Ormai i ricordi dell'estate a Vieste si affievoliscono (ma non escludo di fare qualche altro "salto nel tempo"), quindi torniamo a Roma, per raccontare più da vicino quello che offre la ristorazione della Capitale.
Il primo approccio è passato da un ristorante etnico, che si professa giappo-vietnamita. Si chiama Miyabi 2 e si trova nel cuore di Trastevere: una zona un po' turistica ma sia per i prezzi che per quello che ci abbiamo mangiato, questo ristorante ci è sembrato abbastanza fuori dal coro. Ha anche il nastro dove scorrono sushi e sashimi, ma poiché il giappo lo mangiamo spesso, abbiamo deciso di approfittare della seconda anima del ristorante, quella vietnamita.
Per questo abbiamo scelto uno dei menù a disposizione, che prevedeva cinque portate da dividere in due per 25 euro a cranio. Noi pagavamo con due coupon di CityDeal, esattamente del valore di 25 euro (al costo di 12 ciascuno), quindi abbiamo anche pagato la metà, con somma soddisfazione.
Devo dire, però, che da quando mi avvalgo delle offerte di CityDeal, che mi hanno portato in vari ristoranti di Roma, è la prima volta che mi sento di dire che ci tornerò volentieri anche a prezzo pieno.
Il simpatico omino orientale (non saprei dire se vietnamita o cinese) che ci ha accolti e ha preso l'ordinazione ha spiegato che alcune pietanze del menù non c'erano, così abbiamo fatto qualche scambio, sotto suo suggerimento e abbiamo "ricomposto" il menù, anche se un po' alla cieca.
Temevo pietanze troppo speziate, invece i sapori erano tutti delicati, solo degli spaghetti di soia erano un po' troppo piccanti per i miei gusti e quindi li ho lasciati. Al contrario, mi hanno colpito molto le melanzane al basilico, molto molto fritte, ma profumatissime. Poi c'erano dei gamberoni serviti in un piccolo wok, probabilmente ex surgelati, ma molto saporiti. Simpatica la proposta di una cupoletta di riso scondito, servito con una zuppetta ai gamberi con cui irrorare il riso. E poi il piatto forte: gli spiedini. In tutto sono otto, quattro a testa, di quattro varietà diverse: seppia, gamberi, carne bianca che sarà pollo e carne rossa che sarà manzo. Secondo me i più buoni di tutti erano quelli di pollo, ma anche quelli di seppia, come si dice a Roma, "spignevano".
Fine del menù, ma il tradizionale garbo orientale non si ferma qui, ma va avanti con un'offerta spontanea di frutta a pezzi (anguria e melone), peraltro molto buona.
Insomma, premesso che non conosco la vera cucina vietnamita, devo dire che questo ristorante mi è piaciuto molto. Ideale anche per una bella passeggiata a Trastevere...
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