Non è la prima volta che vado da Romeo, il nuovo ristorante nato dalla partnership fra Cristina Bowerman e i fratelli Roscioli. Ci sono stata per intervistarli, poi ancora per un aperitivo e infine ci sono tornata per un pranzo (dopo aver provato invano a prenotare qualche volta per cena, sempre tutto pieno!). Di giorno l'ambiente è da loft urbano, con le finestrone che a loro volta si affacciano sulle finestre di Prati. La luce entra da tutte le parti e in più viene garantita dai "vermi" che escono dal soffitto, alcuni dei quali sono dei neon sapientemente indirizzati verso i tavoli.
L'apparecchiatura è semplice, con la tovaglietta di ardesia brandizzata e grande attenzione per le stoviglie, a cominciare dai bicchieri Spigelau, continuando con piatti che arrivano addirittura dagli Emirati Arabi!
Ma andiamo al menù. Qui le proposte sono ampie, grazie alla doppia anima del locale. Antipasti, primi e secondi sono ad appannaggio della chef cerignolana (e ci tengo a sottolinearlo,visto che è uno dei vanti della provincia di Foggia, anche se l'ha abbandonata milioni di anni fa!), mentre l'ampia selezione di formaggi e di salumi sono attinti dal repertorio di forniture d'eccellenza dei Roscioli, che ovviamente ci mettono anche il pane e la focaccia. Ah, senza dimenticare la Carbonara, unica concessione della Bowerman alla tradizione tout court. Per il resto grande fantasia e ricercatezza nei piatti, anche se questi sono solo un assaggio di ciò che si può trovare da Glass, suo regno esclusivo a Trastevere.
Per non esagerare, abbiamo scelto di assaggiare solo la Carbonara e il famoso hamburger Umami di Cristina, oltre a una selezione di caprini italo-francesi chiesti nell'attesa della pasta (cottura 20 minuti per gli spaghettoni Cavalieri di Maglie!). Un cenno all'hamburger Umami, che dovrebbe essere un sapore inesplorato, nuovo, orientale: beh, non sono sicura di aver individuato questo nuovo sapore, tuttavia posso dire che il panino era molto buono, con la carne cotta al punto giusto, con una crosticina croccante in superficie, una sfoglia di nori riprendeva il ricordo orientale e delle scaglie di formaggio completavano il tutto, condito con una maionese fatta in casa molto saporita.
In altre occasioni ho avuto modo di mangiare quello favoloso di foie gras, che per quanto mi sia piaciuto l'Umami, rimane il mio favorito. Provati anche i tuberi (fra gli antipasti) e gli spaghetti aglio, olio e panettone (non più in carta, è passato Natale!). Per non parlare della magnifica focaccia del forno: quando l'ho intervista il buon Pierluigi Roscioli mi tentò con una fettina di focaccia calda con dentro la mortadella più buona del mondo che si scioglieva...
Ancora non ho avuto il modo di assaggiare i dolci, ma prometto che al prossimo giro lascio un posticino...
L'apparecchiatura è semplice, con la tovaglietta di ardesia brandizzata e grande attenzione per le stoviglie, a cominciare dai bicchieri Spigelau, continuando con piatti che arrivano addirittura dagli Emirati Arabi!
Ma andiamo al menù. Qui le proposte sono ampie, grazie alla doppia anima del locale. Antipasti, primi e secondi sono ad appannaggio della chef cerignolana (e ci tengo a sottolinearlo,visto che è uno dei vanti della provincia di Foggia, anche se l'ha abbandonata milioni di anni fa!), mentre l'ampia selezione di formaggi e di salumi sono attinti dal repertorio di forniture d'eccellenza dei Roscioli, che ovviamente ci mettono anche il pane e la focaccia. Ah, senza dimenticare la Carbonara, unica concessione della Bowerman alla tradizione tout court. Per il resto grande fantasia e ricercatezza nei piatti, anche se questi sono solo un assaggio di ciò che si può trovare da Glass, suo regno esclusivo a Trastevere.
Per non esagerare, abbiamo scelto di assaggiare solo la Carbonara e il famoso hamburger Umami di Cristina, oltre a una selezione di caprini italo-francesi chiesti nell'attesa della pasta (cottura 20 minuti per gli spaghettoni Cavalieri di Maglie!). Un cenno all'hamburger Umami, che dovrebbe essere un sapore inesplorato, nuovo, orientale: beh, non sono sicura di aver individuato questo nuovo sapore, tuttavia posso dire che il panino era molto buono, con la carne cotta al punto giusto, con una crosticina croccante in superficie, una sfoglia di nori riprendeva il ricordo orientale e delle scaglie di formaggio completavano il tutto, condito con una maionese fatta in casa molto saporita.
In altre occasioni ho avuto modo di mangiare quello favoloso di foie gras, che per quanto mi sia piaciuto l'Umami, rimane il mio favorito. Provati anche i tuberi (fra gli antipasti) e gli spaghetti aglio, olio e panettone (non più in carta, è passato Natale!). Per non parlare della magnifica focaccia del forno: quando l'ho intervista il buon Pierluigi Roscioli mi tentò con una fettina di focaccia calda con dentro la mortadella più buona del mondo che si scioglieva...
Ancora non ho avuto il modo di assaggiare i dolci, ma prometto che al prossimo giro lascio un posticino...