mercoledì 27 gennaio 2010
Per chi ama la formula Bir&Fud...
sabato 23 gennaio 2010
Cinema&Pajata
Poi un enorme spiedino che avevamo visto dalla finestra mentre lo infornavano ci ha condotti da "Pommidoro". Aperto il menù abbiamo capito che era il paradiso del quinto quarto. E quindi di Giampiero. Trippa, Coda alla vaccinara e soprattutto Pajata! Scoperta delle scoperte: quel mega-spiedino che avevamo visto mettere nel forno a legna era proprio di pajata. Ovviamente aggiudicato, oltre a un rigatone sempre con pajata per non smentirci.
Arrivano quindi i rigatoni. Decisamente al dente, con un sughetto che secondo me tradiva una generosa punta di cannella e con lei, la Pajata, al centro del piatto. Fatto a pezzi il cilindro di sapore e amalgamato con pasta e sugo il risultato era eccezionale.
Quindi l'atteso spiedone. A me ricordava vagamente i "cazz'marr" foggiani, ovvero i torcinelli grandi fatti alla griglia. Questo era un rotolone di pajata ripieno di qualsiasi altro pezzo di interiora e generosamente aromatizzato all'esterno. Il risultato era un esterno speziato e croccantino e un interno saporito e molto "animale". Giampiero in brodo di giuggiole, io pure molto soddisfatta.
Torneremo sicuramente in questa tana della romanità da San Lorenzo pre-universitaria/bohemienne.
mercoledì 20 gennaio 2010
Lasagna ai broccoli di mia invenzione
Regalo di Natale come solo io posso chiedere: la macchina per la pasta!
Appena arrivata, decido di ingegnare subito il nuovo giocattolo e mi cimento con lasagne e tagliatelle.
Nella foto vedete le lasagne: per gli esperti di macchina Imperia, lo spessore è 2. L'impasto è quello classico: 100 g di farina per ogni uovo, un goccio d'olio e un pizzico di sale.
Preparata e asciugata la pasta, il giorno dopo decido di utilizzarla subito, cimentandomi in una lasagna di mia invenzione: broccoli e salsiccia. L'accostamento non l'ho certo inventato io, ma per il procedimento sono andata a senso e il risultato ha superato le aspettative.
Avevo dei broccoli siciliani e ne avevo utilizzato le cime (le avevo stufate e mangiate da parte) e messo da parte gambi e foglie. Ho quindi bollito questi ultimi e frullato con un po' d'acqua di cottura in seguito (saranno stati un 3 etti, comunque una volta frullati riempivano abbondantemente una tazza). Messo da parte questo pappone di broccolo, ho quindi preparato la besciamella con il microonde.
Quindi ho amalgamato la besciamella con la pappa di broccolo e ho così creato la crema verde.
Nel frattempo ho messo a bollire in acqua salata e con un goccio d'olio le lasagne. Intanto ho preparato un canovaccio su cui ho appoggiato le lasagne una volta scolate (al dente).
A questo punto comincia l'assemblaggio: fondo di crema verde, lasagne, crema verde, spolverata di caciocavallo grattugiato, lasagne, crema verde, caciocavallo dolce a pezzi e salsiccia cruda a pezzi (tolto il budello)... e ancora finché non finiscono tutti gli ingredienti con abbondante crema verde e una generosa spolverata di cacio.
Forno per una ventina di minuti (il tempo dipende soprattutto da quanto si vuole croccante) a 180°. Ovviamente servire calda e si può preparare anche qualche ora prima.
Per la ricetta della besciamella clicca qui: http://ilpolipoaffamato.blogspot.com/2011/10/besciamella-al-microonde-piccoli.html
domenica 17 gennaio 2010
Pizza di design, no grazie!
Sabato sera. Ci facciamo convincere ad andare a mangiare una pizza in un posto dalle parti di Porta Pinciana, alla fine di via Veneto: Pizzeria San Marco. Proprio la posizione ci convince poco, però. Un locale in via Veneto sa di turistico e sicuramente per turisti sono i prezzi.
La mia amica che l'ha proposto lo descriveva come un bel locale, tutto di design... Mah, per la pizza non è che ci voglia il design, ma l'impasto buono. Però la regola è provare prima di criticare.
Proprio perché è sabato sera si palesano le solite difficoltà a trovare posto (prenotato). Dopo una decina abbondante di minuti veniamo accompagnati in un gazebo di fortuna, che però rifiutiamo perché fa freddo ed è praticamente in mezzo alla strada (non c'era alcun design lì!). Non solo, le pietanze venivano portate in questo gazebo dai camerieri (poverini, a maniche corte) via marciapiede. Non credo che questa prassi sia molto igienica e tollerata da un qualsiasi controllo sanitario. Oltretutto il passaggio di una pizza o di un piatto di pasta a 5 gradi, benché per pochi secondi, sicuramente abbassa la temperatura della pietanza.
Così, aspettiamo ben tre quarti d'ora per accedere alla sala principale. Quindi arrivano i menu: decine di pizze, antipasti, primi e secondi... La domanda viene spontanea: come fanno a preparare ogni giorno tutte queste pietanze?
Comunque ci limitiamo alla pizza, in due versioni, bassa o alta. Io prendo la pizza Vesuvio: provola e scarola. In teoria la scarola doveva essere ripassata con capperi e acciughe, ma questi due ingredienti non si palesano affatto, mentre la scarola era comunque latitante. In compenso c'era un letto di mozzarella che creava uno strato alto oltre un centimetro. Il sapore complessivo non era malissimo, ma l'impasto non era ben cresciuto e certamente di napoletano doc non aveva un cavolo!
Non parliamo della margherita Doc, che ci dicono fosse con pomodorini invece che con la salsa di pomodori. Mah!
Ordiniamo anche vino, dolci e passiti/amari. Risultato: conto di 23 euro a cranio. A pesare sul conto prezzi delle pizze intorno ai 10 euro, ma soprattutto dei tocchi di classe come il "flute di passito" a 7,50 euro. Quindici euro due! Ma con quindici euro mi compro 3 bottiglie di Passito Pellegrino, che non è affatto male! Oltretutto i "flute" (che non erano flute) ci sono stati serviti senza vedere la bottiglia, quindi non c'era certo il modo di apprezzare il prestigio del vino.
Infine, il conto. Come spesso accade ci viene portato il pre-conto, quello non fiscale. Paghiamo e nessuno si perita di portare la ricevuta. Chiediamo al cameriere e ci dice: "dovete chiedere in cassa". Lì ovviamente ci viene fatta senza problemi, ma mi chiedo: quanti si accorgono che quello che hanno avuto al tavolo non è una ricevuta fiscale?