lunedì 1 febbraio 2010

Bratislava va bene... ma non per mangiare...

Per chiunque abbia mai potuto pensare che la Slovacchia possa essere meta di turismo gastronomico... toglietevelo dalla testa! Diciamo che cucinare non è arte loro, o forse siamo noi italiani troppo esigenti?

Fatto sta che in una 48 ore a Bratislava (due colazioni, qualche merenda e tre cene) poche sono le cose degne di nota positiva, ma la cronaca impone completezza...

La colazione non era male, ma bisogna anche tener presente che ci siamo concessi il lusso di un 5 stelle. Sulla tavola imbandita una serie di formaggi e salumi e, più buoni di tutti, i mitici affumicati. Soprattutto la trota affumicata è stata una grande scoperta. Anche il pane non era affatto male: il genere è un po' quello delle baguette o dei panini al latte, spesso poi sono conditi con cereali, semi di sesamo o di papavero. E anche se la tavola imbandita non sembrava molto abbondante, era perché c'era una carta da cui si potevano scegliere i cibi caldi, preparati al momento. Il primo giorno abbiamo assaggiato un "leggerissimo" piatto con fagioli dolci (piccoli, tipo gli zolfini toscani), salsicce e uova. Questo era buono, ma il secondo giorno non ce la potevamo fare a ripeterci! Abbiamo poi tentato di prendere caffè e cappuccino... ma soprattutto il primo era una brodaglia degna del peggior Nescafè... Ma se uno va fuori dall'Italia non può aspettarsi di meglio...

Il primo pomeriggio che eravamo lì abbiamo tentato l'esperienza cioccolata calda per riscaldarci (c'era la neve). La cioccolata, spacciata per fonduta, era alquanto liquida, comunque buona di sapore... e soprattutto era italiana! O meglio, Talianski, come dicono in Slovacchia!


Quindi le cene. Ci siamo fidati un po' di una guida che avevo, un po' dell'istinto. E soprattutto abbiamo evitato tutti quei locali che attiravano con la PIZZA! La prima sera abbiamo provato un tipico pub ceco, dall'aspetto abbastanza local e non lontano dall'albergo e dal centro storico: il Prazdroj. Le cameriere erano vestite con un abito tipico posticcio, ma almeno la frequentazione era tutta autoctona e questo ci ha rincuorati. Per prima cosa ci siamo fatti portare una birra: ci avevano proposto una litrata a testa, ma abbiamo optato per la mezza. Abbiamo quindi preso un tagliere di formaggi, che annoverava alcuni esempi di formaggio quasi indescrivibili. Comunque erano tutti buoni. Poi abbiamo scelto quasi a caso un piatto di carne per due. E qui cominciano le nostre vere esperienze culinarie slovacche. Ci arrivano tre tipi di carne (uno era petto di pollo, uno vitello, l'altro boh) dalla consistenza ottima, arrotolate in un pancake di patate moscio e il tutto era ricoperto di una salsa al formaggio liquida e opprimente. Il risultato non era terribile, si poteva mangiare, ma diciamo che non è un piatto di cui bramo di sapere la ricetta!

Serata n° 2. Sempre seguendo la guida scegliamo il Prasna Basta, un localino molto carino a due passi dalla Porta di San Michele. Ci dicono che abbiamo il tavolo solo per un'ora perché hanno delle prenotazioni, ma poi ci lasciano stare più tempo perché nel frattempo si erano liberati altri tavoli. Anche qui la prima cosa è la birra, poi scegliamo fra le specialità della casa. Come non assaggiare il tipico gnocco slovacco di cui parlava la guida? E perché non prendere un bel cinghialotto selvatico (probabilmente rumeno)? Nel secondo caso la scelta non è stata affatto sbagliata, il cinghialotto era morbidissimo e benché ricoperto dalla classica salsa ammazzasapori slovacca (del tutto simile alla salsa delle polpette dell'Ikea e abbinato a un'altrettanto simile marmellata ai ribes) e accompagnato dal solito pancake moscio, il piatto risultava davvero ottimo. Passiamo allo gnocco, che resterà sempre nella nostra memoria. L'aspetto era da pappone, la consistenza pure. Sembravano tipo gli spatzle, conditi con un salsone bianco a base di un formaggio pecorino e cubetti di bacon arrostito sopra. Avete presente quando si fa la pasta burro e formaggio perché non c'è nient'altro a casa? Più o meno... A parte questo avevamo anche preso la solita mia amatissima trota affumicata (buona), una zuppa liquidissima dal contenuto non meglio identificato e dal sapore indecifrabile e delle fantastiche patate arrosto... Almeno quelle le sanno fare.














Insomma, alla fine, gnocco a parte, il bilancio per questo locale era buono, così abbiamo pensato di tornarci anche l'ultimo giorno. Abbiamo quindi pescato altre due specialità della casa... E abbiamo scelto un piatto di maiale e uno di vitello. Il primo era un frittone quasi cinese, il secondo un altro pancake di patata moscia con dentro la sorpresona: la carne era come al solito morbida, ma affogata in un salsone non meglio identificato. Appesantiti come al solito e forti di una litrata di birra a testa abbiamo chiuso così con la cucina slovacca...

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