Tipico sabato sera alla romana... Mentre il resto della città vedeva Juve-Roma su qualsiasi schermo a disposizione, io e Giampiero abbiamo pensato bene di rilassarci al cinema con un bel film (al Tibur), ovviamente a sfondo cuciniero! Soul Kitchen... La storia di un ristorante di periferia che vive alterne fortune, insieme al suo proprietario... Davvero piacevole!
Poi un enorme spiedino che avevamo visto dalla finestra mentre lo infornavano ci ha condotti da "Pommidoro". Aperto il menù abbiamo capito che era il paradiso del quinto quarto. E quindi di Giampiero. Trippa, Coda alla vaccinara e soprattutto Pajata! Scoperta delle scoperte: quel mega-spiedino che avevamo visto mettere nel forno a legna era proprio di pajata. Ovviamente aggiudicato, oltre a un rigatone sempre con pajata per non smentirci.
Poi un enorme spiedino che avevamo visto dalla finestra mentre lo infornavano ci ha condotti da "Pommidoro". Aperto il menù abbiamo capito che era il paradiso del quinto quarto. E quindi di Giampiero. Trippa, Coda alla vaccinara e soprattutto Pajata! Scoperta delle scoperte: quel mega-spiedino che avevamo visto mettere nel forno a legna era proprio di pajata. Ovviamente aggiudicato, oltre a un rigatone sempre con pajata per non smentirci.
Unica deviazione, per un antipastino a base di porchetta di Selci in Sabina: davvero delicata. Peccato solo fosse fredda, ma la porchetta non si riscalda: tocca quindi andare a Selci per assaggiarla appena fatta!
Arrivano quindi i rigatoni. Decisamente al dente, con un sughetto che secondo me tradiva una generosa punta di cannella e con lei, la Pajata, al centro del piatto. Fatto a pezzi il cilindro di sapore e amalgamato con pasta e sugo il risultato era eccezionale.
Quindi l'atteso spiedone. A me ricordava vagamente i "cazz'marr" foggiani, ovvero i torcinelli grandi fatti alla griglia. Questo era un rotolone di pajata ripieno di qualsiasi altro pezzo di interiora e generosamente aromatizzato all'esterno. Il risultato era un esterno speziato e croccantino e un interno saporito e molto "animale". Giampiero in brodo di giuggiole, io pure molto soddisfatta.
Torneremo sicuramente in questa tana della romanità da San Lorenzo pre-universitaria/bohemienne.
Arrivano quindi i rigatoni. Decisamente al dente, con un sughetto che secondo me tradiva una generosa punta di cannella e con lei, la Pajata, al centro del piatto. Fatto a pezzi il cilindro di sapore e amalgamato con pasta e sugo il risultato era eccezionale.
Quindi l'atteso spiedone. A me ricordava vagamente i "cazz'marr" foggiani, ovvero i torcinelli grandi fatti alla griglia. Questo era un rotolone di pajata ripieno di qualsiasi altro pezzo di interiora e generosamente aromatizzato all'esterno. Il risultato era un esterno speziato e croccantino e un interno saporito e molto "animale". Giampiero in brodo di giuggiole, io pure molto soddisfatta.
Torneremo sicuramente in questa tana della romanità da San Lorenzo pre-universitaria/bohemienne.
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