Decido subito di apportare una mia variazione sul tema: la ricetta vorrebbe un terzo passaggio con un'ulteriore cottura in forno dopo aver messo uno strato di panna acida. Non sapendo dove rimediarla e non avendo voglia di fare tre passaggi, ho deciso che potevo accontentarmi di una bella decorazione con la normale panna e qualche fragola, anche perché sicuramente avrebbe avuto un impatto più coreografico. Un altro cambiamento che ho apportato è invece stato dettato dalla necessità: non avendo uno stampo a cerchio apribile da 22 cm di diametro... ho usato quello che avevo da 18 cm, creando una torta all'apparenza piccolina, ma che si estendeva in altezza (nonché in pesantezza!).
Ecco quindi la mia Rome Cheese Cake.
Ho sbriciolato, come Sonia insegna, una confezione di biscotti Digestive da 250 g con 150 g di burro fuso. Per velocizzare i passaggi, nello "sbriciolamento" ho usato il mixer e nella "fusione" il microonde. Sonia diceva di mettere due cucchiai di zucchero di canna, ma l'ho dimenticato! Comunque ho frullato e amalgamato il tutto e ho preparato la teglia con la carta da forno da tutti i lati, cioè sia sul fondo che sul laterale (tagliandola a misura, tanto per far le cose per bene!). Ho quindi "cementato" il pappone di burro+biscotti sia sul fondo che ai lati e ho messo in frigo la teglia. Segue quindi il riposo di 1 h abbondante in frigorifero per far compattare il pappone.
Passata l'ora (Sonia dice che in alternativa si può far stare mezz'ora in freezer, ma il mio era troppo pieno...), ho cominciato a impastare il ripieno. In un impeto di scarsa volontà ho scelto di usare il mixer: nulla lo vieta e il risultato era perfetto, salvo quei pallini d'aria che inevitabilmente con le fruste si incorporano. Comunque in forno si stabilizza il tutto.
Ho quindi messo i 600 g di Philadelphia, i 100 g di crema di latte (ovvero panna da montare, ma mi raccomando, quella fresca del banco frigo non la Hoplà!), 3 uova intere, 100 g di zucchero e per aromatizzare ho pensato bene di mettere un tocco tutto mio: un po' di vaniglia buona presa direttamente dal baccello! Una volta amalgamato, per far "cagliare" va messo il succo di mezzo limone (mi raccomando filtrato, se no vanno i noccioli) e un pizzico di sale per esaltare il sapore.
Quindi il composto va messo nella teglia e fatto cuocere in forno pre-riscaldato a 180° per una mezz'ora. Io ho usato il fornetto piccolo, che diffonde il calore in maniera più diretta, quindi mi è parso che la mezz'ora fosse sufficiente (era lì lì per bruciarsi) e ho spento. Sonia consigliava di fare andare il cheese cake per un'altra mezz'ora a 160°.
Note: avendo usato la teglietta piccola ho riscontrato un ovvio problema di dosi. Il pappone burro+biscotti andava bene, il composto di Philadelphia ecc.ecc. invece era eccedente. Mi chiedo se con una teglia più grande il pappone sia abbastanza, ma forse sì, basta solo pressarlo meglio.
Poi ho visto che, usando lo stampo a cerchio apribile, un po' di burro del pappone si è sciolto ed è colato sul fondo. Meno male che avevo usato il fornetto, che ha la placca inferiore mobile, quindi facile da pulire.
Infine la decorazione. Una volta fatta raffreddare la torta l'ho sformata e messa su un'alzatina (che faceva più coreografico). Era ancora un po' calda e i biscotti rischiavano di franare. Per bloccare la frana mi sono quindi inventata un cerchio di carta stagnola che faceva anche da decorazione. Quando è proprio fresca, la Cheese Cake va messa in frigo, dove raggiungerà la consistenza ottimale. E' solo dopo un'oretta di frigo che ho fatto la decorazione con la panne e con le fragole. Ho messo anche delle codette a forma di cuoricino che avevo trovato a Bratislava in un supermercato e mi sono tornate utili!
A questo punto il giudizio: OTTIMA! Io stessa non credevo molto nel risultato, ma era davvero buona. Ha fatto furore! Un ottimo abbinamento è con le fragole, ma anche il caramello, come consigliava Sonia "è la morte sua"...
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