Volevamo concederci una giornata spensierata e mangereccia a li castelli... ma non avevamo voglia della solita fraschetta. Eravamo in due, mentre la fraschetta è più da gruppo di amici, convivialità e vino della casa a gogò. Quindi ci siamo affidati alle solite bibbie dei ristoranti e abbiamo scovato un indirizzo sicuro, che dopo aver frequentato posso dichiarare sicurissimo!
Si chiama la Scuderia e sta nel centro storico di Genzano, davanti al Palazzo Sforza Cesarini e a due passi da quei meravigliosi belvederi da cui si domina tutto il lago di Nemi.
L'ambiente è molto rustico e la conduzione è familiare. Il menù è di stampo tendenzialmente laziale, ma c'è qualche deviazione, sempre nel solco della tradizione italiana.
Abbiamo deciso di affidarci alla loro proposta del menù degustazione. Pensavamo che fossero assaggini, ma al contrario erano tutte porzioni complete e decisamente abbondanti. Per fortuna, abbiamo avuto la buona idea di prenderne uno solo in due e, come riempitivo, un altro antipasto e un altro primo. Ovviamente, come da nostra abitudine, abbiamo "steccato" tutti i piatti, come si dice a Roma e siamo usciti ugualmente satolli!!!
Per cominciare, tre antipasti: uno era la frittura di verdure (a cui si aggiungevano due fiori di zucca alla romana) che avevamo scelto noi, gli altri due erano nel menù degustazione: una caciottina condita con pomodorino e spezie e cotta; un guanciale croccante all'aceto balsamico e pinoli. Il fritto era buono e croccante, peccato per l'eccesso d'olio soprattutto di alcuni tipi di verdure più spugnose come la melanzana. La caciottina era saporita, ma ancora non ho ben capito che tipo di formaggio fosse. Il guanciale era da urlo: croccantissimo, ben bilanciato con il sapore dolciastro dell'aceto balsamico, ovviamente salato come un buon guanciale deve essere, ma per noi semplicemente perfetto, specialmente se accompagnato con l'ottimo pane Igp di Genzano.
Arriviamo ai primi: qui la premessa è d'obbligo. All'entrata si possono vedere in anteprima le paste all'uovo che verrano gettate in pentola. Pasta decisamente fatta in casa, bella porosa e giustamente spessa. Entrambi i nostri piatti erano fatti con le fettuccine, ma anche le pappardelle avevano un aspetto niente male... Dal menù c'erano, quindi, le fettuccine col ragù di carne. Era un ragù fresco, fatto con pomodorini spellati a vivo. Diciamo che ci saremmo aspettati un ragù più corposo, ma probabilmente questa è anche una - giusta - scelta per un menù estivo. L'altro primo era invece in bianco: ancora le fettuccine ma questa volta condite con i funghi porcini che avevamo visto in vetrina... non potevamo resistere! A onor del vero i porcini in questione non erano sapidissimi, ma questo ci ha fatto pensare a un "boletus" più genuino e meno aromatizzato (come invece sono quelli surgelati), così non ne abbiamo fatto certo un dramma. Anzi, abbiamo apprezzato la delicatezza complessiva del piatto, in cui si sentiva anche distintamente un buon olio d'oliva che condiva la pasta.
Eccoci quindi al secondo, già provati per le dimensioni delle precedenti porzioni (soprattutto della pasta, che è una vera cofana, come si dice a Roma)... Costolette di abbacchio panate e fritte: divine!!! In questo caso la frittura era asciuttissima e il risultato era croccantissimo. Nel menù avevo notato anche la presenza, fra i contorni, delle patatine fritte "tagliate al momento", ma avendo già preso due portate di fritto ho rimandato l'assaggio a una prossima visita!
Infine un tiramisù, molto saporito, peccato solo per la crema un po' troppo liquida.
E se il pasto non si poteva certo dire leggiadro, il conto invece ci è parso relativamente leggero. Meno di 30 euro a testa questo locale ce li vale decisamente, anche considerando che a una prossima visita faremo tesoro di questa esperienza e prenderemo, probabilmente, qualche portata in meno. Da segnalare che il menù degustazione (a 35 euro) comprende anche acqua e 1/2 bottiglia di vino e, secondo me, per chi ha una fame normale si potrebbe tranquillamente dividere in due senza prendere altro.
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