante e saporitissimo, ma non troppo invadente. Per non parlare delle dimensioni dei piatti: ne abbiamo diviso uno e già la mezza era una porzione piena!
Notevole anche la porzione della tagliata di tonno: un bisteccone! La cottura era a dir poco perfetta e la carne morbidissima. Si accompagnava con una salsa di mosto cotto e aceto balsamico davvero "azzeccata" e una caponatina di peperone con pinoli e uvetta molto buona.
Per dolce uno spumoso tiramisù dalla crema molto gialla. Servito in un bicchiere, sul fondo aveva dei savoiardi poco bagnati. A me non piacciono troppo inzuppati, quindi per i miei gusti andava bene, ma i puristi avrebbero qualcosa da ridire. Un caffè un po' sovraestratto - cioè lentino -, ma non cattivo di sapore, per concludere.
E un conto non tanto salato, anzi. Per essere un ristorante di pesce siamo su livelli molto bassi per la Capitale. Un menù completo è su una quarantina di euro, prendendo tutte le portate, ma come ho già spiegato le porzioni sono molto generose ed è quindi buon uso dividere come minimo il primo (ma anche il secondo e l'antipasto) per non uscire carponi.
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